giovedì 31 maggio 2012

Il destarsi dell'Io: i SI' e i NO nel bambino nell'educazione Waldorf





Immaginiamo di avere a che fare con un bambino e di cominciare descrivendogli una data situazione, di proseguire con un richiamo su che cosa ci si aspetta da un “buon bambino” ed infine con l’invito ad agire. Molto spesso al momento decisivo arriva un “NO” e tutto finisce con una delusione. Ecco allora entrare in casa premi e punizioni, ossia strumenti di potere esterni e, con essi, la rinuncia all’elemento pedagogico vero e proprio. Il bambino viene indotto ad agire sotto la pressione di un potere esteriore (desiderio di una ricompensa o timore del castigo) quindi a comportarsi in modo estraneo al suo essere più genuino, cioè per amore della cosa in sé. I nostri concetti sono il risultato di una lunga esperienza, hanno acquistato un senso ai nostri occhi e ci servono come impulso ad agire. Nel bambino questa base di esperienza manca, i concetti quindi non rappresentano che una debole motivazione al suo agire. Quello che egli fa è così connesso alle sensazioni che trae  sia dall’ambiente che dai propri processi corporei, che è una pretesa davvero eccessiva chiedergli di ricordarsi degli ordini o dei divieti ricevuti prima di fare qualcosa. Educare un bambino piccolo senza far ricorso all’autorità sarebbe quasi impossibile se in lui, al posto dei concetti, non ci fosse qualche cosa d’altro su cui far leva e di cui ci possiamo rendere conto semplicemente osservando certi suoi comportamenti. Mettendo a confronto l’adulto e il bambino possiamo comprendere che la successione pensiero, sentimento e volontà risultano capovolte. Nell’adulto c’è prima il pensiero, poi il sentimento e per finire la volontà; nel bambino sotto i 7 anni compaiono prima la volontà, poi il sentimento ed infine il pensiero!Questo capovolgimento rappresenta la chiave dell’educazione nella prima infanzia. Non è con le discussioni, le spiegazioni ed i chiarimenti che si potranno coltivare le doti naturali di un bambino di questa età, bensì con le opportunità che gli verranno date di condividere le attività di adulti capaci di orientarlo nella vita. È attraverso le azioni che giornalmente noi compiamo in presenza del bambino che diveniamo i suoi educatori e non in virtù di quel che gli diciamo. Se il nostro agire si ispira agli ideali di bellezza, bontà e verità gli apriremo la strada che porta a questi ideali.
Educare attraverso l’imitazione è ben più impegnativo che educare facendo uso dell’autorità. Se l’autorità viene introdotta troppo presto (sarebbe meglio dopo i sette anni) l’autonomia di esperienze viene a mancar. Ne consegue un certo automatismo, un comportamento che può accompagnare per tutta la vita e far sì che una certa persona si adegui a degli schemi prestabiliti e fissati da altri. Quando la vita inizia sotto il segno della rinuncia, le conseguenze saranno opposte a quanto accade se il bambino ha la possibilità di far emergere le sue forze vitali e volitive e di andare incontro alla vita con energia ed entusiasmo. Il bambino piccolo è estremamente delicato e titubante quando compie i primi tentativi di uscire dal guscio e di mettersi in rapporto con l’ambiente nel modo che gli è più congeniale. È troppo facile togliere ad un bambino la possibilità  di trovare la propria strada, basta talvolta un atteggiamento tropo energico, un tono di voce imperioso, una reazione troppo pronta, un rifiuto, un intromissione, un rimbrotto. La sua vera natura viene soffocata. Se invece facciamo in modo di circondarlo con la nostra comprensione affettuosa e partecipe, se assecondiamo con calma i suoi timidi impulsi, allora gli saremo d’aiuto. SE il nostro comportamento sarà conseguente, il bambino farà spontaneamente proprio quello che poco prima aveva rifiutato di fare su comando, cercando anzi con tutto se stesso di farlo bene perché le persone che lo circondano lo ritengono importante. Certo ci vuole pazienza e capacità di attendere!
Come adulti ci poniamo di fronte alle cose da osservatori, prendendone le distanze. Se ci capita di venir trattati ingiustamente, esprimiamo un giudizio, lo classifichiamo concettualmente e riflettiamo se sia il caso di prendere posizione oppure lasciar correre. Il bambino, invece, è del tutto esposto alle proprie impressioni, è scoperto, indifeso, e gli è impossibile chiudersi di fronte ad esse. In molti casi appare chiaro che il bambino non ha affatto compreso il motivo dell’intervento dell’adulto, gli rimane solo lo shock, spesso verrà poi sorpreso a giocare con una bambola usando lo stesso tono di voce, gli stessi gesti usati nei propri confronti.
Ciò che induce il bambino a mettersi sulla difensiva è quel tipo di ordine che gli viene trasmesso per mezzo di norme e concetti. Non è contro il contenuto di questi che oppone resistenza, ma contro la loro forma concettuale che appartiene ad un mondo intellettuale di cui egli non è ancora partecipe. La sua reazione può assumere forme diverse. Una di queste è la ribellione verso la costrizione esercitata dall’adulto. Un’altra reazione difensiva consiste in una rapida capitolazione che prelude alla graduale perdita dello spirito di iniziativa, ad un atteggiamento di  attesa che gli venga detto cosa deve o non deve far, e ad un certo automatismo. Infine un’altra reazione che si osserva di frequente consiste in un’eccessiva precocità intellettuale, per cui il bambino si ritira in un suo ragionamenti, tende a cercare scappatoie e giustificazioni e a mentire. Un intellettualismo precoce così risvegliato è diretto in primo luogo a criticare gli altri; il bambino diviene pieno di pretese e si comporta in modo del tutto opposto a quello che ci si aspetterebbe da un essere amabile e spontaneo. Molti bambini cessano allora di giocare, non sanno più come occupare il tempo, perdono la sicurezza e il senso di protezione, sono come respinti nella profondità di sé stessi. Per sua natura il bambino è buono. Cessa di esserlo e diviene complicato quando viene strappato dalla sfera che gli è propria.
L’educazione Waldorf è tesa ad evitare il più possibile ogni intervento sul naturale e libero sviluppo dell’essere infantile che possa turbare l’equilibrio del suo stato di coscienza sognante. Il bambino però non è lasciato a sé stesso, ma guidato con molto scrupolo e con i mezzi giusti, cioè con l’esempio e l’imitazione. Se vogliamo che nel bambino si formi una buona capacità di pensare dobbiamo preparare la strada,ossia favorire lo sviluppo di quegli elementi dai quali nascerà il pensiero. Questi elementi, nel bambino piccolo, sono di natura volitiva e connessi con l’iniziativa e l’azione. Nell’età scolastica vengono interiorizzati in un mondo immaginativo e fantastico e solo più tardi si trasformano in concetti. Una guida che tenga conto del susseguirsi naturale di queste fasi evolutive porterà alla formazione di una vita di pensiero di qualità ben diversa!
Cosa possiamo fare come genitori a casa, nella vita di tutti i giorni?
Quando rientriamo a casa dopo molte ore di lavoro che hanno richiesto da parte nostra un intensa concentrazione, spesso siamo tesi e nervoso, stanchi e irritabili. I nostri gesti e tutto il nostro atteggiamento rispecchiano questo stato d’animo, la nostra voce ha un tono più acuto, il modo di parlare è rapido e concitato, i nostri giudizi sono aspri e intransigenti. Tutto questo influisce sui figli e viene da loro assorbito. Quante volte ci occupiamo di loro con i nostri tempi accelerati! Il loro ritmo è un altro ed essi sentono che interiormente noi non siamo disponibili. Allora cercano di farsi notare e così nasce il conflitto. È specialmente durante i pasti che andrebbero evitati, alla presenza dei bambini, riferimenti alla vita lavorativa, soprattutto se si tratta di esperienze e di sentimenti che riflettono atteggiamenti critici o delusioni. La conversazione dovrebbe essere condotta in modo che i piccoli si nutrano in un’atmosfera distesa. Il bambino piccolo non segue la conversazione intellettualmente ma vi si immedesima spontaneamente con tutto sé stesso. L’atmosfera che lo circonda influisce persino sulla sua digestione. Il disagio che molti bambini manifestano a tavola e la loro frequente inappetenza spesso non sono altro che una reazione ai discorsi che sentono fare e al clima che caratterizza il pranzo.
Parlare dei bambini in loro presenza, sia per elogiarli che per ridere di loro, anche se a volte è difficile trattenersi davanti alle loro uscite singolari, toglie loro la spontaneità e li induce all’autocompiacimento e alla maleducazione.
Un controllato riserbo deve caratterizzare anche le nostre reazioni di fronte ai disegni dei bambini. Critiche e correzioni li privano della loro candida sicurezza originari, dato che essi vivono ancora in un mondo di creatività primitiva, fatto di sogno e metamorfosi.
Nel rispondere alle domande dei bambini piccoli, bisogna stare molto attenti a non trasmettere un modo di pensare proprio di un'eta superiore. Rispondere alle domande del bambino significa immedesimarsi nel suo stato di coscienza,completate le sue esperienze,porgergli delle immagini e non dei concetti.
Se si desidera salvaguardare lo spirito di iniziativa del ambino, e ci si astiene dal dargli troppe direttive, il ritmo e la regolarità sono di grande aiuto.
