sabato 23 febbraio 2013

Sulle ali del colore





W. J. Goethe nella sua “Teoria dei Colori” auspica che i pittori facciano tesoro dell’azione morale dei colori, da lui rivelata, per rendere le loro opere più vive e palpitanti.
Anche Rudolf Steiner intravide nella lezione di Goethe una miniera di conoscenze utilissime per realizzare un rinnovamento della pittura. Egli stesso approfondì ulteriormente la teoria di Goethe e la ampliò con altre cognizioni acquisite grazie alle sue ricerche. A Steiner si deve, in particolare, l’importantissima scoperta di quelle intime sensazioni che si potrebbero definire “movimenti dell’anima” e che, nella contemplazione dei colori, vengono sperimentati nelle profondità del subcosciente. Esse sono paragonabili a forze dinamiche di espansione e contrazione e, se riprodotte nella stesura dei colori durante l’esecuzione del dipinto, gli conferiscono vita e luminosità. Queste sarebbero poi dovute nascere dall’interiorità del colore, non concepite intellettualmente. Nacque allora un nuovo e diverso modo di fare pittura che comportava un totale capovolgimento degli usuali procedimenti. Esso però richiedeva, da parte degli artisti, l’acquisizione di una più raffinata sensibilità di percezione delle qualità, natura e dinamismi dei colori. Con questi intendeva mostrare un diverso approccio con i colori in quanto essi per la loro scelta, come pure il loro disporsi nello spazio, non avevano la funzione di riprodurre la realtà visibile, ma di esprimere un rapporto intimo con le esperienze animiche suscitate nell’osservatore dall’evento raffigurato. In questo modo l’immagine risultante poteva essere vissuta interiormente. Sulla maniera di trattare i colori, condurre i loro movimenti, creare le forme e quindi le figure, R. Steiner così si espresse: “La natura ci incita ovunque a trasformare, metamorfosare le sue forme in altre. Chi semplicemente osserva la natura e la copia cade nel naturalismo. Colui che vive la natura e non si limita a osservare solo le linee, i colori delle piante, ma le vive interiormente, estrarrà da ogni pianta, da ogni animale, da ogni roccia, un’altra forma da imprimere nella materia. Noi uomini moderni dobbiamo creare opere d’arte in cui la forma esprima di più di quella naturalistica. … Dobbiamo giungere a vedere ciò che di artistico c’è nella natura, ciò che nella natura fa vivere la forma, così da ottenere una vita della forma superiore a quella esistente nella stessa natura”
Descrivono bene l’essenza di questo nuovo modo di dipingere le seguenti parole di Steiner: “… se ci si immergerà nel mondo fluttuante dei colori vivendolo correttamente … si troverà che da esso scaturiranno figure che porteranno ad espressione i segreti dell’universo, l’anima dell’universo. Dalla creatività del colore sorgerà un mondo che si configurerà, si differenzierà interiormente, un mondo che ha una sua essenzialità. La forma nascerà dal colore. Si percepirà che non soltanto si vivrà nel colore, ma che il colore genererà la forma da se stesso, che cioè la forma è opera del colore”
Steiner sintetizzò la quintessenza del procedimento pittorico da lui proposto con il motto:
“AUS DER FARBE HERAUS MALEN”
“DIPINGERE ESTRAENDO DAL COLORE”
Il mezzo ideale per questo genere di pittura è l’acquerello. Esso, per la sua luminosità e leggerezza, nonostante le numerose sovrapposizioni e velature realizzate con questa diversa tecnica, consente di “liberare il colore dalla pesantezza”. Appare evidente che il metodo proposto da Steiner è del tutto originale e certamente ancora suscettibile di inimmaginabili sviluppi. Sebbene affiorino sovente affinità con l’impressionismo, espressionismo e astrattismo, non si deve affatto pensare che, in qualche modo, la concezione steineriana derivi da quelle correnti, ma che piuttosto alcuni aspetti essenziali di esse si muovono in parallelo col pensiero steineriano. Il metodo pittorico steineriano, antroposofico o goethiano, come lo si voglia denominare, costituisce comunque una importante pietra miliare nell’ambito della pittura contemporanea. Dipingere su carta con colori ad acquarello, secondo l’insegnamento artistico-spirituale di Rudolf Steiner, non lo si può definire un semplice dipingere: case, fiori, tramonti o anche forme astratte.
Qui la bellezza si crea quando le cose, nate dal puro, libero incontro con l’acqua ed il colore, rivelano l’Essenza che in esse custodiscono. Dipingere diventa così un intenso processo di trasformazione che attraverso le forme ed il colore trasforma noi.
 Come nella filosofia orientale gli opposti yang e yin si compenetrano, allo stesso modo in Goethe il colore nascerebbe dalla "lotta tra luce e tenebra. Sia il mondo dell'anima che quello del colore sarebbero strutturati polarmente: la parte buia di questi due mondi può essere rischiarata (dalla luce della coscienza per l'anima, dai colori chiari o dalle trasparenze in pittura). Mettere in relazione questi due aspetti polari può essere l'occasione per veder nascere sul foglio e nell'interiorità i nostri colori. Tutti possiamo essere artisti, basta metterci in contatto con la parte più pura del nostro essere ed ascoltare il bambino che è in noi. L’esperienza se è vissuta con la necessaria libertà e in un’atmosfera di non giudizio può portarci a scoprire capacità espressive nuove ed inesplorate. Questi acquarelli, tratti da elementi naturali danno percezioni e sensazioni simili a quelle che ci regala la natura e per questo spesso risultano piacevoli da usare e carichi di emozioni: è necessario lasciarsi andare e non voler a tutti i costi