Avevo letto il suo libro, "Una
gioia silenziosa", e alcune sue
interviste e articoli e così, visto che eravamo in vacanza nei dintorni, ho
pensato che sarebbe stato bello conoscerla. Etain Addey è esponente del bioregionalismo italiano, una
corrente di pensiero che viene dagli Stati Uniti e afferma che tutti i luoghi e
gli esseri viventi, noi compresi, facciamo parte di una bio-regione (una valle,
il bacino di un fiume, ecc.) che vive nell’equilibrio di tutti i suoi
componenti, in barba ai confini politici e alle frontiere regionali o nazionali
che gli animali e le piante non possono comprendere.
Etain vive a Pratale con il suo
compagno Martin. Le meravigliose colline di Pratale sono in Umbria, nei pressi
di Gubbio. Etain ha lasciato il suo lavoro e si è trasferita qui negli anni
’70, da sola con una bimba di appena tre anni. Era una cittadina cosmopolita e
partiva da zero. Vivendo questi luoghi ed entrando in contatto con i contadini
locali, ha imparato attività e mestieri che in molti hanno perso, come la
tosatura delle pecore, il formaggio fatto in casa, la raccolta delle bacche, la
vendemmia, la raccolta della legna invernale, l’allevamento di animali, la
mungitura, la tosatura, la tessitura, l’autoproduzione di sapone, il lavaggio a
mano di vestiti e tante altre cose. Dopo qualche anno “è passato di lì Martino
e si è fermato”..così ci ha raccontato lei! Insieme hanno avuto altri due figli
e li hanno cresciuti a Pratale.
Lasciamo il nostro camper in cima
alla collina e ci avventuriamo per una discesa sconnessa e non asfaltata con le
due bimbe al seguito. Non sappiamo esattamente dove si trovi Pratale, solo
qualche indicazione recuperata qua e là. Non riusciamo ad immaginare cosa
troveremo..ma è proprio questo il bello!Ecco laggiù una casupola, sembra abbandonata,
forse abbiamo sbagliato.. “c’è nessuno????” urliamo a gran voce, dopo un po’ si
affaccia una ragazzo che ci conferma che si tratta proprio della casa di Etain.
I padroni di casa stanno riposando, sono le tre del pomeriggio e d’altra parte
non abbiamo nemmeno avvisato che saremmo arrivati. Varchiamo il cancelletto.
Entriamo in un atrio impegnato da un meraviglioso albero di gelsi, sotto le sue
fronde penzolano amache di ogni tipo e ci sono altri ragazzi. Sono woofer e sono lì per aiutare Etain e Martin nel lavoro dei
campi e con gli animali. Ci si puo’ fermare a Pratale per fare esperienza
diretta di lavoro in fattoria. Ti paghi vitto e alloggio con il tuo contributo
nei campi, con gli animali, a seconda delle esigenze e delle stagioni. Dopo un
po’ esce Etain, lo capisco da una foto che ho visto tempo fa’. Capelli color
argento fio alle spalle, occhi chiari e un sorriso molto dolce, indossa un
gonnelline retrò ed e’ a piedi nudi. Si annoda il fazzoletto dietro la nuca e ci
dà il benvenuto come se ci stesse aspettando da sempre dicendoci che torna a
riposare perché è stanca. Ci chiede se abbiamo pranzato e ci invita ad
usufruire della sua cucina e di quel che troviamo da mangiare. Mi chiedo e vi
chiedo: noi l’avremmo mai fatto?Lasciare la nostra casa in mano a dei perfetti
estranei?
Girovagiamo lì intorno curiosando e respirando un po' di quel paesaggio incantevole. Dopo circa ¾ d’ora Etain ritorna.
Forse qualcuno potrebbe trovarlo scortese..io invece ho apprezzato la
naturalezza, la mancanza di inutili formalismi, il rispetto per i propri
ritmi..Siamo immediatamente a nostro agio con lei, e, dopo pochi secondi, ci
troviamo a chiacchierare come vecchi amici mentre Sara scorazza per l’atrio
facendo slalom tra le amache. Gli argomenti che attraversiamo sono i più
disparati: l’educazione dei figli, il mercato clandestino, i diversi modi con cui
coltivare l’orto, la cura degli animali, la condivisione, i vicini che popolano
le colline lì intorno e così via. Etain ci chiede di noi, dei nostri progetti e
di quel che ci ha condotti fin qui. Ogni tanto interrompe i suoi discorsi e si ferma incantata a guardare Bianca che intanto, beata sotto le fronde, beve il latte di mamma. Il suo sguardo è delicato e profondo. Deve dar da mangiare alle galline e così
chiede a Sara di darle una mano. Mi fermo ad osservarle. Sara e’ eccitatissima
e le fa mille domande sugli animali, Etain le risponde con estrema delicatezza,
non sembra essere infastidita da tanta esuberanza, la accoglie divertita e
grata per quell’incontro. Ci mostra il suo orto e ci dice che quest’anno hanno
avuto una gran siccità. Sara scopre gli asinelli, li facciamo uscire dal
recinto e riesce a strappare un giro in groppa alla più giovane, poi si dedica
a rimpinzarli con mele selvatiche. Di asini e cavalli se ne occupa Martin, ha
un rapporto molto speciale con loro! Martin si sposta per le valli così..non
hanno la macchina! Mentre parliamo lui ci passa davanti; sta andando alle
stalle “Io non ci sono” dice con lo sguardo basso. Anche in questo caso
osserviamo la totale assenza di filtri e la volontà di non perdere il contatto
con sé stessi e con quel che ciascuno di loro ha costruito per sé in quel
luogo. Martin è un uomo molto ritroso che vuol vivere la propria vita senza
troppi “sensazionalismi”, in estrema semplicità. Come biasimarlo?