Spesso i bambini piccoli chiedono di fare da soli:vogliono vestirsi o mangiare senza aiuto,mettendo a dura prova la nostra pazienza. Tuttavia se accettiamo per quanto possibile di lasciarli fare allegramente, anche se sulle prime sono un po' impacciati e impiegano piu' tempo,avremo contributo favorevolmente al loro sviluppo.Spesso, purche' abbiano  tempo a disposizione, trovano loro stessi il modo migliore per compiere una determinata operazione. Il fatto di servirsi delle proprie membra, e di muoverle per volonta' propria, li aiuta ad acquisire non solo abilita' e indipendenza, ma anche prudenza, scrupolosita' e amore.Oltre al ritmo e all'ordine anche lo stile di vita e' :della massima importanza: l'ambiente nel quale cresce deve essere caldo,sano,naturale,privo di attriti. quando stiamo per rivolgere ad un bambino un rimprovero o un divieto, faremmo bene a fermarci e a pensare. Prima per chiederci se il nostro intervento in quel preciso momento e' necessario, e poi per riflettere sulla reale intenzione che ha ispirato il suo gesto. I bambini sono pieni di iniziative, e' bene favorirle.Quando ci propongono qualcosa o chiedono un permesso dovremmo rispondere di no il meno possibile, cercando magari di deviare la loro richiesta, quando non e' possibile soddisfarla nella forma da loro prospettata. Bisogna evitare in ogni caso di dire di no e poi, visto quanto il rifiuto pesi al bambino,cambiare idea. Il fatto che le nostre decisioni siano contraddittorie lo porta fuori strada inducendolo a mettere in discussione ogni nostra presa di posizione. Dobbiamo dargli la sensazione che per noi i no e i si sono irrevocabili e frutto di riflessione. Le decisioni non dovrebbero dipendere dagli umori del momento ma fondarsi su delle oggettiva necessita'.Ci sono solo tre motivi per dire di no ad un bambino:1. Quando accontentarlo puo' danneggiare la sua salute. 2. Quando accontentarlo danneggia qualcun altro.3. Quando il suo comportamento fa prevedere un danno.Per il bambino e' importante ottenere dall'adulto una decisione chiara, che lo aiuti ad orientarsi nella vita e gli faccia sentire che nulla e' arbitrario e che esistono delle leggi e delle necessita'. Spesso si puo' fare leva sull'esperienza diretta; così' per esempio, invece di dire: "non toccare quella pentola perche' scotta!" potremmo dire "quella pentola e' calda, senti tu stesso con il tuo dito, ma fai attenzione!". Cosi' gli saremo vicini con simpatia, pro ti ad aiutarlo e a fargli prendere contatto con la vita senza frustrarlo. Nei confronti del bambino piccolo la nostra funzione si esplica attraverso il comportamento, percio' buona parte dell'educazione consiste nell'autoeducazione esercitata dall'adulto. Nei confronti dei bambini l'osservazione e' la guida piu' sicura, pur he' ispirata dall'amore e dalla sincerita'. Solo cosi' potremo correggere i nostri errori e trovare degli spunti in tutti quei casi nei quali i principi e le regole falliscono. L' idea della non interferenza degli adulti in molte situazioni non va confusa con un atteggiamento di abbandono che priva il bambino dalla necessaria protezione e lo fa sentire isolato e indifeso di fronte al mondo.Egli ha bisogno della sua mamme e del suo papa' che, per la sua sensibilita' rappresentano non solo una regola di vita, ma anche sicurezza e difesa.
Quando un bambino vive con un padre che per esempio si manifesta n ogni momento con accessi di collera, allora il bambino partecipa a questa esperienza in maniera che essa si esprime nel suo respiro e nella circolazione del suo sangue:essa plasma i polmoni, il cuore, tutto il sistema dei vasi, e il bambino porta plasmato interiormente in s'è durante tutta la vita cio' che attraverso la vista dell'azione di un padre collerico si e' formato plasticamente in lui. Nei piu' sottili movimenti che gli adulti fanno attorno a lui il bambino sperimenta i pensieri che essi hanno. Non dovremmo quindi mai permetterci di avere dei pensieri non puri e immorali nelle vicinanze di un bambino e dire che nei pensieri possiamo permettercelo perche' tanto il bambino non ne sa niente. Questo non e' vero, il bambino li percepisce, specialmente nei suoi primi anni. Egli e' infatti un sottile osservatore e imitatore del suo ambiente. Poiche' il bambino e' tutto organo di senso, deve assorbire tutti quei gesti intorno a lui che gli occhi non possono evitare. Egli pero' li riceve appunto solo da sveglio. Poi si addormenta e durante il sonno fa le sue scelte: cio' che vuole accogliere lo trasferisce dalla propria anima al proprio corpo, e getta via nel mondo eterico cio' che non vuole accogliere.Il bambino accoglie cosi' nella propria corporeita' solo cio' a cui e' predestinato dal proprio karma. L' azione del karma e' particolarmente vivace nei primissimi anni d infanzia.
I bambini piccoli vivono nel presente, ed hanno esperienza solo di ciò che dicono i loro sensi. Essi reagiscono immediatamente a ciò che vedono e sentono. Chiunque abbia avuto a che fare con bambini di età prescolare sa che essi vogliono fare le cose che fanno i grandi. Essi imitano ogni cosa che accade intorno a loro. Eppure pochi adulti realizzano che questa innata abilità a imitare può essere usata a proprio vantaggio nel crescere un bambino. Molti credono che si creeranno molti problemi se i bambini parteciperanno a ciò che fanno loro. Hanno paura che il bambino si faccia male, e pensano che sia meglio lasciarlo da solo nella sua cameretta o di fronte al televisore. I bambini non si curano molto delle occupazioni artificiali, create ad hoc per loro, è il mondo reale “di tutti i giorni” che vogliono sperimentare!
A casa ciò si traduce nel rimandare le abituali attività a quando il bambino è addormentato, semplicemente perché sono più facili da svolgere senza il bambino intorno, piuttosto che farle con lui quando è sveglio:per esempio rifare i letti, fare le pulizie, lavare i piatti, lavare la biancheria e stenderla, etc..Tali attività dovrebbero essere svolte in modo che il bambino piccolo possa sperimentare ciò che si sta facendo. Si potrebbe per esempio mettere una sedia o un seggiolino di fronte al lavandino; avere a portata di mano diversi stracci e spugne; sistemare una corda del bucato a un’altezza tale che il bambino possa arrivarci facilmente,; avere sottomano aghi grandi senza punta con del filo grosso e della stoffa. Certo il nostro lavoro durerà più del solito..il premio però è che i bambini saranno contenti e non sarà necessario, per intrattenerli, inventarsi qualcos'altro. Di fatto, condividere le attività con gli adulti ispirerà spesso i bambini a continuare a giocare da soli una volta che il lavoro è finito.Se u bambino sta partecipando, è importante che gli sia permesso di smettere quando vuole. È il processo in sé che interessa il bambino, il risultato non gli importa minimamente.
Quando i bambini hanno raggiunto la consapevolezza di sé stessi, quando possono farsi capire e camminare intorno senza aiuto, allora restano intossicati dalle loro notevoli capacità. Si stabilisce la fase della sfida. Il bambino di tre anni usa la sua volontà nelle situazioni più inimmaginabili; non è mai abbastanza indisciplinato o ostinato. Ha luogo una meravigliosa dimostrazione di forza. Il bambino sta giocando con la realtà dell’individualità nella pura gioia di possedere la forza di volontà senza uno scopo definito.
Di cosa ha bisogno una volontà per crescere? Noi costringiamo i nostri bambini ad accettare la nostra volontà come fosse la loro. E’ vero che possiamo convincerli a fare ciò che vogliamo. Talvolta però non sappiamo più che pesci pigliare, abbiamo esaurito la nostra fantasia e la nostra pazienza. Ci irritiamo, li seduciamo con un premio o li minacciamo con una punizione. Magari alla fine otteniamo che facciano ciò che vogliamo noi, ma la loro volontà in tal modo non viene nutrita! Il concetto di autorita' oggi e' divenuto discutibile. I genitori giovani e alcuni psicologi ritengono che i bambini devono stare alla pari con gli adulti abbastanza presto. Nella tendenza a trattare i bambini in modo cameratesco, senza imporre loro la propria responsabilita' di adulti, sembra quasi di cogliere un'affettuosa modestia. Ma succede anche che termini arditi come liberta' o uguaglianza nascondano un' insicurezza pedagogica e il desiderio di sottrarsi, per debolezza o indifferenza, alle proprie responsabilita', anteponendo le proprie esigenze a quelle dei figli. La vera autorita' e' qualcosa che non si ottiene ne' si conserva adottando misure esteriori. Ogni forma di rispetto che sia frutto di costrizione non ha valore per l' evoluzione del bambino! Essa può essere educata solo indirettamente. Le modalità di approccio sono molte e i bambini sono diversi tra loro. Un lavoro pratico e cooperativo con mamma e papà porta la volontà dei bambini nella sfera del sociale e favorisce l’impulso all’altruismo. La volontà non può vivere in isolamento nell’individuo. Può crescere solo quando è legata ad esperienze di appartenenza agli altri.
“di cosa ha bisogno mio figlio, di punizioni o di capire?” è una domanda che i genitori si pongono quando il figlio ha commesso qualcosa di sbagliato. Generalmente piccoli disastri si verificano per mancanza di attenzione, o perché il bambino sta scoprendo gioiosamente qualcosa di nuovo. Prima dobbiamo vedere se il disastro è stato fatto di proposito o se è stato un incidente. Nn è insolito che i bambini mettano alla prova i genitori. Allora bisogna capire se andargli incontro con minacce o con affettuosa fermezza. È sempre necessario stabilire dei confini. A volte una piccola e veloce tempesta può essere meglio di accuse protratte. La punizione ha un significato solo quando arriva subito dopo il misfatto. I bimbi piccoli vivono nel presente, perciò se la reazione arriva immediatamente essi la comprendono! Se un bambino ha offeso o fatto male ad una altro è importante che glielo si faccia capire. Quando ammette di avere sbagliato, abbiamo già ottenuto molto, e farlo partecipare a mettere le cose a posto è un buon aiuto per riparare il danno. Anche noi adulti a volte commettiamo degli errori. Non sempre diamo un esempio appropriato, ma questo ci offre l'opportunita' di comportarci diversamente la prossima volta. Non c'e nessun problema nel fatto che i genitori chiedano scusa ai loro figli,e' in questo modo che diventano dei veri modelli.
E' compito del genitore agire con la massima abnegazione. Egli deve vivere presso il bambino in modo che lo spirito di lui abbia modo di vivere la propria vita. Mai dovremo voler fare dei bambini una copia di noi stessi. In loro non deve sopravvivere in modo costrittivo e tirannico cio' che era nel genitore ai tempi in cui lui stesso cresceva, veniva educato ed istruito. Occorre saper educare in modo da rimuovere gli ostacoli fisici e animi ci che si frappongono a quanto di nuovo, grazie ad un ordinamento divino, penetra in ogni epoca nel mondo per mezzo dei bambini; bisogna far si' che i bambini vivano in un ambiente in cui il loro spirito possa affrontare la vita in piena liberta'.


