giovedì 1 novembre 2012

Sognando una scuola diversa..




Una maestra rivolta ad un'altra in 1^ classe, lamentandosi di un bambino a suo dire lento: “Eh sì..si vede che viene dall’asilo dove giocano soltanto..”

Una mamma in sede di riunione con i genitori all’asilo: “Maestra ma come mai non avete ancora iniziato a fare esercizi per  sillabare?”

All’uscita dall’asilo, una mamma rivolta ad un'altra mamma: “Io sono contenta che mio figlio resti a scuola a pranzo fino alle 16, anche se lui non vuole e si dispera, perché nel pomeriggio lì ci sono i laboratori e così almeno impara qualcosa, se no a casa è solo tempo sprecato!”

Classe 1^. Una maestra obietta: “Ma guarda che ci sono dei bimbi che non hanno capito quel che hai spiegato..” e l’altra: “Pazienza, io devo andare avanti, se no quelli più bravi e veloci si annoiano!”

Un papà rivolto ad una mamma: “ E’ meglio che imparino a leggere e scrivere all’asilo, così si trovano preparati per la scuola e non restano indietro!”

Una maestra ad una mamma all’asilo: “Ha visto signora hanno completato due libri, e sa qui noi lavoriamo tanto!”

“Entrare a scuola in anticipo è necessario per stare al passo con l'Europa. A scuola a cinque anni?E’ utile per creare la scuola del futuro che sia allineata alle direttive europee e alle migliori pratiche europee. L'obiettivo  è creare un sistema formativo migliore per avere cittadini più robusti in grado di competere in un mercato sempre più europeo». Lo ha detto il ministro Profumo nel corso di un'intervista radiofonica.

E ne avrei a centinaia di esempi come questo… La mia domanda ricorrente e che mi turba profondamente è: “Ma dove stiamo correndo e perchè?”
Questa smania di anticipare i tempi oramai ci sta travolgendo..E tanti genitori sono completamente abbagliati da questa chimera della precocizzazione e totalmente “deleganti” rispetto alla scuola ed ai più disparati esperti di turno che le gravitano attorno..ma che fretta c’è? Perché i bambini devono “sbrigarsi” ad imparare????
Cosa c’è dietro tutto questo? Io credo ci sia un sistema davvero malato.
Le maestre in molti casi non hanno colpa..Anche la più “illuminata” viene subito fagogitata dal sistema -scuola e dai suoi dirigenti preoccupati di cose quali: come renderla più competitiva rispetto alle altre scuole del territorio?come fare in modo da attrarre il maggior numero possibile di iscritti?Ed ecco che nasce la miriade di laboratori, alcuni davvero improbabili, e l’offerta formativa si amplia presentando una vetrina lussureggiante dinanzi agli occhi trasognanti di alcuni genitori. Ma non solo..spesso la competizione si sposta direttamente tra le sezioni all’interno di una scuola, o addirittura all’interno di uno stesso team. Le maestre gareggiano tra di loro per diventare la “maestra più ambita”, quella tenuta in palmo di mano dal dirigente e per la quale i genitori farebbero carte false! Ed ecco che le insegnanti si affannano per far compilare il maggior numero di schede e riempire pagine e pagine di quaderni ai poveri scolari. I dirigenti diventano imprenditori, stretti nella morsa dei finanziamenti, dei conti da far quadrare e della competizione più sfrenata con altre scuole flagellate dai tagli di risorse ed insegnanti. La scuola stessa è oramai una grande impresa dove si deve “produrre” il più possibile, nel più breve tempo possibile, riducendo al massimo i costi e stando al passo con gli altri Stati. Il risultato: insegnanti e dirigenti super-stressati e bambini allo sbando..
Tutto questo sembra rispondere a delle logiche davvero lontane dal centro di interesse principale: IL BAMBINO, ciò che veramente importa. Perchè è vero che l’educazione delle future generazioni è una questione politica ed economica, ben lo sanno i nostri i nostri politici, ma se perdiamo di vista il bambino, le sue esigenze, il suo sguardo sul mondo, abbiamo perso di vista la questione.
Una scuola diversa è possibile?
Di certo non è possibile trascurare dei dati importantissimi. Oltre cinquantamila bambini già frequentano in Italia metodi di insegnamento "alternativi", dove spesso i programmi ministeriali restano fuori dalle aule, o comunque vengono proposti con approcci diversi. Dove, pur con grandi differenze, il mondo viene visto dal basso verso l'alto e non dall'alto verso il basso, con gli occhi dei bambini insomma, più che con gli occhi degli adulti. I numeri di queste scuole sono in costante aumento, iscrizioni dal 30 al 40% in più. Diversissimi naturalmente gli indirizzi didattici. C'è perfino chi crea asili d'infanzia in autogestione e chi finanzia in proprio classi e aule, restaurando magari una casa colonica o un edificio abbandonato, purché il crescere e l'apprendere siano percorsi sereni.
Al centro c’è la libertà di esprimersi attraverso le proprie attitudini, la scoperta di numerose forme d’arte, ma soprattutto la necessità di vedere il mondo, anche quello dell’insegnamento, con gli occhi di un bambino. Da qui, si esercita la disciplina non vista come restrizione e regole legate al comportamento sociale, ma come ricerca di un’individualità personale, intima, unica.
E’ la scelta di quei genitori che decidono di istruire i figli al di fuori di un sistema scolastico. Con tutte le regole del caso, tenendo ben presente l’articolo 30 della Costituzione che recita “E’ dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire, educare i figli.. nei casi di incapacità dei genitori la legge provvede che siano assolti i loro compiti”. E ciò che ne segue nell’articolo 33: “ l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione..”.
Ma guardiamoci un po’ intorno e cerchiamo di capire un po’ meglio di cosa stiamo parlando. Non mi dilungherò molto sulle diverse pratiche e pedagogie perchè sarebbe un discorso davvero immenso. Preferisco lasciarvi delle tracce video molto interessanti, in cui parlano i protagonisti, per poi scegliere liberamente voi cosa approfondire su testi qualificati. Ho scelto alcuni indirizzi secondo me degni di menzione e attenzione. Per me rappresentano una piacevole boccata d’aria, finalmente rallentiamo un po’ la corsa…