Etain ci invita ad entrare in
casa, vuole offrirci una tisana di gelsi.
La casa, costruita in legno, è
riscaldata da una stufa a legna che viene utilizzata anche per cucinare. Etain
prende il lavoro a maglia che stava terminando e continua a chiacchierare
amabilmente con noi. Parliamo dei suoi libri, di Martino e del suo lavoro con
gli asini e i cavalli, di ecologia, del 2012, della globalizzazione, delle
costellazioni familiari, delle esperienze di co-housing; intanto Sara gioca con
i gattini e i gomitoli di lana.
Continua a raccontarci di sé,
della sua scelta di abbandonare la vita urbana, abbracciando una vita senza
comodità, occupandosi in prima persona della propria sopravvivenza, senza
abusare né distruggere quel che la natura generosamente dona. Ci parla della
sua esperienza di scuola familiare con i suoi tre figli che ora sono in giro
per il mondo a lavorare e che spesso tornano a trovarli. Le chiediamo se sente
il peso dell’isolamento e se vorrebbe ogni tanto andare a farsi un viaggio. Lei
con grande pacatezza mi risponde che quando ti radichi in un posto e lo senti
tuo, “senti di non poter andare via perché devi averne cura..”
Si è fatto tardi e dobbiamo
ripartire. Etain ci regala il pane fatto da loro quella mattina. Ce ne torniamo
al camper in silenzio, è un silenzio carico di interrogativi sulle nostre vite,
sui nostri progetti, ma anche di tanta gratitudine. Siamo felici di aver fatto
tappa qui.
Per molti tutto questo potrebbe sembrare
estremo, anacronistico. In effetti la sensazione e’ che qui a Pratale il tempo
si sia fermato agli anni ’50. Ma quel che mi sembra importante dire è che qui
il tempo scorre nel rispetto per sé stessi e per quel che vive tutt’intorno.
Non si trascorrono le giornate a rincorrere qualcosa che non esiste ma si vive
nel qui ed ora in totale pienezza. L’incontro con questa donna ha qualcosa di
spirituale, di “sciamanico”, nel senso più ampio e profondo del
temine. Davvero la gioia silenziosa del suo libro è tutta lì, ti arriva
dritta al cuore. Etain è una donna molto saggia e la sua saggezza l’ha
costruita sporcandosi le mani con la terra, perdendo il suo sguardo nei boschi
che circondano la sua casa e ricercando con tutta sé stessa ciò che di buono
c’è al mondo. Ed è bellissimo “sentire” tutto questo insieme.. Non è una yuppie, né una stra-lunata né una fanatica new-age. È una donna che ha deciso di percorrere una strada
consapevole e che lotta per difendere tutto ciò che ha costruito e che ha
ricevuto “in dono”!La sua scelta non è stata facile, la sua vita è molto dura e
faticosa ma è sicuramente più serena di tante altre esistenze intrappolate
negli ingranaggi costruiti da altri.
Perché ho raccontato tutto
questo? Per me questa è soprattutto una testimonianza di vita familiare. Il
nostro blog nasce dalle nostre esperienze quotidiane, di vita vissuta con i
figli, con lo scopo e il desiderio di condividere un “tempo buono”. Abbiamo
deciso di raccontare anche altre vite che per caso o per scelta abbiamo avuto
il privilegio di “attraversare”. Offriamo questi “racconti” come occasione di
crescita e di arricchimento per chiunque voglia leggerli. Etain è una donna ma
e’ anche una mamma che, a un certo punto della sua vita, ha deciso di andare
contro corrente e con coraggio ha scelto di abbandonare la strada battuta da
molti per offrire un’alternativa ai propri figli. È un’invito a riflettere, a
rallentare..
Vi suggerisco di leggere i suoi
due libri perché è possibile "respirare" un po’ di Pratale in questi diari ma
soprattutto, se potete, un giorno, fate una deviazione da quelle parti! Ne vale
davvero la pena, a noi è dispiaciuto tanto non sostare più tempo..
Questo è il sito:
E questi i libri scritti da loro:
Estratto da
Etain Addey, Una gioia silenziosa:
diari da Pratale.
“Raccogliere e farsi
raccogliere: abbiamo un grande bisogno di riavvicinarci alla religione più
antica del mondo, di riprendere i sen-tieri dei nostri luoghi, di perdere il
senso del tempo e perderci negli altri esseri. [...]”
“La natura non rivela la sua
interiorità a chi si limita ad ammirarla, ma solo a chi è disposto ad andarle
incontro, prendendo poco e perdendo se stesso per strada.[...]”
NICOLETTA.
Che bello leggere il vostro post su Etain. Ho il suo libro su Pratale e lo tengo tra le mie cose più preziose (anche perchè volevo regalarne una copia ad un'amica e non si trova più in libreria).L'ho letto diverse volte e mi ha ispirato molto. Mi piacerebbe conoscerla e fare la vostra stessa esperienza. Chissà che non succeda, prima o poi; l'Umbria non è poi così lontana dalla mia Toscana. Grazie per questo scritto sommesso e dolce. Sono contenta di aver conosciuto il vostro blog che adesso seguirò
RispondiEliminaGrazie per le tue parole!Se a Pratale ci siamo arrivati noi dalla Puglia, sicuramente ci andrai anche tu!
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