Indicazioni Bibliografiche:

“L’educazione dei figli” di Rudolf Steiner- Oscar Mondadori
“Educare alla libertà” di Frans Carlgren e Arne Klingborg- Filadelfia Editore

“Come sviluppare tutti i talenti del bambino”Arve Mathisen – Edizioni RED



NICOLETTA.

martedì 29 maggio 2012

In città dal 29 maggio al 3 giugno!





Martedì  29 maggio. Festa del cinema per ragazzi, a cura della coop. Soc. Il Nuova Fantarca. Un’occasione per assistere a film mai proiettati a Bari in precedenza, scelti dagli organizzatori della rassegna, in collaborazione con la Fondazione Cineteca Italiana di Milano, fra i titoli vincitori di diversi festival internazionali di cinema ragazzi. Una vera e propria festa che offre la possibilità di vedere film altrimenti introvabili, espressione di culture e religioni diverse, produzioni pensate e nate per i bambini e i ragazzi – come è nella tradizione di molti Paesi – che quindi, al di là delle riconosciute qualità artistiche, hanno una struttura fortemente pedagogica.
Presso il Cinema Armenise alle ore 9,30. “EEP!”, delicatissimo film belga di Ellen Smith che vede come protagonista Charlotte, che è realmente la più piccola bambina del mondo, e che nel film, nella parte di Birdie, ha un dono tutto speciale, le ali. Tutti proveranno a “domare” la piccola che invece, fino alla fine, cercherà di difendere la sua diversità.
Le proiezioni sono gratuite e aperte a chiunque voglia partecipare, prenotando alla segreteria della coop. soc. Il Nuovo Fantarca 338.7746218 nuovofantarca@virgilio.it  www.nuovofantarca.it.


Mercoledì  30 maggio "Il giornalino di Gian Burrasca"  lettura a numero chiuso per bambine e bambini da 6 a 11 anni
Moby Dick Libri & Giochi, via De Rossi 86- Bari, 
ore 18,45.

Giovedì  31 maggio Prosegue Genitori di bambini in età scolare – I gruppi di incontro di C.R.E.attiva!!!!!

Il periodo che va dai 6 ai 12 anni è definito età scolare. Questo è un periodo particolarissimo della crescita di bambine e bambini.
Il gioco e l’organizzazione libera o semistrutturata della scuola materna lascia il posto ad atività più rigide e sicuramente meno rilassate.
I bambini nel giro di pochissimo imparano una grandissima quantità di nozioni teoriche e cambia radicalmente l’esperienza stessa dell’imparare.
In questo periodo si modifica notevolmente il corpo. cadono i denti da latte, cambia la muscolatura, il corpo si prepara alla vicina pubertà. Spessissimo in questa fase i bambini hanno i cosiddetti “dolori della crescita” e sono comunque alle prese con una grande impresa: CRESCERE!
Crescono i bambini e crescono i genitori, trasformandosi da “genitori di bambini piccoli” in “genitori di bambini grandi”. Anche i genitori possono avere i “dolori della crescita” ma non sono nei muscoli, nelle ossa… sono assestamenti dell’essere genitori…

I gruppi di incontro di CREATTIVA

CREATTIVA sta avviando un gruppo di incontro di genitori per questa partocolare fase della crescita. In questo gruppo di incontro trovi:
- genitori che come te sono interessati al benessere dei propri figli;
- esperti che ti possono offrire un supporto professionale in aggiunta alla tua naturale abilità di genitore.
Quanto costa partecipare a questo gruppo di incontro?
Il costo lo decidi tu!
Ogni volta che parteciperai ad un incontro, troverai una cassettina dove deciderai in autonomia e anonimato di mettere un contributo libero, in base alle tue possibilità ed al tuo grado di soddisfazione.
Calendario prossimi incontri:
31 maggio – ore 9.30 – 12,30
7 giugno – ore 9.30 – 12,30
14 giugno – ore 9.30 – 12,30
Per informazioni ed iscrizioni:
info@creattiva.org  
080.542.35.28  
La segreteria è aperta dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13.