SCUOLA LIBERTARIA.

“I bambini non hanno bisogno di insegnamenti, ma di amore e comprensione.
Per essere naturalmente buoni hanno bisogno di sentirsi approvati e liberi”.
Alexander Neill (fondatore della scuola di Summerhill)
L’educazione libertaria è un insieme di principi ed esperienze unite ad una pratica organizzativa di tipo democratico che riconosce ai bambini e alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze la capacità di decidere individualmente e in gruppo come, quando, che cosa, dove e con chi imparare e la capacità di condividere in modo paritario le scelte che riguardano i loro ambiti organizzativi.
L’educazione libertaria fonda la relazione educativa adulto-bambino sul riconoscimento di tali capacità quali mezzi per lo sviluppo dell’autonomia e della libertà di scelta dei bambini.
Partendo dall’espressione delle proprie necessità (conoscitive, pratiche) il bambino ha la possibilità di sperimentare nei propri tempi e modi le conseguenze delle proprie scelte e la relativa assunzione di responsabilità. In questo modo egli  acquisisce consapevolezza di sé nel mondo e cresce nella capacità di autostima ed autovalutazione.
L’educatore-accompagnatore ha il compito di affiancare il bambino in un comune processo di indagine/scoperta/creazione che è alla base del conoscere.
 Adulto e bambino sono sullo stesso piano come persone, ma la loro diversità è riconosciuta come fondamentale e dà luogo a diversi ruoli nel processo di apprendimento.
Bambino e adulto possono definire dei progetti di apprendimento condivisi. La relazione adulto-bambino nella scuola libertaria è fondata sul rispetto reciproco.  L’autorevolezza che scaturisce dall’esperienza pregressa e dalla capacità di relazione dell’educatore-accompagnatore non giustifica un atteggiamento manipolatorio volto ad indurre nel bambino qualsiasi forma di dipendenza dal giudizio dell’adulto.
Gli “errori” vengono identificati come opportunità in un comune processo di riflessione  e rielaborazione al fine di favorire l’autocorrezione.  Il processo di valutazione fa leva in primo luogo sul confronto e l’autovalutazione e non implica in nessun caso un giudizio sulla persona, centrando l’attenzione sulla valutazione del processo di apprendimento. In tal modo il bambino e l’educatore-accompagnatore sono coinvolti in una valutazione reciproca: entrambi hanno l’opportunità di valutare qualità ed efficacia del lavoro svolto.
La scuola libertaria è uno spazio aperto in cui un insieme di relazioni finalizzate ad uno scopo educativo e di apprendimento vengono organizzate attraverso istituzioni di democrazia partecipata.
Le decisioni che riguardano l’organizzazione, a vari livelli e con varie modalità, e le attività della comunità scolastica vengono prese all’interno di un’assemblea. Ogni membro, indipendentemente da età e ruolo, ha diritto di voto.  Compito dell’assemblea è anche quello di stabilire regole e sanzioni che disciplinano la gestione degli spazi, le responsabilità e i diversi aspetti della vita della comunità e di verificarne, con modalità condivise, l’efficacia.

