sabato 22 dicembre 2012

Dove c'è Famiglia c'è Casa



Abbiamo pensato a lungo all’articolo da pubblicare prima delle festività natalizie e nulla ci soddisfaceva.
Ci siamo soffermati sul messaggio che volevamo dare per Natale a chi ci segue ed ecco che l’idea si è fatta “strada”.
Una testimonianza. Una famiglia. Una scelta di fede e di amore. Una storia di accoglienza e condivisione. Nessun tentativo di indottrinare i nostri lettori o di proporre un orientamento religioso in particolare..Solo la voglia di raccontare, di portar fuori dall’ombra qualcosa di molto speciale e coraggioso. Il nostro blog è anche questo, dare voce ai mille modi di vivere la famiglia, la maternità e la paternità. Perchè essere madre e padre oggi, e nello stesso tempo essere una voce fuori dal coro non è facile. Tener fede a ciò in cui si crede, e porsi al di là del solito cerchio è difficile, tanto più quando anche i nostri figli, nel confronto con gli altri, cominciano a percepire questa diversità.
 Ma è proprio questo ciò in cui crediamo. Crediamo che più che parole, oggi, servano testimonianze, e testimoni coraggiosi che ogni giorno si assumano l'impegno, ciascuno a proprio modo, di seguire i propri valori davanti agli occhi del mondo e dei propri figli. Crediamo profondamente nella forza di tutte quelle persone "comuni" che ogni giorno sono pronte a lottare per i propri ideali. Queste persone, per noi, sono i veri "eroi", capaci davvero di muovere il mondo.  
Oggi vi presentiamo questi cari amici pugliesi. Pietro Strada, barese, e Carmela di Punzio, di Francavilla Fontana (BR).
Si incontrano nel 2001 in Puglia in una casa famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII, dopo averne fatto esperienza uno in Umbria e l’altra in Emilia Romagna. Un anno e mezzo dopo, nel 2003 si sposano. Scelgono sin da subito di essere casa famiglia! Nascono due splendide figlie e in questi anni passano da casa loro circa 40 “figli accolti”: ragazze madri, ragazze vittime del racket della prostituzione, persone con problemi psichiatrici, ragazzi e ragazze che hanno finito il programma terapeutico per tossicodipendenze, uomini e donne per un periodo più o meno lungo. Nel 2008 viene affidato loro un bimbo di 2 anni e mezzo con un ritardo psicomotorio.  Nel 2009 il responsabile generale della comunità Papa Giovanni XXIII propone loro di seguire la “missione” in Olanda. Nel 2010, le bimbe hanno sei e tre anni, il bimbo 5 e Carmela e Pietro non hanno dubbi e scelgono insieme alla propria famiglia di abbracciare questo nuovo progetto.. Bagagli alla mano, armati di fede e coraggio, si trasferiscono nel paese dei mulini a vento e dei tulipani per diventare mamma e papà di una casa famiglia in Olanda.
Vi lasciamo al loro video racconto, mettetevi comodi e ascoltate cosa hanno da dirci.

                       



L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII è stata fondata nel 1968 da don Oreste Benzi e dal 1973, anno in cui è stata aperta la prima Casa Famiglia APG23, è impegnata concretamente e con continuità per contrastare l’emarginazione e la povertà.

Oggi conta più di 500 realtà di accoglienza fra case famiglia, mense per i poveri, centri nutrizionali, Capanne di Betlemme per i senzatetto, comunità terapeutiche, cooperative sociali e centri di pronta accoglienza. E’ presente in tutti i 5 continenti ed è il primo ente di accoglienza di minori in Italia.
Questo un video molto carino che ha come protagonista un ospite della comunità!

Sapevate che è possibile adottare una Casa Famiglia?


Buon Natale a tutti!


