venerdì 30 novembre 2012

L'AVVENTO CON I BAMBINI




Per molti potrà sembrare forse bigotto..ma l'Avvento ha un significato univoco e non si può ovviare dal simbolo religioso..Avvento significa "Arrivo". Il nome proviene dalla parola latina advenire - arrivare (giungere). Il periodo dell'avvento è il periodo della preparazione e per i bambini in particolare, è il periodo di gioiosa attesa all'adempimento, che vorrebbe giungere con la festa di Natale, nascita di Gesù. Quattro domeniche ci separano dal fatidico 25 Dicembre!
Perchè dovremmo dedicare cura e attenzione a questo periodo?Io credo ci sia tanto bisogno di recuperare i significati autentici e di coltivare le capacità dell'attesa, dell'ascolto e dello stupirsi soprattutto nei bambini! La capacità di stupirsi è il primo passo dell’apprendimento, e sullo stupore possiamo imparare molte più cose noi dai bambini, che non i bambini da noi! L’avvento è attesa. Spesso nel mese di dicembre siamo intrappolati in una spirale di immagini natalizie, canti, vetrine illuminate, corsa ai regali, recite e recitine, preparazione di pranzi luculliani...Accade perciò che i bimbi, ma in realtà anche i grandi, arrivino al momento del Natale già esausti. Occorre recuperare la calma e la tranquillità interiore, che sono la condizione essenziale per un qualsiasi intimo divenire.
Come?
Cercando in famiglia momenti speciali che possano scandire lo scorrere di queste settimane di preparazione, creando la giusta atmosfera per entrare nello spirito del Natale. I bambini piccoli possiedono una sorprendente capacità e disponibilità ad entrare rapidamente nel flusso. Anche in questo caso sono tante le proposte in giro che che simbolicamente contengono qualche cosa che sta per “divenire", per cui sarebbe opportuno che ciascuno si fermasse a scegliere consapevolmente ciò che dovrebbe essere colto. 
Ecco alcune proposte, tratte da quello che noi facciamo a casa da qualche anno, ispirandoci anche alla tradizione steineriana..

LA CORONA D'AVVENTO
E' un uso che data dalla fine del 19° secolo e che si è espanso velocemente e probabilmente viene dal "Rahuens Haus" una casa per la cura e l'educazione di giovani vicino ad Amburgo. Probabilmente allora era ancora decorata con 24 candele, una candela per ogni giorno di dicembre, ma questo uso che richiede una corona molto grande si è velocemente ridotto a 4 candele.
Noi l'abbiamo fatta di legno (perchè abbiamo papà mastro Geppetto..) con 4 buchi per le candele intervallate da 4 figure di legno disegnate dalla piccola. Ma in realtà esistono tante versioni più semplici da realizzare, il web ne è pieno!!Diciamo che la corona classica è quella con rami di pino o abete. Per farla basta legare tra loro con del nastro robusto (magari rosso) i rami scelti, a formare una lunga fila, che poi si curva e si modella facilmente nella misura che si desidera. Una volta fissata, bisognerà forse accorciare un po’ i rametti troppo sporgenti, ma non serve altro. Può essere completata con quattro candele. Ogni domenica si accenderà una candela in più, di colore diverso facendo l’esperienza di una luce che diventa sempre più intensa man mano che il Natale si avvicina, mentre nello stesso tempo la luce del sole diminuisce. E' davvero un esperienza gioiosa per i bimbi e dà molto calore alla famiglia...
qui un articolo che vi farà da guida nella presentazione dei colori ai vostri bimbi. http://www.rudolfsteiner.it/articoli.html
IL PRESEPE
Come già detto, l’avvento è l’attesa di una nascita. Dacchè la bimba ne è stata più consapevole è stato davvero molto bello dedicarsi alla composizione graduale del presepe. Ogni domenica ci si dedica a curare un aspetto e ad introdurre nuovi elementi. E' bello perchè i bimbi aspettano quel momento con molta gioia e curiosità! Sarebbe opportuno mettere il presepe a portata di mano dei bambini, di modo che possano ammirarlo e cogliervi ogni volta dei particolari nuovi. Se il bambino è più piccolo è carino che i genitori preparino dal giorno prima la sorpresa, di modo che il piccolo possa, svegliandosi scoprire da solo che qualcosa è cambiato! Magari è comparso un piccolo cristallo, o è fiorita una rosa in un roseto, oppure un agnellino sbuca da una roccia sporgente.
 
Rudolf Frieling conduce le quattro ricchezze della natura in connessione, con le quattro domeniche dell'avvento. "Quattro è il numero del mondo nel quale noi normalmente ci troviamo, del mondo come esso è diventato fino ad oggi. Il regno delle pietre cioè delle cose inorganiche sotto, sopra c'è il mondo vegetale, sopra ancora il mondo degli animali ed infine tutto è coronato dal regno dell'uomo. Questo è il "nostro" mondo."
La prima domenica si metteranno sul tavolino un semplice telo verde piccole e grandi pietre e cristalli. I bambini possono aggiungere dai loro "tesori" quello che per loro è più prezioso. La seconda domenica segue il mondo vegetale. Muschio, pigne, fiori secchi, roselline, tutto ciò che sta bene e armonizzerà con le pietre del paesaggio. In questo paesaggio poi verrà aggiunto, la terza domenica, il mondo degli animali, chiocciole di lumachine, conchiglie, un pezzettino di alveare e animali fatti con le proprie mani. A questo punto possono essere aggiunte anche le pecorelle. La quarta domenica poi appaiono i pastori, e costruiscono, forse insieme, la stalla come una grotta o una casa. 