Giovedì  31 maggio"Un cucciolo tutto per me!" lettura a numero chiuso per bambine e bambini da 3 a 5 anni.
Moby Dick Libri & Giochi, via De Rossi 86- Bari, 
ore 18,30,


Venerdì  1 giugno, "Un cucciolo tutto per me!" lettura a numero chiuso per bambine e bambini da 3 a 5 anni.
Moby Dick Libri & Giochi, via De Rossi 86- Bari, 
ore 18,45

La prenotazione è obbligatoria
e va effettuata solo ed esclusivamente telefonicamente al N° 0809644609 dalle 9:30 alle 13:00 e dalle 17:00 alle 20:00        


Venerdì  1 giugno Vi ricordiamo l’appuntamento quindicinnale con gli incontri “Il mio respiro è nutrimento per il mio bambino” per mamme in attesa e/o con bimbi con cui fare esercizi di respirazione, di yoga, di ginnastica dolce, di shiatsu per godersi un momento di relax e di "respiro" dal tran tran quotidiano.
Il costo è di 10 euro ad incontro più l'iscrizione annuale all'associazione che è di 25 e comprende un'assicurazione.
E ancora il corso di "Benessere in gravidanza", un piccolo gruppo di mamme in attesa. Gli incontri, che si svolgono ogni martedì e venerdì mattina,  comprendono una parte di pratica yoga, il trattamento dei piedi fondamentale in gravidanza e una parte di trattamento shiatsu.Qui trovate il calendario: http://www.okidolynfa.com/yoga_corsi.htm
Ci si può inserire in qualunque momento perchè non è un ciclo, trattandosi di neomamme ci si deve adattare alle situazioni presenti e con i bambini non si può troppo programmare!

presso ASD LYNFA, via Zanardelli, 64 BARI.


Venerdì  1 giugno.  QUARTO INCONTRO CON RUDOLF STEINER.

SOGNARE, SCEGLIERE, AGIRE

  • Il ciclo della volontà
  • L’importanza del ritmo: le feste stagionali
  • Il ruolo dell’attività artistica

Una giornata scandita dai ritmi genera la volontà. Questo dà al bambino un senso di stabilità che lo tranquillizza. Il bambino immerso in una condizione simile al sogno lentamente prende contatto con il fluire della vita, cadenzata dalla natura, che gli viene incontro, nel tentativo di dargli una forma.
dalle 18 alle 20.
sede Asilo nido Argenti di via Toma.


Venerdì 1 giugno. Giornata del Baratto e dello scambio.
alle 17 a Sannicandro scambio giochi e presentazione del Eco-Camp-Estivo che parte l'11 giugno.




Sabato 2 Giugno: Il battesimo della sella nel Parco del Pollino

Il 2 giugno – chi vuole abbandonare i riti delle parate ufficiali che si celebrano nelle nostre già roventi città- può prendere in considerazione l’equiraduno a misura di bimbi organizzato in Basilicata, giunto – con grande successo – alla terza edizione.
Dalle 15 nel Parco Nazionale del Pollino, a Francavilla sul Sinni, in provincia di Potenza,  torna “Bimbi e cavalli”. Una seguitissima iniziativa promossa del Club Ippico  Caramola Ranch e dai suoi instancabili e vulcanici animatori,  Cristina Piras e Vincenzo Brescia in collaborazione con Engea, l’Ente Nazionale Guide Equestri e Ambientali e Coni.
In programma tanto divertimento e un pomeriggio all’insegna dell’educazione ambientale. Giochi, una gara di disegno, musica per bambini e naturalmente il battesimo della sella e cavalcate per i pù grandi saranno gli ingredienti principali della manifestazione che si svolgerà immersi nella natura in contrada Scaldaferri, sul Pollino.
Tutti i bimbi potranno accarezzare e “fare amicizia” con i cavalli. Chi vorrà, potrà montarli e fare una passeggiata in sella. Verrà rilasciato un attestato del battesimo della sella a piccini che per la prima volta salgono a cavallo e gadgets a tutti i partecipanti .
Al Caramola Ranch da giugno si terranno anche lezioni di equitazione per i più piccoli. Ecco i dettagli per chi volesse fare una vacanza in montagna e iscrivere i figli all’attività-ludico-sportiva: età minima, 6 anni; la durata del corso è di 10 lezioni per un costo totale di 100 euro più l’aggiunta di 25 euro annuali per il patentino che equivale anche alla copertura assicurativa per tutto l’anno solare.
Info e prenotazioni: 3473630463 oppure 3356695453 oppure sul sito www.caramolaranch.com

 Sabato 2 Giugno. La Riserva dei Laghi di Conversano vi aspetta nel villaggio di Castiglione con un ricco programma dalle ore 10,00 alle ore 14,00:
Caccia al tesoro di Castiglione...con premio (sicuro)
Non fare l’indiano... costruzione di un tepee (se ci riusciamo)
Butterfly Catching...
Riciclo Ricreativo...a surpresa (della vispa Teresa)
Ricette Incerte...apritive e buone da leggere
Pic Nic No Plastik... per chi vuol fermarsi dopo le 14 (facoltativo)
Orto da bere...solo per adulti pre e post pic nic
La pecora “Gentile di Puglia” al pascolo brado.....ecodiserbo del pabulabile                                     
Ultime novizie dal Parco dei Laghi....
Per raggiungere Castiglione:
sulla strada provinciale 101 Conversano-Putignano dopo 2,5 km svoltare a sinistra per Castiglione.
Dopo circa 1,5 km di vede il “Lago” e sulla collina la Torre .....e siete arrivati !
INFO: ProLoco 080/4951228
info@masseriadeimonelli
info@polyxena.eu



Sabato 2 giugno e Domenica 3 giugno: Festa delle Ciliegie

A Conversano si rinnova l’appuntamento con la “Festa delle Ciliegie” .Questa nona edizione, che riprende l’antica tradizione della sagra iniziata negli anni ’50-’60, si caratterizza per l’abbinamento con la Cattedrale di Conversano, appena riaperta dopo anni di lavori.
 Scenario della rassegna il corso che costeggia il Castello di Conversano lungo il quale saranno allestiti gli stands a cura di produttori agricoli e operatori commerciali.
 Il tutto in un clima gioioso che vede protagonisti soprattutto i bambini. Gli alunni delle scuole elementari e medie esporranno i lavori realizzati per l’occasione: disegni, cartelloni, ricerche storiche ed economiche, ma anche un buffet di dolci a base di ciliegie preparati da mamme e nonne con ricette tradizionali che si tramandano da generazioni.
Tra le novità di quest’anno l’abbinamento con il giro degli Archi, la tradizionale manifestazione podistica riservata alle famiglie e agli appassionati della corsa che partirà in contemporanea con l’inaugurazione della festa prevista alle  9.30 di sabato con la benedizione degli stands da parte del vescovo della diocesi di Conversano-Monopoli mons. Domenico Padovano. Alle 10.30 l’arrivo di auto e moto storiche della scuderia “Volare” di Polignano a Mare.
Dal pomeriggio di sabato e per l’intera giornata di domenica l’apertura degli stands colmi di ciliegie “ferrovia”.
Svariati gli altri appuntamenti da segnalare nel corso della due giorni: visite guidate per il centro storico e in particolare per la Cattedrale, fra i ciliegeti e presso il Centro di Valorizzazione della Cerasicoltura realizzato negli anni ’80 a Conversano dalla Provincia di Bari, dove si può ammirare la più vasta collezione varietale di ciliegio dolce del mezzogiorno e si sperimentano coltivazioni biologiche; percorsi enogastronomici con gelati, cornetti e menù tipici a base di ciliegia fra gli esercizi commerciali della città; dimostrazione di fabbricazione artigianale di cestini in legno di ciliegio dei maestri artigiani. La giornata di domenica invece si aprirà alle 8.30 con il raduno di Fiat Topolino storiche dal 1938 al 1954 dell’Old Cars Club di Bari. La manifestazione si concluderà nella serata di domenica 2 giugno con il concorso “Le 50 ciliegie d’oro”, la cerimonia di premiazione degli espositori e dei vincitori della gara e la consegna della donazione alla Cattedrale.