Barbara Ladisa e Nicoletta Colaluca

martedì 11 dicembre 2012

Santa Lucia









Nel nostro percorso dell'Avvento, verso la meta del Natale, è quasi d'obbligo fermarsi alla tappa successiva, che è segnata dalla festività di Santa Lucia.
La festa di Santa Lucia ricorre il 13 dicembre, ed è celebrata un po' ovunque, dal nord al sud.
Lucia viene ritenuta la santa della Luce (dalla radice lux del suo nome, da cui appunto Lucia), protettrice degli occhi, dei ciechi e di chi soffre di problemi alla vista.
Lucia originaria di Siracusa tra il 283-304, era una giovane, orfana di padre, che era stata promessa in sposa ad un pagano. La madre di Lucia, Eutichia, da anni ammalata, aveva speso ingenti somme per curarsi, ma nulla le era giovato. Fu così che Lucia ed Eutichia, unendosi ad un pellegrinaggio di siracusani al sepolcro di Agata nel dies natalis della vergine e martire catanese, pregarono S. Agata affinché intercedesse per la guarigione della donna. Durante la preghiera Lucia si assopì e vide in sogno S. Agata in gloria che le diceva: “Lucia, perché chiedi a me ciò che puoi ottenere tu per tua madre?” Nella visione S. Agata le preannunciava anche il suo patronato sulla città di Siracusa. Ritornata a Siracusa e constatata la guarigione di Eutichia, Lucia comunicò alla madre la sua ferma decisione di consacrarsi a Cristo. Il pretendente, insospettito e preoccupato nel vedere la desiderata sposa vendere tutto il suo patrimonio per distribuirlo ai poveri, verificato il rifiuto di Lucia, la denunciò come cristiana. Erano in vigore i decreti di persecuzione dei cristiani emanati dall'Imperatore Diocleziano.


Il processo che Lucia sostenne dinanzi all'Arconte Pascasio attesta la fede ed anche la fierezza di questa giovane donna nel proclamarsi cristiana. Minacciata di essere esposta tra le prostitute, Lucia rispose: "Il corpo si contamina solo se l'anima acconsente". Il proconsole allora ordinò che la donna fosse costretta con la forza, ma lei diventò così pesante, che decine di uomini non riuscirono a spostarla. Il dialogo serrato tra lei e l'arconte vide addirittura quasi ribaltarsi le posizioni, riuscendo a mettere in difficoltà il magistrato che, per piegarla all'abiura, la sottopose a tormenti, cavandole gli occhi.

Lucia esce illesa da ogni tormento fino a quando, inginocchiatasi, viene decapitata. Prima di morire annuncia la destituzione di Diocleziano e la pace per la Chiesa.


Da allora ogni 13 dicembre, Santa Lucia, è venerata e festeggiata un po' ovunque, anche se la sua “ area di competenza” si aggira più che altro attorno a quella della Repubblica di Venezia, ove tutt'ora riposano le sue spoglie , portatevi durante la quarta crociata (quella che non giunse mai a destinazione) dal doge Enrico Dandolo, che le aveva trafugate da Costantinopoli.
Celebrare una Santa Cattolica in prossimità del Solstizio d’Inverno aveva probabilmente la volontà da parte della Chiesa di sostituire antiche feste popolari che celebravano la luce e si festeggiano nello stesso periodo.
Altre grandi religioni festeggiano la luce in periodi vicini al solstizio d'inverno come ad esempio la festa di Hanukka ebraica, che dura otto giorni come le celebrazioni per la santa a Siracusa, o la festa di Dipvali che si celebra in India. Il martirio di Santa Lucia avvenne proprio il 13 dicembre; giorno in cui originariamente, a causa dello sfasamento tra l’anno solare e il calendario giuliano, cadeva il solstizio d’inverno. Questo, insieme alla radice “lux” del nome Lucia, ha fatto sì che, questa festa segnasse la fine del buio e l’arrivo della stagione migliore. Il 13 dicembre si festeggia quindi il giorno più corto dell’anno e l’avvento delle giornate con maggiore luce in prossimità del Natale. 
Da qui un famoso detto che recita: “La notte di S.Lucia è la più lunga che ci sia”.

Da bambini, Santa Lucia viene attesa con trepidazione a partire da molte settimane prima nelle zone d'Italia in cui si festeggia - nel Trentino e nelle province di Udine, Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi, Mantova, Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Verona.
A Verona, in Piazza Brà ogni anno vengono allestiti “I Banchéti de Santa Lussia”, banchetti di Santa Lucia, un tradizionale mercatino in cui oltre 300 banchi di venditori ambulanti propongono dolci, prodotti tipici e articoli da regalo.
Questa tradizione risale al XIII secolo, quando si diffuse a Verona una pericolosa malattia agli occhi che colpiva soprattutto i bambini. Genitori e familiari iniziarono a compiere come voto un pellegrinaggio nella chiesa di Santa Agnese per far cessare l’epidemia. Con la promessa che Santa Lucia avrebbe riempito scarpe e calze di doni e dolciumi si convincevano anche i bambini a partecipare al pellegrinaggio a piedi nudi.
L’abitudine di accompagnare i figli nella chiesa di Piazza Bra continuò fino all’ottocento e l’affluenza di tanti bambini e genitori nella piazza più grande di Verona richiamava i venditori di dolciumi e giocattoli. Da qui nacque la “Fiera di Santa Lucia”.