LA PREPARAZIONE DEI REGALI.
La mia piccola crede a Babbo Natale, spero ancora per un bel po'...però le abbiamo anche spiegato che poichè il nonnetto in rosso deve accontentare tutti i bambini del mondo..ha bisogno di una mano..e così ci dedichiamo a realizzare dei piccoli doni per parenti e amici! Il periodo di avvento offre una ottima occasione per introdurre i bambini in questa preparazione amorevole dei regali. E' bello cercarsi questo spazio con i bambini, c'è quasi una solennità in questo tempo lento, delicato e intimo...Quando l'attività del bambino nel preparare i suoi piccoli regali viene riempita di gioia, calore ed amore per il ricevente, il bambino stesso si sente arricchito. In questi giorni di preparazione è proprio bello dedicarsi anche al "fare artistico"! Costruire candele, cuocere biscotti natalizi, creare oggettini per l'albero di Natale e molto altro ancora. 
Sono moto belli tutti i regali che hanno a che fare con la luce meravigliosa che risplende dal cielo attraverso l'oscurità, così tipica di questo periodo dell'anno.

 Praparare un quadretto con carta velina colorata e attaccarlo alla finestra è una bellissima attività prenatalizia, perchè permette di fare esperienze interessanti di luce e colore.
Qui alcune idee per questi regalini home-made facili facili..

ma se spulciate lo stesso sito ne trovate tante altre ancora!


LEGGERE DELLE FIABE
Noi da qualche anno ci affidiamo ad un libro davvero molto bello da leggere ogni sera fino a Natale. E' un rituale molto particolare..e la bimbetta lo aspetta con gioia ogni sera..è anche un modo per percepire il senso del tempo che ci porta alla notte di Natale!
http://www.rudolfsteiner.it/shop/libri/natale/la-luce-nella-lanterna

Se invece avete un libro di fiabe dei Grimm quelle consigliate per il periodo sono: La chiave d’oro (dai 4 anni);
 L’oca d’oro (dai 6 anni);
 La guardiana delle oche (dai sei anni);
 Biancaneve e Rosarossa (dai sei anni);
 Biancaneve e i sette nani (dai sei anni);
 Gli gnomi, la prima fiaba (dai tre anni);
 I sette corvi (dai sei anni);
 La pioggia di stelle (dai sei anni).

COSTRUIRE CALENDARI DELL'AVVENTO

Anche con il calendario dell'avvento noi abbiamo una tradizione familiare...appendiamo una corda lunga lunga con 24 sacchetti di stoffa vuoti appesi con delle semplici mollettine. Ogni sera Sara lascia dietro la sua porta un cartuccio con delle noci per gli gnomi che aiutano Babbo Natale a preparare i regali..La mattina dopo trova solo bucce (e noi ci facciamo per un mese intero una "spanzata" di noci..) e il primo dei sacchettini con una sorpresa dentro che gli gnomi hanno lasciato per ringraziarla del lauto pasto offerto...e così via fino a Natale!!! Non occorre spendere una fortuna..Andando nei "millemania" trovi tante cosine simpatiche anche a soli 50 cents. Io per esempio ci metto dentro anche un pacchetto di crackers o un semplice sticker o una barretta di sesamini, oppure un paio di colori a cera, un bigliettino con su scritto "giochiamo a....con mamma e papà"(tanti di questi!), o ancora dei giochi in carta da assemblare (sul web ne trovate tanti da stampare)!


Bibliografia

“Via di Damasco, il nuovo avvento” di Rudolf Steiner
"Per una rinascita del Natale" di Rudolf Steiner


Vi auguro una buona preparazione lasciandovi con questo pensiero delicato..


Solstizio
L'anima della terra s'addormenta nell'afa dell'estate; chiaro s'irradia il riflesso del sole nello spazio. Ma della terra l'anima si desta nel gelo dell'inverno; e dentro il cuore spiritualmente luce il vero sole. Il luminoso giorno dell'estate è e' sonno per la terra; del Natale l'oscura sacra notte è per la terra giorno.
 Tratto da “Parole di verità” R. Steiner




NICOLETTA.

martedì 20 novembre 2012

La Giornata Universale dei Diritti dei Bambini






Il 20 novembre 1959 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, attraverso la Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo, focalizzava l'attenzione sui diritti dei bambini e degli adolescenti. Nel 1989 tale dichiarazione fu revisionata, per diventare in seguito la Convenzione sui Diritti dell'Infanzia.
Da allora il 20 novembre ricorre la Giornata Universale dei Diritti dei Bambini.
Si tratta di una pietra miliare nella storia dei diritti dei bambini, in quanto per la prima volta questi non sono più visti come oggetti passivi, bensì come soggetti pensanti in grado di partecipare attivamente alle decisioni da prendere. La Convenzione riesce ad integrare in sé differenti esperienze culturali e giuridiche, ed enuncia per la prima volta, i diritti fondamentali che devono essere riconosciuti e garantiti a tutti i bambini e a tutte le bambine del mondo.

Tra i principi a fondamento della convenzione, quattro sono i più importanti:



  • Non discriminazione (art. 2): i diritti sanciti dalla Convenzione devono essere garantiti a tutti i minori, senza distinzione di razza, sesso, lingua, religione.
  • Superiore interesse (art. 3): in ogni legge, provvedimento, iniziativa pubblica o privata e in ogni situazione problematica, l'interesse del bambino/adolescente deve avere la priorità.

  • Diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo del bambino (art. 6): gli Stati devono impegnare il massimo delle risorse disponibili per tutelare la vita e il sano sviluppo dei bambini, anche tramite la cooperazione tra Stati.

  • Ascolto delle opinioni del minore (art. 12): prevede il diritto dei bambini a essere ascoltati in tutti i processi decisionali che li riguardano, con il dovere da parte degli adulti di tenere in considerazione le loro opinioni.