Domenica  3 giugno. Nuovi stili di vita. Presso piazzale Lorusso (nei pressi dell'hotel Ambasciatori), dalle ore 9,00 alle ore 21:00, si terrà un mercatino con produttori di cibo biologico, prodotti locali a km. Zero, prodotti del mercato equosolidale  e altre realtà del terzo settore, allo scopo di promuovere con le proprie esperienze la possibilità di scegliere altre forme di consumo e riflettere su nuovi stili di vita. 


Domenica  3 giugno. Passeggiata Ecologica con tavolata finale

L’Associaz. Culturale Cocolicchio in collaborazione con l’Associaz. Culturale Domus Apuliae organizzano la:
II° Edizione della passeggiata ecologica a Cocolicchio Domenica 3 Giugno 2012.
Anche quest’anno dopo il favorevole riscontro della edizione dello scorso anno proponiamo una giornata all’insegna della conoscenza e della raccolta delle erbe nelle campagne che circondano il borgo a trulli di Cocolicchio –Fasano per riappropriarci dei valori della natura. E’ una tradizione antica quella di andare sulle colline della Murgia alla ricerca di erbe commestibili e noi vogliamo trasmettere questa antica conoscenza guidando una escursione che si snoderà per antichi tratturi costeggiando trulli e masserie oltre che boschi di macchia mediterranea. Al termine del percorso i partecipanti potranno gustare sedute in una pittoresca aia, seduti sulle balle di fieno, piatti tipici della cultura locale e contadina rigorosamente a KM 0. Il pomeriggio sarà allietato da musiche e danze del mediterraneo.

PROGRAMMA
Ore 09.00 Raduno in piazzetta a Cocolicchio
Ore 09.30 Partenza della passeggiata guidata
Ore 14.00 Pranzo
Ore 16.30 Danze Popolari
Munirsi di scarpe da ginnastica o da trekking.
Obbligatoria la prenotazione entro venerdi 1/06/2012.
Per info e prenotazioni:
Associazione culturale Cocolicchio – Presidente Rag. Vito Pinto tel. 3337253476 – asscocolicchio@libero.it

Associazione culturale Domus Apuliae – Presidente Dott.ssa Angela Karoline Pantaleo – domusapuliae@libero.it


Inoltre vi segnaliamo delle attività che stanno per partire su bari, pensate per l’estate dei bambini e dei ragazzi.

ECOCAMP ESTIVO
L’idea nasce dal desiderio di proporre risposte in chiave ludica ad alcune esigenze della società attuale. Viviamo in una condizione di sradicamento dal territorio e dalla comunità in un contesto nel quale le gratificazioni sono identificate con i consumi e la creatività non ha diritto di cittadinanza.
Si vogliono proporre alternative a basso impatto ambientale ma ad alto livello di gratificazione, basate su una riscoperta del potenziale creativo umano e sulla rivalutazione del gioco come momento di condivisione, aggregazione e stimolo vitale.
L’eco-camp-estivo è rivolto ai bambini della scuola elementare e ai ragazzi della scuola media (divisi in gruppi di 10 - 15 bambini a seconda della fascia d’età).
Dal Lunedì al giovedì si gioca, si crea e si fa sport nella Casa, il venerdì è dedicato alle gite fuori Casa.
Inoltre, chi si iscriverà le prime 2 settimane di luglio, avrà la possibilità di essere uno dei protagonisti dello spettacolo dei bambini a conclusione della Festa della Madonna del Carmine il 15 Luglio.


 Educamp: sport e divertimento 
a Parco due Giugno

C’è tempo fino al 1 giugno per aderire al progetto estivo Educamp, rivolto a bambini dai 6 agli 11 anni.
L’iniziativa, promossa per il terzo anno dal ministero dell’istruzione, l’università e la ricerca e dal Coni – Comitato olimpico nazionale italiano, sarà realizzata quest’anno per la prima volta a Bari dalla VI Circoscrizione in collaborazione con il Coni.
Dall’11 giugno al 27 luglio prossimi presso il Parco 2 Giugno l’appuntamento è con Educamp, il centro estivo scolastico e sportivo che ha l’obiettivo di diffondere, attraverso la pratica di attività motoria, il concetto di sport inteso come strumento fondamentale di crescita personale e collettiva.
Tutti i giorni i bambini che parteciperanno ai campus scolastici sportivi e multidisciplinari di Educamp, dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 14, saranno seguiti nelle attività sportive da educatori ed istruttori qualificati.
La quota settimanale di iscrizione al camp, di 30 euro, comprende kit di abbigliamento e assicurazione
La raccolta delle iscrizioni sarà effettuata dal personale del CONI presso l’ufficio Anagrafe della VI Circoscrizione – via Pinto, 3 (Scuola del Prete) – dal lunedì al venerdì dalle  9 alle  11 e il giovedì anche dalle 15.30alle 17.30.
Potranno usufruire di 80 gratuità i bambini residenti nella Circoscrizione compilando la scheda d’iscrizione disponibile sul sito del Comune a questo link oltre che in distribuzione in tutte le scuole primarie della VI Circoscrizione e presentando il modello ISEE sulla base del quale verrà stilata la graduatoria.
Per ulteriori info: CONI Bari c/o Stadio della Vittoria tel. 0805348630 mail: bari@coni.it.


Arte, archeologia e fumetti

“Alla scoperta di Paolo di Tarso” : i campi scuola 2012 di Pugliarte destinati ai ragazzi dai 9 ai 12 anni, sono intitolati all’apostolo Paolo, il principale missionario del Vangelo di Gesù tra i pagani greci e romani. Laboratori d’arte, di archeologia e di fumetto oltre a giochi avventurosi sono previsti nel programma estivo.
“L’obiettivo dei “Campi Estate 2012” è di trasmettere ai giovani le conoscenze archeologiche, storico-culturali, ambientalistiche che servono ad apprezzare il territorio nel quale viviamo, scoprendone i valori e i messaggi più semplici e genuini, senza trascurare il divertimento e lo sport”.
 Quando e dove: dal 18 al 29 giugno 2012,  dal lunedì al venerdì’ presso la Società San Paolo, in Strada Vassallo 35  a Bari
Info e prenotazioni: don Domenico Soliman, tel. 080/59.19.711 oppure via email: domenico.soliman@stpauls.it e  info@pugliarte.it.

Bari città del basket
Aree ricreativo-sportive a cielo aperto, con canestri e istruttori di basket sparsi in diversi quartieri di Bari. È il progetto innovativo a cura dell’associazione Bari Basket Soul in collaborazione con il Comune di Bari.
Basket Garden partirà il prossimo 12 giugno attraverso corsi gratuiti di avviamento alla pallacanestro, in fasce orarie mattutine e pomeridiane, e terminerà il 14 settembre. Scopo dell’amministrazione comunale e degli organizzatori è diffondere la cultura sportiva, avviare i giovani allo sport, porre le basi per una solida comunità legata al gioco del basket e, soprattutto, formare i più piccoli nella loro crescita attraverso i valori sani dello sport e dell’agonismo.
Sono sette le aree individuate finora: l’arena Giardino e l’Ipercoop di Japigia, il Cus Bari, largo 2 Giugno, il parco di punta Perotti, l’oratorio di San Pio e il basket court di San Girolamo.
Dal lunedì al venerdì (a giorni alterni), a partire dalle ore 8.30 alle 10.30 e dalle ore 17.30 alle 19.30, gli istruttori potranno insegnare agli sportivi interessati la tecnica e la tattica della pallacanestro in spazi aperti (basket garden), contribuendo anche alla creazione di un vivaio cittadino.