Anche qui a Bari, ma un po' in tutta la Puglia, santa Lucia è festeggiata e in suo onore si offrono due dolcetti di cui uno è preparato proprio in occasione della festività della Santa vergine e martire. Sono: “l' ecchie de Sanda Lecì” (piccole ciambelle glassate) e “le pèttue” (pettole dolci).

Per queste ricette legate alla nostra tradizione:

Incredibilmente questa tradizionale festa è molto sentita anche nei paesi nordici, soprattutto in Svezia, in cui viene celebrata a partire dal 1920 circa. Secondo la tradizione svedese, in ogni regione della Svezia, viene eletta una Santa Lucia che avrà l’incarico di accompagnare un corteo di bambine e bambini nelle vie della propria città. Vestita di bianco e con sul capo una corona di candele accese, ella sarà fonte di luce nel cammino di questi bambini. Inoltre il giorno della festa, la Santa Lucia di turno, in genere primogenita della propria famiglia, dovrà alzarsi molto presto al mattino e preparare biscotti, dolci, e pan pepato per tutti i suoi familiari.




Ma veniamo ai nostri bimbi, e al loro (e nostro) modo festoso di aspettare santa Lucia.

I bambini, nella notte tra il 12 e il 13 di dicembre, aspettano che Santa Lucia scenda dal cielo in groppa al suo asinello Gastaldo, per portare dolciumi e doni ai bimbi buoni. Ogni bambino la sera prima, prepara una tavola imbandita per la santa, su cui lasciare latte caldo e biscotti, affinchè Lucia possa trovare un po' di ristoro nel suo lungo viaggio. Non ci si scorda di lasciare anche un po' d'acqua e un po' di fieno (in alternativa un pezzo di pane!!!) per il suo fido Gastaldo! Inoltre, sulla tavola, vengono lasciati dei piatti vuoti affinchè la santa possa riempirli di leccornie.
Una bella fiaba da raccontare ai bambini la sera prima dell'arrivo di Santa Lucia, è questa:


Diverse sono anche le filastrocche e le canzoni dedicate alla santa.
Qui di seguito alcuni link con delle simpatiche poesie e canzoncine



Non mancano di certo i lavoretti da preparare in questa ricorrenza


e neanche le golosità, con la ricetta del tipico pane dolce allo zafferano (giallo come appunto la luce che porta santa lucia) :


Inoltre per le letterine e per altre curiosità sulla santa dei bambini vi è un sito apposta:


Auguro a tutti di poter trovare un po' di quella luce di Lucia in vista del Natale.