Nel 1991 anche l' Italia ha ratificato la Convenzione con la legge n.176 del 27 maggio


In questa giornata memorabile per il bambino, in cui tali conquiste sanciscono l'importanza del suo essere considerato Persona a tutti gli effetti, vogliamo ricordare anche un altro tipo di diritti. Si tratta di quelli che Gianfranco Zavalloni definisce come Diritti Naturali dei Bambini e che ben si accordano ai primi.
Sono diritti dei bambini e soprattutto per i bambini affinchè ci venga restituita una loro immagine non falsata, e che permetta loro di potersi esprimere nella totale autenticità e nella piena libertà.



I DIRITTI NATURALI
di bimbi e bimbe

IL DIRITTO ALL'OZIO
a vivere momenti di tempo non programmato dagli adulti

IL DIRITTO A SPORCARSI
a giocare con la sabbia, la terra, l'erba, le foglie, l'acqua, i sassi, i rametti

IL DIRITTO AGLI ODORI
a percepire il gusto degli odori, riconoscere i profumi offerti dalla natura

IL DIRITTO AL DIALOGO
ad ascoltatore e poter prendere la parola, interloquire e dialogare

IL DIRITTO ALL'USO DELLE MANI
a piantare chiodi, segare e raspare legni, scartavetrare, incollare,
plasmare la creta, legare corde,accendere un fuoco

IL DIRITTO AD UN "BUON INIZIO"
a mangiare cibi sani fin dalla nascita, bere acqua pulita e respirare aria pura

IL DIRITTO ALLA STRADA
a giocare in piazza liberamente, a camminare per le strade

IL DIRITTO AL SELVAGGIO
a costruire un rifugio-gioco nei boschetti, ad avere canneti in cui nascondersi,
alberi su cui arrampicarsi

IL DIRITTO AL SILENZIO
ad ascoltare il soffio del vento, il canto degli uccelli, il gorgogliare dell'acqua

IL DIRITTO ALLE SFUMATURE
a vedere il sorgere del sole e il suo tramonto, ad ammirare, nella notte, la luna e le stelle

Per saperne di più:

Barbara

venerdì 9 novembre 2012

San Martino



Tra pochi giorni sarà S. Martino, l' 11 novembre. Avrete notato che le giornate sono diventate molto più corte, nell'oscurità è possibile intravedere i profili dei rami degli alberi spogliati dalle loro foglie, i semi riposano piano piano.
 In questi giorni di Novembre si registra anche un miglioramento delle condizioni climatiche. La meteorologia lo spiega come una inversione di tendenza nella corsa dell’autunno verso l‘inverno.
 E' come se, partito velocemente verso il freddo del Natale si sia ad un certo punto rivolto nostalgico alla primavera..La tradizione attribuisce al Santo il dono del buon tempo, ricordando il gesto di San Martino di generosità e di calore. Sembra infatti che, non appena Martino fece dono della metà del suo mantello, subito spuntò il sole che illuminò ed intiepidì le giornate successive. Da ciò deriva l’uso di definire questo periodo dell’anno come “l’estate di San Martino“.
San Martino è un personaggio molto amato dalla tradizione in tutto il mondo. : si contano più di 4000 Chiese in suo onore in Francia e svariate nel resto nel mondo, ed il suo nome è stato dedicato a diverse cittadine.
E’ la prima grande festività in vista del periodo natalizio; un modo ulteriore per coltivare  i valori dell’empatia, della generosità e della condivisione, ed al tempo stesso uno strumento utile per trasmettere e lasciar memoria ai bambini delle tradizioni che rischiano di essere perdute, in modo particolare quelle legate al mondo rurale ed alla vita contadina cui la festa di San Martino è legata.
Ogni zona del paese ha le sue tradizioni. Un po’ ovunque, San Martino si ricorda, al di là della sua connotazione religiosa, perché in corrispondenza di questo giorno si concludeva il lavoro dei contadini nei campi e si era soliti aprire le botti per il primo assaggio di vino novello solitamente gustato con le castagne arrostite, cosa che si continua a fare ancor oggi. Se il padrone del campo non chiedeva ai contadini di restare a lavorare per lui anche l’anno dopo, questi dovevano traslocare e andare a cercare un altro padrone e un altro alloggio. Anche nella città divenne abituale, per chi aveva un alloggio in affitto, cambiare casa proprio a San Martino, perciò “fare San Martino” è diventato un modo per dire “cambio casa”. Va ricordato anche che in passato il periodo di penitenza e digiuno che precede il Natale cominciava il 12 novembre e quindi, anche per questo motivo il giorno prima, per San Martino appunto, si faceva una grande mangiata d’oca o di tacchino; era una specie di capodanno contadino e l’oca era considerata il maiale dei poveri.

Conoscete la leggenda di questo Santo? E' bella da raccontare ai bambini. Eccola qui:

La leggenda di San Martino
“Una compagnia di cavalieri stava cavalcando al servizio dell'Imperatore per le strade di Francia, in direzione di Amiens. Venivano dall'Italia per dare il cambio alla guardia.
Mentre cavalcavano, cominciò a piovere ed era così freddo che la pioggia congelò e diventò ghiaccio, rendendo le strade scivolose.
I compagni di Martino incitavano i loro cavalli con la frusta, ma Martino non frustava il suo perché non voleva che cadesse. Il cavallo lo aveva servito bene per tanto tempo. Raggiunse la porta della città, ma il cavallo rifiutò di passarla, arrestandosi improvvisamente fuori dalle mura della città.
Martino vide un povero mendicante seduto davanti al muro, tutto infreddolito. Scese da cavallo e con la sua spada tagliò in due il suo mantello, senza esitazioni, offrendone poi metà al mendicante. Quindi risalì a cavallo ed entrò in città.
Quando più tardi Martino incontrò i suoi compagni in un'osteria, essi lo derisero e lo presero in giro. Ma nella notte, mentre Martino dormiva, apparve dietro di lui una figura splendente con indosso il suo mantello, che gli disse: "E' me che hai aiutato". Era Gesù.
Martino non dimenticò mai questa esperienza e decise che, da allora in poi, avrebbe servito un Signore più potente dell'Imperatore.”