BUONA SETTIMANA!!!!

mercoledì 23 maggio 2012

Gioco e giocattoli Waldorf





Nei primi tre anni di vita il bambino compie vistose trasformazioni ma altre ne seguono con ritmi più lunghi.
Davanti al bambino piccolo così plasmabile, così pieno di aspettativa, così indifeso, dovrebbero nascere un grande senso di responsabilità nel creare l'ambiente intorno a lui, e tante domande. Proviamo ad osservare più attentamente come procede il bambino, come tutto in lui è movimento e come solo gradualmente egli si pone in una situazione di quiete e anche quando è tranquillo tutto ancora si muove in lui. Guardiamolo quando gioca in riva al mare e vuole costruire un castello di sabbia: come questo materiale si lascia completamente formare e trasformare e combinare con acqua in diverse gradazioni di densità! Prendiamo ora in mano dei cubi di legno o dei piccoli pezzi di plastica che si combinano insieme solo secondo certe regole e sentiamo noi stessi come l'azione dei due materiali sia completamente diversa e scegliamo quello che più è consono all'intima necessità di plasmare del bambino. Quando si osservano i bambini giocare si può imparare molto a proposito di adattabilità, immaginazione e gioia nella creatività. Il dono che loro possiedono di trasformare gli oggetti in giochi, trovando sempre nuove soluzioni, può essere visto come l’esatto opposto di ciò che spesso infastidisce l’adulto: successioni predeterminate di pensieri e mancanza di energia per intraprendere nuove iniziative. Come genitori possiamo cercare di acquisire un ‘”occhio dell’artista” per giudicare i modi diversi in cui i bambini giocano. Possiamo osservare come tengono in mano i mattoni da costruzione, se li assemblano in verticale o in orizzontale, come addestrano il proprio equilibrio, se rinunciano o ricominciano da capo: tutto ciò può dare un’idea dell’individualità e del temperamento del bambino. Giocando il bambino verifica sugli oggetti esteriori se questo o quello, grazie alla sua attività ha un effetto. Nel gioco, con l'imitazione, i bambini prendono coscienza della natura e del loro ambiente culturale. "Afferrare" diventa "comprendere". Per il bambino piccolo, che frequenta l'asilo, si parla di "com-prendere col gioco": sperimentare con tutti i sensi, muoversi con tutto il corpo, essere attivo con mani e piedi. Da questo derivano la capacità di dominare i movimenti del corpo, di governare l'equilibrio, di sfiorare delicatamente e di afferrare saldamente qualcosa. E da questo nascerà più avanti l'esperienza autocosciente: posso plasmare il mondo perchè l'ho compreso.
Mette in moto la sua volontà di agire. Per questo è importante che nel gioco dei bambini si mescoli il meno possibile l’elemento razionale. Un gioco sarà tanto migliore quanto più si svolgerà in un ambito non del tutto compreso, ma sentito come vivente. Il giocattolo avrà una migliore funzione educativa se sarà composto di parti  o personaggi che si muovono mediante fili o altro, un libro sarà preferibile se avrà figure o animali movibili; questo tipo di giochi è migliore di una cassetta di costruzioni che richiede un’attività logica e fa appello a criteri personali più che a quel tipo di ricerca a tentoni dell’elemento mobile e vivo che il bimbo non capisce razionalmente ma vede in attività.
L’immaginazione si trasforma man mano che il bambino cresce.
Un lattante non ha bisogno di essere creativo. I bambini molto piccoli non hanno la padronanza dei loro mezzi espressivi, ma già verso i 2-3 anni questi iniziano a manifestarsi. Se si danno ad un bambino di quest’ età gessi e matite, lui si mette subito all’opera, esternando la sua volontà, il suo bisogno insopprimibile di rendere visibile in un’immagine il movimento. La fantasia affiora nella vita di un bambino solo tra il secondo e il terzo anno di vita; a questo punto il gioco perde il suo carattere concreto e oggettivo. Il bambino non si accontenta più di battere sui piatti e sulle pentole, ora la pentola diventa una casa e il cucchiaio diventa una persona che vi entra.
Dai 3 ai 4 anni il bambino sembra essere posseduto dal potere della fantasia:in ogni momento fluiscono nuove idee. I piccoli seguono la loro ispirazione, usando tutto ciò che proviene dal mondo esterno.
Se si dà ad un bambino di due anni una scodella piena di sabbia e gli si dice che è una torta di compleanno, può succedere che il bambino cominci a mangiare la sabbia. Un bambino di tre anni invece ti guarderà e risponderà: "E' solo un gioco, non è vero?". Il bambino di quattro anni sa che è un gioco: comincerà ad ornare la sabbia con fiori e foglie e inviterà gli amici a una festa di compleanno. Il bambino a quest'età può prendere in mano le cose più semplici e farle diventare qualsiasi cosa desideri, per poterci giocare. Quindi, nel medesimo istante in cui il bambino comincia a pensare, si risveglia anche la fantasia infantile.
I bambini di 6-7 anni spesso hanno già una specie di quadro interiore del gioco che stanno facendo; la loro fantasia crea idee per l’azione con no scopo più definito.
Poiché i bambini diventano più sensibili quando superano i 5-6 anni, molti pensano che a quell’età serva loro qualcosa di nuovo.. Ma i bambini si possono talmente abituare a dei continui cambiamenti da non sentire più alcun collegamento con ciò che stanno facendo, e non riescono a sviluppare nessuna perseveranza. Spesso preferiscono parlare ad un adulto, facendo ogni sorta di domande, piuttosto che prendere parte ad un’attività. Può accadere che siano molto irrequieti o diventino spettatori apatici. In casi come questi, po’ essere d’aiuto farli giocare con bambini più piccoli la cui fantasia viaggia ancora sfrenata! Il bambino di 6 anni non ha bisogno di nuovi oggetti intorno a lui: sono gli atteggiamenti di noi adulti che devono cambiare, anche se sempre in modo graduale. I bambini devono notare che stiamo facendo loro delle richieste, che non possono camminare dentro casa con gli stivali per la pioggia, come fa il piccolo di tre anni, senza pensarci. A 6 anni possono avere piccoli compiti, come innaffiare le piante, apparecchiare la tavola..  Dopo aver lavorato un po’, tornano a giocare con rinnovato ardore!
La fantasia creativa vive nel gioco infantile. Questa deve venire protetta e coltivata perché conferisce calore e profondità a tutto l’agire del bambino ed è ancora strettamente connessa alla sensorialità. Nella sfera della fantasia creativa predomina l’essere interiore del bambino e il suo atteggiamento un po’ sognante si mantiene intatto. Il gioco pervaso di fantasia prelude a quella qualità preziosa per l’uomo che è la capacità di immedesimarsi con pienezza nel proprio lavoro.
E se pensiero e fantasia possono crescere e maturare insieme, si trasformano in pensiero creativo, un pensiero che affronterà il futuro in modo creativo. Un bambino entra all'asilo poco dopo aver compiuto questo passo nel suo sviluppo interiore. Nel periodo dell'asilo la fantasia si trasforma.
All'inizio il bambino è quasi costantemente in movimento, ma a poco a poco si immerge sempre più nel suo gioco, che prende le mosse sempre da qualcosa che c'è intorno a lui. Il gioco non è programmato; l'interesse viene attratto da qualcosa, un tronco d'albero, dei legni da costruzione, una bambola, dei teli, e il gioco si sviluppa da sé.
Un ulteriore passo nello sviluppo della fantasia del bambino si manifesta nel momento in cui il gioco nasce da un'idea. Prima il bambino inventa il gioco, poi va a cercare le cose che gli servono per farlo. Affiora un elemento interiore che evolve gradualmente verso la “progettazione per immagini”. Lo spazio di gioco viene trasferito dall'esterno verso l'interno.
L'evoluzione della fantasia infantile è anche un pilastro portante nello sviluppo del pensiero creativo. Dove l'una viene frenata l'altro non può che soffrirne.
Lasciamo che il bambino inventi il suo gioco. Forniamogli occasioni di vedere persone attive in un lavoro ed egli vorrà imitare il gioco e qualunque cosa andrà bene come barca o nave o casa.
Nel gioco si specchiano i rapporti che il bambino ha con se stesso, con gli altri, con il mondo e una certa gradualità di ciò che incontra è fondamentale perchè la vita del bambino risulti armonica. Egli vuole diventare uomo e quindi tutti i suoi primi incontri è bene che abbiano come primo punto di riferimento l'uomo stesso: quindi il gioco con gli adulti precede quello con il giocattolo, e la bambola, immagine dell'uomo, precede l'animale e questo precede l'utensile e la macchina. E così anche nei materiali la lana e la seta precedono il cotone e questo precede il legno e il metallo. Cerchiamo cioè di accompagnare il bambino dal cosmo verso la terra partendo da elementi morbidi e caldi verso elementi duri e più freddi.
Le prime impressioni hanno una grande importanza per un sano sviluppo delle facoltà umane ed è importante che il bambino possa avere percezioni di qualità di materiali diversi ma naturali, cioè trattati dalla natura e poco manipolati, che conservano quindi un certo elemento di calore.
Troppo facilmente il giocare viene scambiato con il puro e semplice essere occupato.
Si è contenti, quando i bambini fanno qualche cosa e ci si chiede troppo poco sulle forze che vengono di volta in volta suscitate e chiamate ad agire sul bambino.