svolgere compiti tecnici precisi, perché a volte il colore ci conduce in modo opposto alla nostra volontà. In questo caso è importante lasciar fluire le immagini che sicuramente arrivano nello sperimentare il colore sul foglio. È necessario non spaventarsi davanti al foglio bianco, ascoltare ciò che viene detto a proposito dei colori dati per ogni elaborato, provare ad accarezzare il pennello sul palmo della mano per sperimentare la sua morbidezza e il modo in cui può essere usato sul nostro foglio, non entrare nella forma, non arrabbiarsi se il colore va per conto suo e provare a trovare nuove strade espressive, riempire tutti gli spazi bianchi con il colore, capire quando il lavoro è terminato e cercare l’armonia nella composizione, non dare giudizi estetici ma solo quelli di percezione emotiva, amare il proprio lavoro per quello vuole dire a noi stessi, non aspettarsi interpretazioni psicologiche, pensare che esistono altri fogli e altri colori e che anche una prossima volta si può ricominciare…
La scelta del colore all'acquarello nelle scuole steineriane è finalizzata al fatto che i bambini fin dall'inizio della scuola vengano a contatto con l'essenza del colore al suo più alto grado di purezza e vitalità, questo rappresenta un arricchimento della loro esperienza sensoriale ed è un dato di fatto di cui gli educatori dovranno prenderne atto per poterne misurare la portata. Quando un bambino vede apparire sul foglio bianco dei rossi, dei blu, dei gialli o formarsi un verde ed ha modo di disporli di sua mano, in lui si determina oltre all'impressione visiva, anche una specifica esperienza interiore. Il bambino può sentire attraverso il colore che cosa i colori han da raccontare all’uomo, poiché in essi c’è un mondo intero. Ma gli si dà anche modo di vivere che cosa i vari colori hanno da dirsi fra loro, cosa dice il verde al rosso, il blu al giallo, il blu al verde e il rosso al blu. Sono meravigliosi i rapporti dei colori l’uno con l’altro! In questo modo non si presentano al bambino simboli astratti o allegorie, ma si fa tutto con arte. Allora sì che il bambino, sull’onda dell’esperienza artistica, si metterà di buona lena a formare immagini sulla carta, si divertirà a far saltar fuori le lettere a partire dalle figure, proprio come hanno fatto gli uomini nel corso dei millenni partendo da una scrittura in immagini. La pittura è un’esperienza meravigliosa per l’animo umano e per il bambino entrare in rapporto con il colore è un’esigenza naturale. Dall’asilo ai primi anni della scuola elementare il bambino dipinge su carta bagnata. Stendere i colori ad acquerello, sapientemente diluiti, utilizzando larghi pennelli fa gioire l’intero essere del bambino. La difficoltà e la bellezza di questa tecnica sta nel fatto che colore sulla carta bagnata si espande. Sulla carta bagnata il colore si espande, si mischia, cambia. Il quadro è nel movimento continuo. Che magia! Lo noterà anche il tuo bambino e chiederà ancora altri fogli da dipingere. La meraviglia che nasce nell’osservare e sperimentare l’incontro dei colori fondamentali che dà vita ai colori complementari, i visi stupiti e grati dei bimbi dimostrano quanto questa esperienza sia importante. Fino ad una certa età non si insegna la “Teoria dei Colori” ma si offre ai bambini l’opportunità di sperimentare il nascere sulla carta delle infinite tonalità e di usarle creativamente. Lo scopo di questi esercizi è quello di far fare ai bambini esperienze guidate del colore, svincolato quanto più possibile dall’elemento della forma. La conclusione della lezione viene rimandata al giorno successivo, quando le pitture sono asciutte e vengono esposte una accanto all’altra per essere osservate insieme. L’osservazione, parte integrante dell’esperienza di pittura, può inizialmente essere guidata, poi i bambini saranno in grado di cogliere molti più particolari di quanto non sappiamo fare noi.Si può ad esempio chiedere: “Secondo voi il giallo è più chiaro (più caldo, più freddo, più luminoso, più felice, ecc…), quando è grande o quando è piccolo? Quando è vicino al rosso o quando è vicino al blu?” 
Con i bambini la cosa più importante di tutte è che al termine di qualsiasi attività si sentano più ricchi e più abili, che l’esperienza insomma rappresenti per loro un successo. Non perchè un adulto dica “Che bello!”, ma perchè loro stessi possano stupirsi della bellezza che possono creare. Nella pittura ad acquarello bisogna uscire dalla logica del voler ottenere un bel prodotto finito. 
Lo scopo è il processo che ha portato, quasi come effetto collaterale, alla sua realizzazione!

Fonti bibliografiche:

Gli acquerelli Steineriani sono tratti direttamente dalla natura, come la pittura antica che utilizzava le radici delle piante per ottenere l'indaco o il rosso. La ricerca di utilizzare tinte vegetali è stata ripresa solo nel 1960 ed attualmente si ha a disposizione una certa gamma di colori vegetali resistenti. Essi hanno tonalità più morbide e smorzate, si adattano alle varie condizioni di luce e mostrano una particolare intensità luminosa. Altro pregio dei colori vegetali è la capacità di intonarsi tra di loro in modo armonico. I colori vegetali in pittura hanno sulla natura sensoriale dell'uomo un effetto vitalizzante, simile alle impressioni cromatiche che ci può dare la natura. Accanto all'aspetto estetico perciò possiamo attribuire ai colori vegetali anche un'azione terapeutica. 
Qui è possibile acquistarli:

Idee e tutorial per sperimentare l’acquerello steineriano con i bambini:




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