...negli asili steineriani
Ancora una volta, lo scopo di questa festa è quello di portare la luce in un periodo dell'anno in cui questa viene a mancare e il fuoco ci aiuta a far fronte al freddo e alle tenebre.  Si prepara nel cuore la luce del Natale per illuminare le tenebre. 
La ricorrenza non è solo di carattere religioso, ma semplicemente ritmica, in questo periodo dell'anno, di tutti gli anni, con ritmicità, si ripete questa esperienza, tutte le volte simile ma diversa. E proprio questo ritmo ci rassicura e ci accoglie. Nelle scuole steineriane ogni giorno, ogni settimana, ogni periodo dell'anno è scandito da ritmi e pensandoci bene non solo in queste scuole. Tutto intorno a noi ha un ritmo ben preciso, il giorno e la notte, le stagioni, il nostro respiro, il nostro cuore, la natura stessa segue un ritmo.
Negli asili steineriani nel giorno di San Martino si celebra la Festa delle Lanterne. In questi asili riveste molta importanza riportare i bambini alle atmosfere e alla riscoperta di feste della tradizione.
C'è molto lavoro di manualità e creatività, si creano insieme ai bimbi fantasiose lanterne porta lumini con le quali si sfilerà sotto il cielo stellato la notte di San Martino.  I bimbi si divertono a fare delle lanterne per illuminare le tenebre.
 Costruire la propria lanterna è un divertimento meraviglioso.
I bambini sono molto presi da queste attività. È bene costruire lanterne semplici, per potersi gustare i momenti che si trascorrono fabbricandole senza bisogno di correre per riuscire a finirle in tempo.
 La fiamma della lanterna non è esposta, ma protetta all'interno: l'idea è di avere una calda luce interiore da accendere. Le lanterne ricordano San Martino che sentiva dentro di sé una luce interiore così forte che, incontrando in una fredda notte d'inverno un mendicante infreddolito alle porte della città, si offrì di condividere con lui il suo mantello. Questa luce la possediamo tutti noi, va solo a volte nutrita! leggono storie e leggende su San Martino e si cantano canzoni e filastrocche.

Perché le lanterne?
 La leggenda delle lanterne narra che san Martino, ormai smessi i panni del soldato e convertitosi al Cristianesimo, dopo aver declinato l'invito a diventare vescovo si nascose in un'aia piena di oche (legata a questa leggenda è anche la tradizione di mangiare l'oca nei giorni della festa di san Martino). I suoi fedeli lo cercarono alla luce delle lanterne e le oche con le loro grida li guidarono fino a lui. 
Da allora tradizione vuole che si tenga una lanterna accesa ogni sera come rito della buonanotte fino a Natale. Il fuoco della lanterna simboleggia il calore dell'estate che ci resta accanto, nel cuore, e ci riscalda anche d'inverno. Quindi, in questo periodo di cambiamento, in cui si sentono l'autunno e il freddo in maniera poco amichevole e il pensiero è già rivolto al periodo di natale, costruire le lanterne e accenderle la sera riscalda i pensieri.. In ogni modo la scelta del grasso volatile come cibo tipico della festa di San Martino non è casuale perché dietro la popolare usanza gastronomica si celano vestigia di antiche credenze religiose che deriverebbero dalle celebrazioni del Samuin Celtico: l'oca di san Martino sarebbe dunque una discendente di quelle oche sacre ai Celti, simboli del Messaggero divino, che accompagnavano le anime dei defunti nell'aldilà.

Qualche idea di cosa fare a casa in preparazione di San Martino:
1)    Preparare le lanterne. Qui trovate tanti progetti:


Ed ecco alcune idee semplici e veloci da realizzare con i più piccini:
LANTERNA RICICLOSA
1 bottiglia di plastica, 1 candela e dei cartoncini colorati.
Per prima cosa tagliare un pezzo del fondo della bottiglia, l’apertura ci servirà per far passare aria e permettere alla candela di rimanere accesa; poi disegnare su diversi cartoncini colorati la sagoma di una stella. Con la colla attaccare le sagome alla bottiglia; accendere la candela e far colare della cera all’interno del tappo dove avete appoggiato la candela che si è attaccata. Il risultato sarà più d’impatto quando avrete spento la luce… che magia!

LANTERNA DI VETRO

LANTERNA FREDDOLOSA

LANTERNA A TEMPERA (interessante perché trovate anche il link per realizzare colori a tempera di una consistenza tale da sembrare “effetto olio”!)

2)    
Appendere foglie e trasparenze ai vetri.
3)    Colorare disegni su San martino  o realizzare figure con la plastilina
4)     
Raccontare la Leggenda di San Martino.
Questa qui è una versione alternativa per i più piccini.

5)    Fare i canti di San Martino.


6)    Preparare i biscotti di San Martino.

Ecco qualche ricettina buona:
Questa è la ricetta classica dei biscotti di San Martino, che risultano particolarmente duri. Nella tradizione siciliana, ogni commensale dispone di un bicchiere di moscato di Pantelleria, in cui intingerà il proprio biscotto per renderlo più morbido e gustoso.
E qui trovate alcune varianti…

E non potevamo farci mancare la versione vegan della pasta frolla:
200 gr di farina di farro (ma potrete sostituirla con qualsiasi farina a vostro piacere, ricordando che quelle integrali richiedono più latte)
4 cucchiai di olio d’oliva
50 grammi di zucchero
mezza bustina di cremortartaro
mezzo cucchiaino di vaniglia in polvere
un pizzico di sale
latte vegetale quanto basta
Il risultato è una pasta davvero velocissima da preparare, leggera, digeribile, e non particolarmente dolce, soprattutto se è vostra intenzione poi glassarla.