Sempre, quando incontriamo dei bambini in attività, da soli o in piccoli gruppi, possiamo vedere  che, se giocano veramente, rappresentano scene di vita quotidiana. La persona adulta ha per loro una grande importanza.
All’adulto essi alzano gli occhi con ammirazione. In sua presenza sperimentano con lui come imposta la sua vita in casa, sulla strada, nei negozi, nel rapporto con le altre persone, ecc…, come si preoccupa per la famiglia, per la casa, come domina la tecnica.
Tutte queste esperienze danno degli impulsi per diventare attivi per ciò che noi chiamiamo giocare. L’ambiente circostante fornisce ispirazione per il suo gioco, che imita l’attività dell’adulto, ma è privo di propositi pratici o di obiettivi. Ciò che piace al bambino è l’atto del fare!
Ad esempio, se dei bambini di 5 o 6 anni vogliono avere un tipo particolare di automobile, per esempio un’ambulanza, in cui poter anche salire, avranno bisogno non solo di molta fantasia, ma anche di molta abilità, pazienza e forza di volontà.
 All’inizio di un tale gioco c’è per lo più l’idea dell’auto speciale e l’impulso a costruirla.
Durante la costruzione, in rapporto ai diversi materiali e ai compagni di gioco, arrivano le singole idee per l’elaborazione, l’allestimento e i miglioramenti. E ogni volta che un’idea ha preso forma, subentra la più grande soddisfazione.
 Osservatori inesperti possono chiedersi quand’è che i bambini arrivano al gioco vero e proprio, se ogni volta devono impiegare così tanto tempo per fabbricarsi i propri giocattoli.
Poi vedono con sorpresa, che dopo averlo usato per poco tempo o addirittura poco prima della sua conclusione, il tutto viene smontato, trasformato e ricostruito in un altro posto.
Giocare significa dunque essere nel processo, non servirsi di un prodotto finito.
Per l’adulto è difficile immedesimarsi nel mondo di fantasia del bambino e nell’operare delle sue forze. Troppo facilmente vorrebbe condividere con i bambini il fascino, la gioia, il piacere di guardare oggetti in miniatura, perfette imitazioni o perfino figure umane e animali deformate in caricature.
Il gioco del bambino non è mai un’attività fatta superficialmente, ma un agire pervaso di profonda serietà.
Se oggi questo non avviene, con alcuni bambini, la causa è da ricercare raramente in loro stessi, bensì nell’ambiente che li circonda: il comportamento degli adulti o il tipo di giocattoli messi a loro disposizione, ha fatto sì che andasse persa la capacità di un gioco pieno di dedizione.
Se si è consapevoli delle necessità pedagogiche, si può rimediare.
 E’ importante perciò che l’adulto, in presenza del bambino, sia attivo.
Una mamma quando per esempio lava la verdura, scopa la stanza o stira, agisce in modo molto più stimolante che se scrivesse una lettera; e così il papà che lava l’automobile è più stimolante che se legge il giornale.
Il fatto che il bambino impara attraverso l’imitazione porta con sè la conseguenza che l’adulto, in presenza del bambino, dovrebbe comportarsi in maniera degna di essere imitata.
L’adulto può arrivare a interiorizzare questo fatto a tal punto da diventare capace, col tempo, di guidare il bambino molto più attraverso l’imitazione che attraverso spiegazioni e proibizioni.
L’uomo, e in modo particolare il bambino piccolo, è un essere in divenire. Anche nell’ambiente che lo circonda, ha bisogno di trovare la possibilità di trasformare, di creare qualcosa di nuovo. I giocattoli dovrebbero avere la caratteristica di sollecitare la fantasia del bambino, in modo tale che egli possa scoprirvi ogni volta qualcosa di diverso.
Non ogni giocattolo si lascia trasformare in questo meraviglioso modo. Certamente diamo ai bambini anche degli oggetti, che sono più formati e che lasciano intravedere una tipica figura umana o di animale, un ponte o una macchina.
Ma non è necessario che essi rappresentino la maggioranza di tutti gli oggetti presenti nella stanza del bambino.
L’idea di base è che i giocattoli dovrebbero essere semplici, (relativamente) pochi, in materiali naturali, fatti a mano se possibile, e con un “finale aperto”, che significa questo: il gioco dovrebbe stimolare l’immaginazione – il bambino puo’ “completarlo” usando la propria mente.
Ai bambini non serve granchè per cominciare a giocare: bastano semplici giocattoli fatti di materiali naturali che possono essere trasformati in una miriade di oggetti diversi, grazie ai quali reatività e fantasia s rinforzano e ricevono infinite possibilità di sviluppo. Costruire noi stessi dei giochi (o farlo insieme ai bimbi) non è solo divertimento; ci permette anche di sviluppare un rapporto speciale con i giocattoli stessi. Poiché per i bambini noi siamo dei modelli, siamo in grado di influenzare il loro potenziale creativo. Anche prima che il giocattolo sia finito, i bambini pregustano eccitati la gioia di ciò che potranno farci.


Il giocattolo da uno a tre anni
Da uno a tre anni i bambini stanno soprattutto con la mamma, e il loro più grande piacere è trafficare con mestoli, pentole, ecc…
Per questo sono sufficienti solo poche cose nell’angolo dei giochi: una grande bambola coi nodi (telo quadrato con il lato di circa 70cm, testa dimetro 12cm), una semplice carrozzina di vimini, una palla di stoffa morbida, un cesto con legni da costruzione, un cesto con castagne, palette di legno, figure umane intagliate, cavallo a dondolo
.

Il giocattolo dai tre ai cinque anni
Dai 3 ai 5 anni sono molto indicati tutti i materiali per grandi costruzioni:
- cavalletti di legno,
- teli da gioco,
- sacchetti di sabbia e mollette da bucato,
- coperte, nastri e corde,
- legni da costruzione,
- tavoli, panchette, sedie
- cesti diversi per tenere ad esempio cortecce, conchiglie, pigne, sassi, lana di pecora, piume, castagne, ghiande,
- bambole, teli per fasciare le bambole, sacchetto a pelo per bambole,
- vari cesti e scodelline di legno,
- pastori e pecore,
- cavallo di legno con carretto o carrozza,
- trottola di legno, ecc…

I teli a gioco sono quadrati o rettangoli di seta colorata di misure diverse, diventano vestiti per le bambole, abiti, mantelli, cappelli, travestimenti, bandiere, fiumi, montagne. I bambini possono costruire case e castelli meravigliosi! I pezzi di stoffa possono essere usati per ricoprire sedie e tavoli o venire appesi agli elastici e tirati da un mobile all’altro. Per fissare le stoffe si potranno usare mollette da bucato.

I cavalletti di legno sono da annoverare tra quegli oggetti da costruzione che si auspica siano presenti nella stanza di ogni bambino. Per le loro molteplici possibilità sono da ritenersi indispensabili. Ricoperti di un telo, due di questi cavalletti possono formare un accogliente angolo per bambole o un negozio.
Tutti gli spigoli devono essere ben arrotondati, l’asta superiore può essere estraibile. Nell’asta trasversale superiore possono esser praticati dei fori, in cui possono essere infilate delle canne per realizzare dei tetti, coperti di teli, collegando tra loro due cavalletti. Durante il gioco si trasformerà in una miriade di cose: n negozio, un teatrino, una casa di bambole, un tavolo, uno scaffale, una casa (ricoperto da stoffa) etc..