Barbara

mercoledì 5 dicembre 2012

San Nicola e i bambini


Domani si festeggia San Nicola. Inutile dire che qui a Bari è il santo per eccellenza, il patrono. Alzi la mano chi tra noi baresi non ha fatto il tradizionale “giro della colonna” nella Basilica o il classico giro in barca.. Ma forse molti non sanno che san Nicola è venerato in tutto il mondo e soprattutto che l’immagine di questo Santo è molto vicina proprio ai bambini. Ma cosa sappiamo davvero di questo personaggio e di questa festa? In questa data si celebra la festa di questo vescovo, poi diventato santo, che ha dato inizio al mito di Babbo Natale!
Ebbene sì il mito di Babbo Natale nasce proprio da San Nicola, Santa Klaus.
Babbo Natale, o almeno un personaggio molto simile è realmente esistito; si tratta di San Nicola. Nato a Patara, in Turchia, da una ricca famiglia, divenne vescovo di Myra, in Lycia, nel IV secolo. Quando morì le sue spoglie, o le presunte tali, vennero deposte a Myra fino al 1087. In quest' anno infatti vennero trafugate da un gruppo di cavalieri italiani travestiti da mercanti e portate a Bari dove sono tutt' ora conservate e di cui divenne il santo protettore. Negli anni che seguirono la sua morte, si diffusero numerosissime leggende. Una tra le più famose e confermata da Dante nel Purgatorio (XX, 31-33) è quella delle tre giovani poverissime destinate alla prostituzione. Nicola, addolorato dal pianto e commosso dalle preghiere di un nobiluomo impossibilitato a sposare le sue tre figlie perché caduto in miseria, decise di intervenire lanciando per tre notti consecutive, attraverso una finestra sempre aperta dal vecchio castello, i tre sacchi di monete che avrebbero costituito la dote delle ragazze. La prima e la seconda notte le cose andarono come stabilito. Tuttavia la terza notte San Nicola trovò la finestra inspiegabilmente chiusa. Deciso a mantenere comunque fede al suo proposito, il vecchio dalla lunga barba bianca si arrampicò così sui tetti e gettò il sacchetto di monete attraverso il camino, dov'erano appese le calze ad asciugare, facendo la felicità del nobiluomo e delle sue tre figlie. Il suo amore per i piccoli é ricordato anche da un miracolo: resuscitò tre bambini durante le persecuzioni degli ariani.
In altre versioni posteriori, forse modificate per poter essere raccontate ai bambini a scopo educativo, Nicola regalava cibo alle famiglie meno abbienti calandoglielo anonimamente attraverso i camini o le loro finestre. In ogni caso San Nicola divenne nella fantasia popolare "portatore di doni", compito eseguito grazie ad un asinello nella notte del 6 dicembre o addirittura nella notte di natale. Il nome olandese del santo, Sinter Klass, venne importato in America dagli immigrati come Santa Claus, la cui traduzione in italiano è solitamente Babbo Natale. Oggi, però, Babbo Natale ha perso ogni connotazione religiosa e grazie all'inventiva dei pubblicitari di una nota bevanda, la Coca Cola, statunitense divenne il vecchietto vestito di rosso che conosciamo.


Qui invece ho trovato una versione molto carina della storia…da raccontare magari ai bimbi più grandi quando inizieranno a chiederci ”ma esiste davvero Babbo Natale?” Una storia che in qualche modo, con una connotazione più religiosa ricollega Babbo Natale al nostro amato Santo.
http://digilander.libero.it/giardinodegliangeli2/Avvento/BabboNatale.html


Qui alcune tradizioni in Italia e nel mondo:



Come lo festeggiamo noi a casa? Ho cercato un po’in giro e ho fatto un mix di tradizioni e questa è la più acclamata a casa nostra!
Non so perché ma questo santo riscuote in mia figlia particolare simpatia, sarà per via del suo asinello, ma dacchè abbiamo introdotto questa celebrazione (ci piacciono proprio tanto tutte queste festività e questi rituali), lei lo aspetta con grande trepidazione!

Oggi pomeriggio prepareremo insieme il pane di San Nicola.

Ecco qui la ricetta del pane speziato di San Nicola.
Il Pain d’épices tradizionale veniva confezionato a partire da una pasta madre composta di farina e di miele, senza l’aggiunta di lievito. Questa pasta veniva fatta lievitare per tre-sei mesi. Esistono migliaia di ricette diverse per il Pain d’épices. Questa è una, che potrete personalizzare scegliendo le vostre spezie preferite:
250g di miele
250g di farina
½ bustina di lievito
1 cucchiaio di mix « 4 épices » (zenzero, cannella, anice, chiodi di garofano)
1 cucchiaio di cacao amaro
½ bicchiere di latte, di thé o di tisana speziata 
Potrete personalizzare la vostra ricetta aggiungendo ingredienti come noci, frutti canditi, fiori di lavanda, gocce di cioccolato, noce moscata, vaniglia, cardamomo, ecc.) Potrete, ovviamente, anche sostituire il mix « 4 épices » con una versione personalizzata contenente le vostre spezie preferite. Impastate il miele e la farina. Aggiungete il lievito, le spezie, gli altri eventuali ingredienti e il liquido da voi scelto. Lavorate fino ad ottenere un impasto omogeneo. Lasciate riposare per mezz’ora in uno stampo per cake. Infornate per un’ora a 140°.
Potrete anche cuocere il vostro impasto in porzioni individuali dalle forme più disparate, o disporne uno strato sottile (2-3 cm) su una teglia larga per poi ritagliarlo con delle formine per biscotti. In questo caso, utilizzate della carta da forno e riducete il tempo di cottura (che potrete verificare con una forchetta).