Qui trovate un modello, che potete scaricare e stampare gratuitamente  modello per biscotto di San Martino e i bambini li decorano con caramelle, cioccolata, marzapane e altro.



BUON SAN MARTINO A TUTTI!

NICOLETTA.






giovedì 1 novembre 2012

Sognando una scuola diversa..




Una maestra rivolta ad un'altra in 1^ classe, lamentandosi di un bambino a suo dire lento: “Eh sì..si vede che viene dall’asilo dove giocano soltanto..”

Una mamma in sede di riunione con i genitori all’asilo: “Maestra ma come mai non avete ancora iniziato a fare esercizi per  sillabare?”

All’uscita dall’asilo, una mamma rivolta ad un'altra mamma: “Io sono contenta che mio figlio resti a scuola a pranzo fino alle 16, anche se lui non vuole e si dispera, perché nel pomeriggio lì ci sono i laboratori e così almeno impara qualcosa, se no a casa è solo tempo sprecato!”

Classe 1^. Una maestra obietta: “Ma guarda che ci sono dei bimbi che non hanno capito quel che hai spiegato..” e l’altra: “Pazienza, io devo andare avanti, se no quelli più bravi e veloci si annoiano!”

Un papà rivolto ad una mamma: “ E’ meglio che imparino a leggere e scrivere all’asilo, così si trovano preparati per la scuola e non restano indietro!”

Una maestra ad una mamma all’asilo: “Ha visto signora hanno completato due libri, e sa qui noi lavoriamo tanto!”

“Entrare a scuola in anticipo è necessario per stare al passo con l'Europa. A scuola a cinque anni?E’ utile per creare la scuola del futuro che sia allineata alle direttive europee e alle migliori pratiche europee. L'obiettivo  è creare un sistema formativo migliore per avere cittadini più robusti in grado di competere in un mercato sempre più europeo». Lo ha detto il ministro Profumo nel corso di un'intervista radiofonica.

E ne avrei a centinaia di esempi come questo… La mia domanda ricorrente e che mi turba profondamente è: “Ma dove stiamo correndo e perchè?”
Questa smania di anticipare i tempi oramai ci sta travolgendo..E tanti genitori sono completamente abbagliati da questa chimera della precocizzazione e totalmente “deleganti” rispetto alla scuola ed ai più disparati esperti di turno che le gravitano attorno..ma che fretta c’è? Perché i bambini devono “sbrigarsi” ad imparare????
Cosa c’è dietro tutto questo? Io credo ci sia un sistema davvero malato.
Le maestre in molti casi non hanno colpa..Anche la più “illuminata” viene subito fagogitata dal sistema -scuola e dai suoi dirigenti preoccupati di cose quali: come renderla più competitiva rispetto alle altre scuole del territorio?come fare in modo da attrarre il maggior numero possibile di iscritti?Ed ecco che nasce la miriade di laboratori, alcuni davvero improbabili, e l’offerta formativa si amplia presentando una vetrina lussureggiante dinanzi agli occhi trasognanti di alcuni genitori. Ma non solo..spesso la competizione si sposta direttamente tra le sezioni all’interno di una scuola, o addirittura all’interno di uno stesso team. Le maestre gareggiano tra di loro per diventare la “maestra più ambita”, quella tenuta in palmo di mano dal dirigente e per la quale i genitori farebbero carte false! Ed ecco che le insegnanti si affannano per far compilare il maggior numero di schede e riempire pagine e pagine di quaderni ai poveri scolari. I dirigenti diventano imprenditori, stretti nella morsa dei finanziamenti, dei conti da far quadrare e della competizione più sfrenata con altre scuole flagellate dai tagli di risorse ed insegnanti. La scuola stessa è oramai una grande impresa dove si deve “produrre” il più possibile, nel più breve tempo possibile, riducendo al massimo i costi e stando al passo con gli altri Stati. Il risultato: insegnanti e dirigenti super-stressati e bambini allo sbando..
Tutto questo sembra rispondere a delle logiche davvero lontane dal centro di interesse principale: IL BAMBINO, ciò che veramente importa. Perchè è vero che l’educazione delle future generazioni è una questione politica ed economica, ben lo sanno i nostri i nostri politici, ma se perdiamo di vista il bambino, le sue esigenze, il suo sguardo sul mondo, abbiamo perso di vista la questione.
Una scuola diversa è possibile?
Di certo non è possibile trascurare dei dati importantissimi. Oltre cinquantamila bambini già frequentano in Italia metodi di insegnamento "alternativi", dove spesso i programmi ministeriali restano fuori dalle aule, o comunque vengono proposti con approcci diversi. Dove, pur con grandi differenze, il mondo viene visto dal basso verso l'alto e non dall'alto verso il basso, con gli occhi dei bambini insomma, più che con gli occhi degli adulti. I numeri di queste scuole sono in costante aumento, iscrizioni dal 30 al 40% in più. Diversissimi naturalmente gli indirizzi didattici. C'è perfino chi crea asili d'infanzia in autogestione e chi finanzia in proprio classi e aule, restaurando magari una casa colonica o un edificio abbandonato, purché il crescere e l'apprendere siano percorsi sereni.
Al centro c’è la libertà di esprimersi attraverso le proprie attitudini, la scoperta di numerose forme d’arte, ma soprattutto la necessità di vedere il mondo, anche quello dell’insegnamento, con gli occhi di un bambino. Da qui, si esercita la disciplina non vista come restrizione e regole legate al comportamento sociale, ma come ricerca di un’individualità personale, intima, unica.
E’ la scelta di quei genitori che decidono di istruire i figli al di fuori di un sistema scolastico. Con tutte le regole del caso, tenendo ben presente l’articolo 30 della Costituzione che recita “E’ dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire, educare i figli.. nei casi di incapacità dei genitori la legge provvede che siano assolti i loro compiti”. E ciò che ne segue nell’articolo 33: “ l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione..”.
Ma guardiamoci un po’ intorno e cerchiamo di capire un po’ meglio di cosa stiamo parlando. Non mi dilungherò molto sulle diverse pratiche e pedagogie perchè sarebbe un discorso davvero immenso. Preferisco lasciarvi delle tracce video molto interessanti, in cui parlano i protagonisti, per poi scegliere liberamente voi cosa approfondire su testi qualificati. Ho scelto alcuni indirizzi secondo me degni di menzione e attenzione. Per me rappresentano una piacevole boccata d’aria, finalmente rallentiamo un po’ la corsa…