I legni da costruzione, ricavati da pezzi di ramo di varia grandezza e ricoperti di corteccia, offrono una grande quantità di forme organiche e di colori naturali.
Basta scegliere dei rami con una bella corteccia, del diametro da 2 a 15cm. I rami possono essere segati secondo il peso in lunghezze diverse, da 2 a 25cm.
Con i rami molto grossi si tagliano dei dischi di circa 4cm di spessore.
Non bisogna mai tagliare via del tutto i rami laterali, ma lasciarli sempre per una lunghezza di alcuni centimetri.
Levigare gli orli di taglio e strofinare bene i pezzi con cera d’api o olio di lino e lucidare: in questo modo il legno è protetto e può essere pulito con facilità.
Per la conservazione dei legni sono particolarmente indicati i cesti di vimini. Il risultato sarà che i bambini potranno realizzare meravigliosi paesaggi, castelli, città e mille altre cose!

Le bambole. Queste strane bambole costano care e molti non vedono l’interesse di spendere 100-150 euro per una bambola “imperfetta” quando ci sono meravigliosi esemplari, parlanti, piangenti, facenti pipi’ e anatomicamente perfetti che costano meno della metà.
“Il fatto che la bambola sia semplice, morbida e abbia, al posto degli occhi e della bocca, solo due puntini, dà al bambino la libertà di concretizzare la sua fisionomia vaga in una rappresentazione personale. Inoltre la bambola di stoffa è in grado di modificare, agli occhi del bambino, la sua espressione a seconda dello stato d’animo”. Il fatto che i lineamenti siano rudimentali è il frutto di una scelta precisa, perché il bambino possa attribuire loro qualsiasi emozione. Sono imbottite con lana di pecora, che si scalda tra le braccia del bambino, dando la sensazione di una bambola “viva”

Il giocattolo dai cinque ai sette anni.

Dai 5 ai 7 anni poche cose possono essere aggiunte:
- vestiti per bambole,
- animali di lana fatti a maglia,
- libri illustrati,
- un cestino da lavoro  con forbici, ditale, porta aghi, ritagli di stoffa e fili colorati.
Per giocare in giardino la cosa più importante è la buca della sabbia.
Questa non dovrebbe essere troppo piccola e abbastanza profonda.
La sabbia è un materiale ideale per la mano del bambino, che vorrebbe continuamente formare e trasformare. Si può arricchirla con delle conchiglie resistenti e con sassi interessanti.
Dei piccoli cestini di giunco per setacciare, delle palette di legno ed alcuni ceppi di legno di varie forme, stimolano a fare molti giochi. Se qualcuno non ha il giardino, no problem! Guardate qui: http://www.equazioni.org/index.php/2010/06/14/sabbiera-da-balcone/

Nel gioco l’elemento essenziale e formativo sta nel fatto che noi adulti dobbiamo arrestarci e lasciare il bambino alle proprie forze autonome. Il gioco è guidato e sostenuto dall’atmosfera che si crea attorno ai bambini. Se ci preoccupiamo di circondarli di influssi puri, veri, controllati, affettuosi, fatti di calore e bellezza, tutto questo rivivrà nei loro giochi. Se, con uno strappo brusco egli viene disturbato nel suo sviluppo graduale, a volte anche lento, la sua autocoscienza si risveglia troppo presto rendendolo insoddisfatto e capriccioso. Ci sono delle differenze individuali che nel gioco vengono messe in luce. Steiner dice: “ Il gioco raggiunge la sua massima caratterizzazione intorno ai 5 anni. Naturalmente i bambini continuano a giocare anche dopo quest’età, ma allora al gioco si mescolano altri elementi ed esso perde quella caratteristica che lo fa apparire come fluito da un arbitrio interiore. Se si vorrà guidare il gioco opportunamente, bisognerà tenere d’occhio il temperamento del bambino. Di solito si ritiene che un bambino flemmatico possa venir corretto proponendogli dei giochi molto vivaci che gli diano degli stimoli; oppure che un temperamento chiuso in sé stesso, tendente alla melanconia, si possa modificare con giochi che lo rallegrino. Ma questa opinione non è esatta.; in realtà ciò che va fatto è proprio il contrario, ossia si deve studiare il carattere di fondo del bambino e adattare il gioco al suo temperamento. Si deve cercare, nel caso di un bambino lento, di imprimere anche nel gioco un ritmo lento, mentre per un bambino più rapido il gioco sarà reso veloce con passaggi graduali a ritmi diversi.”
Per una sana educazione del bambino possiamo considerare anche un altro aspetto, quello di una distinzione eccessivamente precoce tra uomo e donna. Gli aspetti umano-morali dell'uomo non sono sottoposti a questa distinzione: la bontà, il coraggio, la pazienza, l'audacia, la perseveranza, la compassione sono qualità umane in senso generale. Nel gioco esse trovano modo di manifestarsi nelle forme più svariate. Lasciamo dunque che il bambino sperimenti e viva questa qualità senza limitare le sue esperienze ed ambiti troppo ristretti o con ruoli troppo determinati che si rifanno inesorabilmente a stereotipi di dubbio valore educativo. Lasciamo che i bambini cullino amorevolmente una bambola e che le bimbe scalino montagne e guidino navi. Qualcuno trova strano che un bambino maschio giochi con le bambole temendo che questo potrebbe “influenzare” la futura identità sessuale di suo figlio. I bambini, fino all’età di sette anni, imitano gli adulti che hanno intorno. Un bambino, maschio o femmina che sia, che passa la maggior parte del tempo con la mamma, giocherà a passare l’aspirapolvere, a cucinare, a stirare. Un bambino che vede la sua mamma accudire la sorellina (o il fratellino) giocherà a cambiare la bambola.
Evitiamo piuttosto l'aggressività, la violenza e la civetteria che esaltano gli aspetti dell'uomo lontani dalla vera dignità umana.
Se si consente ai bambini di sperimentare tutte le fasi del gioco fino all’età di 7 anni, le loro percezioni, le impressioni dei loro sensi, la loro conoscenza delle relazioni e le loro idee ed esperienze li avranno resi sufficientemente maturi da poter affrontare le varie richieste, non solo intellettuali che la scuola porrà loro.
Il nostro tempo si potrebbe definire l’epoca della “roba”; è tipico infatti dei processi industriali produrre un’infinità di cose pronte per l’uso, che vengono subito utilizzate per uno scopo ben preciso ma che non hanno nessuna durata. E’ anche tipico della natura dei bambini stancarsi in fretta di un giocattolo molto specifico, con un’unica possibilità di impiego. L’essenziale è non dare al bambino troppe cose! Tale principio educativo in un paese industrializzato appare un’utopia e i genitori che si prefiggono di metterlo in pratica si accorgono ben presto che il loro programma viene sistematicamente intralciato da nonni, zii, cugini e amici, che animati dalle migliori intenzioni, non mancano mai di portare una marea di giocattoli pre-definiti, super-intelligenti, ultra-moderni quando vengono in visita. Ci sono poi i compagni di gioco più forniti che usano esibire con orgoglio l’ultimo dono ricevuto. Ciascuno però nel suo piccolo può riuscire a creare l’ambiente migliore per i propri figli, filtrando, mediando, neutralizzando, senza troppe rigidità..!Non è una battaglia persa!



Riferimenti Bibliografici.

Gioco e giocattolo nei primi anni” di Luciana Liccione Pederiva
Il gioco, il lavoro più serio per il bambino” di Joan Almon
Educare alla libertà”, di Frans Carlgreen- Ann Klingborg, Filadelfia Editore
Educazione del bambino e preparazione dei genitori”, di Rudolf Steiner , Editrice Antroposofica
L’educazione dei figli”, di Rudolf Steiner, Oscar Mondadori



Questi sono i link che vi suggerisco da cui poter acquistare giochi waldorf:



Qui invece potete ordinare una vera bambola waldorf . E’ una mia cara amica di Bologna che le realizza interamente a mano! Sono semplicemente meravigliose!!!!!!!!!
Francesca Gasparini: http://www.pizzingrillo.it/



Queste sono letture e link che vi consiglio, con progetti e schemi, per realizzare da soli i giocattoli per i propri figli anche con materiale riciclato!
“Bambini e bambole. Compagni di gioco fatti in casa” Karin Neuschutz- Filadelfia Editore
“Giocattoli fatti dai genitori” Jaffke Freya- Natura e Cultura
“Il giardino dei giochi dimenticati” Giorgio F. Reali e Niccolò Barbiero- Salani Editore
“Come sviluppare tutti i talenti del bambino”Arve Mathisen – Edizioni RED


Buon Divertimento!
NICOLETTA.