In alternativa ecco le ricette di altri dolcetti tipici per questa festa:
Dall’Olanda gli  Speculaas o Saint Nicholas Cookies:
Dalla Svizzera i Grättimaa:

Per cena ci riscalderemo con questa buona minestra antica:
E poi viene la parte preferita da Sara. Dopo cena leggiamo accoccolati sul divano il racconto di san Nicola:
“Nel lontano oriente viveva un uomo molto buono, il vescovo Nicola.  Un giorno sentì dire che lontano lontano, in occidente, c’era una grande città dove tutti gli uomini pativano la fame, perfino i bambini piccoli. Chiamò allora tutti gli abitanti della città e chiese loro di portargli  i migliori frutti dei loro orti e dei loro campi. Questi tornarono poco dopo con grossi cesti pieni di mele e di noci, sacchi di grano dorato per fare la farina, pane bianco e dolcetti al miele.  Il vescovo Nicola fece caricare tutto su una nave. Era una nave imponente e maestosa, blu come il cielo, ed aveva una grande vela bianchissima che splendeva sotto i raggi del sole.  Iniziarono il viaggio verso occidente, e il vento si mise subito ad aiutarli, soffiando sempre nella direzione giusta. Ci impiegarono sette giorni e sette notti, e quando giunsero alle porte della città stava calando la sera.  Per le strade non si vedeva anima viva, ma qua e là brillava qualche lucetta alle finestre. Il vescovo Nicola bussò ad una di esse.  In quella povera casetta viveva una mamma coi suoi cinque bambini. La donna, sentendo bussare, disse ai figlioletti di andare ad aprire la porta, pensando si trattasse di qualche poverello bisognoso di ospitalità. I bambini obbedirono, ma non trovarono nessuno; anche la mamma venne a controllare, e poi tornarono tutti insieme a casa. Vicino alla stufa a legna la mamma aveva messo le scarpine dei suoi bimbi ad asciugare, perchè nel pomeriggio erano andati a far legna nel bosco.  Rientrando in casa, sentirono tutti un delizioso profumino provenire proprio dalla stufa, si avvicinarono e trovarono le loro scarpe traboccanti di noci, mele rosse, mandarini, pane e dolcetti al miele. E lì vicino c’era anche un grande sacco pieno di chicchi di grano. Tutti poterono finalmente mangiare, ed i bimbi crebbero sani e vivaci. Così San Nicola ogni anno, nel giorno del suo compleanno, si mette in viaggio per venire da noi. Monta sul asinello e cavalca di stella in stella, e porta ogni anno i suoi doni per ricordare ai bambini che presto sarà Natale”.

Tratto da “Come sviluppare tutti i talenti dei bambini” AA.VV- Edizioni RED

Ed ecco che comincia la preparazione in attesa dell’arrivo del Santo. Sara è sempre eccitatissima, quasi non andrebbe a dormire!!!! Sistemiamo le pantofoline davanti al camino. Siccome San Nicola deve camminare molto, indossa grossi stivali, e come  richiamo al suo tanto camminare, è tradizione che al suo passaggio, la notte prima i bimbi lascino le loro scarpe e ciabatte davanti al camino.
Allestiamo la tavola per il santo. Ha fatto un lungo viaggio al freddo e sarà stanco e affamato! Una bella tovaglia di Natale, una tazza fumante di tisana e il nostro pan speziato. E non ci dimentichiamo mai delle carote per l’asinello..Accanto al cibo lasciamo anche una letterina per San Nicola, scritta sotto dettatura della bimba.
Il giorno dopo sveglia all’alba e di corsa al camino per trovare le pantofoline piene di doni: biscotti al miele, mandarini, monete di cioccolato e mandorle, e c’è anche una lettera che san Nicola “in persona” ha scritto per rispondere a Sara…. E sulla tavola non è rimasto più nulla, il pane sparito, la tazza vuota e in giro pezzi di carota sgranocchiati dall’asinello (e questa è la parte che diverte di più Sara…).
E' davvero una bella tradizione per la nostra famiglia che ci riscalda e ci accompagna verso il Natale e poi ci piace anche l'idea di non far trovare alla bimba i soliti giocattoli..ma doni semplici per ritrovare un po' di quella frugalità di un tempo che oramai si è persa..

Qui trovate per i bimbi più grandi una storia di san Nicola da stampare, leggere e colorare:

Qui un’idea carinissima per realizzare san Nicola con i mestoli di legno..

E qui altre creazioni in cartoncino!





Buon San Nicola!

NICOLETTA.