SCUOLA LIBERTARIA.

“I bambini non hanno bisogno di insegnamenti, ma di amore e comprensione.
Per essere naturalmente buoni hanno bisogno di sentirsi approvati e liberi”.
Alexander Neill (fondatore della scuola di Summerhill)
L’educazione libertaria è un insieme di principi ed esperienze unite ad una pratica organizzativa di tipo democratico che riconosce ai bambini e alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze la capacità di decidere individualmente e in gruppo come, quando, che cosa, dove e con chi imparare e la capacità di condividere in modo paritario le scelte che riguardano i loro ambiti organizzativi.
L’educazione libertaria fonda la relazione educativa adulto-bambino sul riconoscimento di tali capacità quali mezzi per lo sviluppo dell’autonomia e della libertà di scelta dei bambini.
Partendo dall’espressione delle proprie necessità (conoscitive, pratiche) il bambino ha la possibilità di sperimentare nei propri tempi e modi le conseguenze delle proprie scelte e la relativa assunzione di responsabilità. In questo modo egli  acquisisce consapevolezza di sé nel mondo e cresce nella capacità di autostima ed autovalutazione.
L’educatore-accompagnatore ha il compito di affiancare il bambino in un comune processo di indagine/scoperta/creazione che è alla base del conoscere.
 Adulto e bambino sono sullo stesso piano come persone, ma la loro diversità è riconosciuta come fondamentale e dà luogo a diversi ruoli nel processo di apprendimento.
Bambino e adulto possono definire dei progetti di apprendimento condivisi. La relazione adulto-bambino nella scuola libertaria è fondata sul rispetto reciproco.  L’autorevolezza che scaturisce dall’esperienza pregressa e dalla capacità di relazione dell’educatore-accompagnatore non giustifica un atteggiamento manipolatorio volto ad indurre nel bambino qualsiasi forma di dipendenza dal giudizio dell’adulto.
Gli “errori” vengono identificati come opportunità in un comune processo di riflessione  e rielaborazione al fine di favorire l’autocorrezione.  Il processo di valutazione fa leva in primo luogo sul confronto e l’autovalutazione e non implica in nessun caso un giudizio sulla persona, centrando l’attenzione sulla valutazione del processo di apprendimento. In tal modo il bambino e l’educatore-accompagnatore sono coinvolti in una valutazione reciproca: entrambi hanno l’opportunità di valutare qualità ed efficacia del lavoro svolto.
La scuola libertaria è uno spazio aperto in cui un insieme di relazioni finalizzate ad uno scopo educativo e di apprendimento vengono organizzate attraverso istituzioni di democrazia partecipata.
Le decisioni che riguardano l’organizzazione, a vari livelli e con varie modalità, e le attività della comunità scolastica vengono prese all’interno di un’assemblea. Ogni membro, indipendentemente da età e ruolo, ha diritto di voto.  Compito dell’assemblea è anche quello di stabilire regole e sanzioni che disciplinano la gestione degli spazi, le responsabilità e i diversi aspetti della vita della comunità e di verificarne, con modalità condivise, l’efficacia.

Ecco un video della Kiskanu, una fra le più grandi scuole democratiche italiane, con sede a Verona:

Punto di riferimento importantissimo è sicuramente il sito ufficiale dell’EUDEC, consultabile all’indirizzo: http://www.eudec.org/

Vi è poi il sito della Rete per l’Educazione Libertaria, movimento che riunisce la maggior parte delle realtà italiane: http://www.educazionelibertaria.org/

Ed ecco alcuni testi base per approfondire:









SCUOLA STEINERIANA

"Il nostro obiettivo: elaborare una pedagogia che insegni ad apprendere, ad apprendere per tutta la vita dalla vita stessa."
Rudolf Steiner

La pedagogia Waldorf mira a sviluppare individualità libere, in grado di continuare ad imparare dalla vita. Va in questa direzione cercando di riconoscere, coltivare e portare a manifestazione le potenzialità di ciascun bambino, rispettando i tempi della sua evoluzione fisica e interiore.Il bambino è un essere in divenire e importanti trasformazioni sono in relazione a diverse fasi di sviluppo. Queste sono legate ad un ritmo di settenni. L'approfondita conoscenza dei processi di sviluppo permette all'educatore di coglierli e accompagnarli con interventi pedagogici adeguati.
Grande importanza hanno le conoscenze su come, parallelamente a importanti mutamenti fisici, si evolvono gradualmente le facoltà dell'animo umano: volere, sentire e pensare. Per un sano sviluppo del bambino è necessario cercare un equilibrio dinamico, in altre parole un "respiro", tra due correnti:
• Da un lato devono essere educate le capacità di accogliere e comprendere il mondo esterno attraverso un affinamento dei sensi e, successivamente, la conquista di un rigoroso pensiero riflessivo.
• Dall'altro bisogna curare nel bambino tutto ciò che lo rende attivo: l'attività motoria, la fantasia, l'espressività, la creatività, l'iniziativa. Sono infatti questi ultimi aspetti che nell'epoca contemporanea dominata dalle informazioni, dalle macchine e dalla realtà virtuale, rischiano di venire trascurati; il che può comportare un impoverimento dell'esperienza del bambino e, soprattutto, pregiudicare la formazione di una sana e forte capacità di iniziativa autonoma.
Si accompagnerà il bambino a sviluppare sempre armonicamente l'attività delle mani, del cuore e della mente.
Questo avviene, per esempio, attraverso l'esperienza del ritmo, con l'alternarsi giornaliero di attività pratiche, creative e che stimolano l'ingegno e attraverso le celebrazioni legate alle festività dell'anno. Viene riconosciuta pari dignità alle materie intellettuali, artistiche e manuali, con la consapevolezza che dita abili producono abilità di pensiero.

Questo è il video di una scuola steineriana molto bella negli Stati Uniti.


E qui trovate alcuni testi fondamentali.





SCUOLA Montessori

“Il bambino è padre dell’umanità e della civilizzazione, è il nostro maestro, anche nei riguardi della sua educazione”
Maria Montessori

L' impianto educativo della Montessori si basa sul presupposto che ci sia, da parte dei piccoli, una naturale e spontanea predisposizione all'apprendimento, al lavoro, alla costruzione di qualcosa, all'interessamento verso il mondo esterno… essenziale è l'ambiente, che deve essere scientificamente organizzato e preparato ad accoglierli. 

Il duplice ruolo dell'adulto, secondo la Montessori, era di costruire un ambiente in grado di suscitare gli interessi che via via il bambino maturava e dimostrava di avere, e quello di non ostacolare in nessun modo il lavoro pratico e psichico a cui ciascun fanciullo andava dedicandosi nel corso della sua infanzia.

Il metodo montessoriano mette in luce il bisogno del bambino di far emergere quanto in lui già esiste ed il dovere di ogni educatore di non impedire, ma anzi di liberare, la voglia ed il bisogno del piccolo di adempiere a quella che è la sua naturale tendenza.

E' l'ambente a rivestire per la Montessori un ruolo fondamentale per lo sviluppo e la crescita dei bimbi; gli arredi devono essere pensati e studiati tenendo conto dell'età e della corporatura dei piccoli, costruiti all'insegna della leggerezza in modo che, proprio a causa della loro fragilità, rivelino un utilizzo sbagliato o mancanza di rispetto da parte di coloro che ne fanno regolarmente uso. Importante è anche il concetto di ordine, il cui mantenimento è il compito principale del bambino nella convinzione che solo un ambiente ordinato e organizzato è in grado di far emergere le virtù nascoste di chi lo frequenta e lo vive. Gli insegnanti, che assumono il ruolo di figure di aiuto, facilitazione, organizzazione e osservazione della vita psichica e culturale del bambino. Ciascun bambino segue un suo personale percorso formativo fatto di esplosioni, processi formativi lenti e sotterranei che seguono un andamento assolutamente casuale e personale. Le attività didattiche vengono strutturate in modo tale che il piccolo possa svolgere individualmente il suo lavoro, dove il controllo dell'errore non risiede nella supervisione dell'adulto ma nel successo dell'azione.

Guardate questi due video!


Per maggiori informazioni sul metodo Montessori, per avere l'elenco completo di tutte le scuole che in Italia si rifanno ad esso e per conoscere nel dettaglio le teorie e gli studi portati avanti da Maria Montessori è possibile visitare il sito


Qui alcuni testi fondamentali.







EDUCAZIONE NEO-UMANISTA

“La società umana è da considerare non tanto come un fiore quanto come un giardino con innumerevoli fiori, ognuno con un suo fascino ed un suo profumo. Dobbiamo prenderci cura del giardino avendo amore per ogni singolo fiore che lo compone.” P.R. Sarkar (maestro e filosofo indiano)

Se è vero, come molti scienziati affermano enfaticamente, che noi utilizziamo al massimo l'1% delle nostre potenzialità mentali. Allora il primo dovere dell'educazione deve essere quello di "tirare fuori" (dal latino e-ducere = condurre fuori) tutte quelle potenzialità addormentate nella persona in maniera da ottenere un essere umano completo in tutti i suoi aspetti. Questo è l'obiettivo dell'educazione Neoumanista: sviluppare il massimo potenziale umano in ogni bambino.
L'educazione Neoumanista educa il bambino nella sua integrità, non riempie solo l'intelletto di informazioni e nozioni, né allena lo studente a gratificare, come se fosse un robot, la propria insegnante con la risposta "giusta". Ma cosa si intende per "bambino nella sua integrità"? O meglio quali sono tutte le dimensioni della personalità che bisogna sviluppare per diventare pienamente e veramente esseri umani?
Secondo gli antichi insegnamenti dei maestri spirituali - nonché secondo le attuali teorie della fisica - l'esistenza non è una singola realtà, ma un insieme continuo di diversi livelli, da quello più denso e grossolano cioè la materia, attraverso quello più sottile dell'intelletto fino al livello ancor più sottile della coscienza. Ciò si manifesta anche nei diversi livelli della mente attraverso i sensi, l'intelletto, la creatività, l'intuizione, la spiritualità. Ciò che rende unica l'educazione Neoumanista è che essa sviluppa sistematicamente tutti gli aspetti dell'esistenza umana. Essa è una vera educazione olistica, globale poiché nessuna espressione della natura umana viene trascurata, nessun aspetto della vita viene ignorato.
L'educazione Neoumanista, usando il meglio della saggezza antica e delle più recenti scoperte psicologiche e biologiche, sviluppa tutte le facoltà dei bambini in modo armonioso e progressivo. Esistono attualmente circa 2000 scuole Neoumaniste in tutto il mondo in paesi industrializzati come in villaggi tribali; i giovani che ne escono manifestano una personalità viva e forte, creatività, felicità interiore, desiderio di conoscenza, spiccata intelligenza, senso altruistico e soprattutto una visione spirituale della vita.
«Ognuno ha in se stesso qualcosa di divino [...]. Nostro compito è trovarlo, usarlo e svilupparlo. Il primo dovere dell'educazione dovrebbe essere aiutare l'anima in crescita ad esprimere ciò che ha di meglio in se stessa e farne un ottimo strumento per un nobile uso».
Queste scuole sono un meltingpot di razze diverse, dove i bambini, aiutati ad esprimere ciò che di meglio cela la loro interiorità, possono imparare quattro lingue contemporaneamente.
Si lavora su obiettivi, contenuti e metodi di un nuovo sistema educativo, si fanno ricerche sul valore formativo delle arti, molto valorizzate, sulla cultura indiana e gli elementi nodali dello sviluppo umano e molto altro ancora. In questo piano educativo viene lasciato molto spazio, oltre che alla creatività, allo yoga, alla meditazione e al lavoro sul corpo inteso non solo come sport ma anche come esercizi di consapevolezza fisica.
Si cerca di formare persone libere, profondamente coscienti di sé. Del resto nessun cambiamento può essere fatto, nel contesto umano, fin tanto che non c'è un'autentica trasformazione nella dimensione della coscienza.

Ecco i video girati dagli stessi alunni alla Sunrise School di Londra:


Per approfondire:





Ma lo sapevate che è possibile non andare a scuola? Nel nostro ordinamento è obbligatoria l’istruzione primaria, ma non la frequentazione di una scuola, pubblica o privata.
Esiste infatti un’alternativa alla scuola che è chiamata “scuola paterna” o “scuola familiare“. Per tutto il periodo dell’istruzione obbligatoria, infatti, è possibile imparare a casa, con i genitori o con altre persone competenti. Insomma, questo istituto che sembrerebbe d’altri tempi, perso tra precettori ed istitutrici, non solo è ancora esistente, ma sta ritrovando un suo spazio culturale. I genitori devono:

- attestare di possedere i mezzi e le competenze necessarie allo svolgimento dell’incarico oppure attestare che l’incarico sarà svolto da persone competenti;

- comunicare per iscritto, entro la data prevista per l’iscrizione a scuola, alla Direzione Didattica di appartenenza, la loro decisione;
- presentare il proprio figlio agli esami, previa formale domanda di ammissione agli stessi, corredata dal programma svolto.

- presentare un “preventivo di programma”, che anticipa il lavoro del bambino e poi un programma vero e proprio, da consegnare alla scuola e che la Direzione Didattica può richiedere prima che l’anno scolastico sia terminato. Nella elaborazione del preventivo di programma si deve tenere delle direttive Ministeriali.

 Le scuole paterne non sono necessariamente rivolte ad un solo studente, nell’ambito della sua famiglia. Si ricorre a questo istituto giuridico anche per l’istruzione di piccoli gruppi di bambini, curati dai propri genitori che si riuniscono in gruppi e provvedono personalmente o dando incarico a persone qualificate all’insegnamento di diverse materie.

HOMESCHOOLING.
John Holt, il 'padre' dell'homeschooling, affronta questo tema nel suo libro 'Teach Your Own', sostenendo:
 “I genitori che desiderano istruire personalmente i propri bambini dovrebbero: innanzitutto, amare la loro compagnia, la loro presenza fisica, la loro energia, le loro sciocchezze, la loro passione. Devono apprezzarne la conversazione e le domande, ed essere felici nel cercare una risposta. 
Devono considerare i propri figli come degli amici, degli amici molto cari. Sentirsi felici quando li hanno vicini e sentirne la mancanza quando non ci sono. Devono avere fiducia in loro in quanto persone, rispettare la loro fragile dignità, trattarli con gentilezza, prenderli sul serio. Devono sentire nel proprio cuore lo stupore dei propri figli, la loro curiosità, il loro entusiasmo di fronte al mondo. E devono avere abbastanza fiducia in se stessi, scetticismo nei confronti degli esperti, desiderio di essere diversi dagli altri e di assumersi completamente la responsabilità dell’istruzione dei propri figli. I bambini non hanno bisogno, non vogliono, non possono sopportare sei ore di lezione al giorno. In questo senso, quindi, l'homeschooling diventa un felice mix tra scuola formale e scuola informale: insegna ai bambini cose concrete (matematica, storia, geografia, biologia, anatomia, fisiologia, lingue straniere, ecc...), ma lo fa attraverso l'esperienza e soprattutto la libertà. La scuola familiare non si svolge infatti solo tra le mura domestiche: l'apprendimento avviene ovunque, perchè è il mondo nella sua estensione più larga, a diventare una 'scuola'.” 



Qui trovate due video interessanti di una mamma homeschooler:
http://www.youtube.com/watch?v=kGXcGYECIuY&feature=player_embedded

La mamma è la stessa, ma il primo video mi piaceva perchè ci sono "scene di vita quotidiana"..

ed ecco dei link molto utili per approfondire:

Questi testi potranno guidarvi nel cammino verso una nuova consapevolezza del vostro ruolo di genitori e insegnanti.
John Holt
                        How Children Learn
                        Teach Your Own
                        How Children Fail
                        Learning All the Time
                        Instead of Education: Ways to Help People Do Things Better



Questo discorso mi prende moltissimo come mamma, come educatrice, come insegnante. Meritava molto di più, pertanto non sono riuscita ad essere più sintetica di così…!!!!!

Buona visione!

NICOLETTA.