Ecco un video della Kiskanu, una fra le più grandi scuole democratiche italiane, con sede a Verona:

Punto di riferimento importantissimo è sicuramente il sito ufficiale dell’EUDEC, consultabile all’indirizzo: http://www.eudec.org/

Vi è poi il sito della Rete per l’Educazione Libertaria, movimento che riunisce la maggior parte delle realtà italiane: http://www.educazionelibertaria.org/

Ed ecco alcuni testi base per approfondire:









SCUOLA STEINERIANA

"Il nostro obiettivo: elaborare una pedagogia che insegni ad apprendere, ad apprendere per tutta la vita dalla vita stessa."
Rudolf Steiner

La pedagogia Waldorf mira a sviluppare individualità libere, in grado di continuare ad imparare dalla vita. Va in questa direzione cercando di riconoscere, coltivare e portare a manifestazione le potenzialità di ciascun bambino, rispettando i tempi della sua evoluzione fisica e interiore.Il bambino è un essere in divenire e importanti trasformazioni sono in relazione a diverse fasi di sviluppo. Queste sono legate ad un ritmo di settenni. L'approfondita conoscenza dei processi di sviluppo permette all'educatore di coglierli e accompagnarli con interventi pedagogici adeguati.
Grande importanza hanno le conoscenze su come, parallelamente a importanti mutamenti fisici, si evolvono gradualmente le facoltà dell'animo umano: volere, sentire e pensare. Per un sano sviluppo del bambino è necessario cercare un equilibrio dinamico, in altre parole un "respiro", tra due correnti:
• Da un lato devono essere educate le capacità di accogliere e comprendere il mondo esterno attraverso un affinamento dei sensi e, successivamente, la conquista di un rigoroso pensiero riflessivo.
• Dall'altro bisogna curare nel bambino tutto ciò che lo rende attivo: l'attività motoria, la fantasia, l'espressività, la creatività, l'iniziativa. Sono infatti questi ultimi aspetti che nell'epoca contemporanea dominata dalle informazioni, dalle macchine e dalla realtà virtuale, rischiano di venire trascurati; il che può comportare un impoverimento dell'esperienza del bambino e, soprattutto, pregiudicare la formazione di una sana e forte capacità di iniziativa autonoma.
Si accompagnerà il bambino a sviluppare sempre armonicamente l'attività delle mani, del cuore e della mente.
Questo avviene, per esempio, attraverso l'esperienza del ritmo, con l'alternarsi giornaliero di attività pratiche, creative e che stimolano l'ingegno e attraverso le celebrazioni legate alle festività dell'anno. Viene riconosciuta pari dignità alle materie intellettuali, artistiche e manuali, con la consapevolezza che dita abili producono abilità di pensiero.

Questo è il video di una scuola steineriana molto bella negli Stati Uniti.


E qui trovate alcuni testi fondamentali.





SCUOLA Montessori

“Il bambino è padre dell’umanità e della civilizzazione, è il nostro maestro, anche nei riguardi della sua educazione”
Maria Montessori

L' impianto educativo della Montessori si basa sul presupposto che ci sia, da parte dei piccoli, una naturale e spontanea predisposizione all'apprendimento, al lavoro, alla costruzione di qualcosa, all'interessamento verso il mondo esterno… essenziale è l'ambiente, che deve essere scientificamente organizzato e preparato ad accoglierli. 

Il duplice ruolo dell'adulto, secondo la Montessori, era di costruire un ambiente in grado di suscitare gli interessi che via via il bambino maturava e dimostrava di avere, e quello di non ostacolare in nessun modo il lavoro pratico e psichico a cui ciascun fanciullo andava dedicandosi nel corso della sua infanzia.

Il metodo montessoriano mette in luce il bisogno del bambino di far emergere quanto in lui già esiste ed il dovere di ogni educatore di non impedire, ma anzi di liberare, la voglia ed il bisogno del piccolo di adempiere a quella che è la sua naturale tendenza.

E' l'ambente a rivestire per la Montessori un ruolo fondamentale per lo sviluppo e la crescita dei bimbi; gli arredi devono essere pensati e studiati tenendo conto dell'età e della corporatura dei piccoli, costruiti all'insegna della leggerezza in modo che, proprio a causa della loro fragilità, rivelino un utilizzo sbagliato o mancanza di rispetto da parte di coloro che ne fanno regolarmente uso. Importante è anche il concetto di ordine, il cui mantenimento è il compito principale del bambino nella convinzione che solo un ambiente ordinato e organizzato è in grado di far emergere le virtù nascoste di chi lo frequenta e lo vive. Gli insegnanti, che assumono il ruolo di figure di aiuto, facilitazione, organizzazione e osservazione della vita psichica e culturale del bambino. Ciascun bambino segue un suo personale percorso formativo fatto di esplosioni, processi formativi lenti e sotterranei che seguono un andamento assolutamente casuale e personale. Le attività didattiche vengono strutturate in modo tale che il piccolo possa svolgere individualmente il suo lavoro, dove il controllo dell'errore non risiede nella supervisione dell'adulto ma nel successo dell'azione.

Guardate questi due video!


Per maggiori informazioni sul metodo Montessori, per avere l'elenco completo di tutte le scuole che in Italia si rifanno ad esso e per conoscere nel dettaglio le teorie e gli studi portati avanti da Maria Montessori è possibile visitare il sito


Qui alcuni testi fondamentali.







EDUCAZIONE NEO-UMANISTA

“La società umana è da considerare non tanto come un fiore quanto come un giardino con innumerevoli fiori, ognuno con un suo fascino ed un suo profumo. Dobbiamo prenderci cura del giardino avendo amore per ogni singolo fiore che lo compone.” P.R. Sarkar (maestro e filosofo indiano)

Se è vero, come molti scienziati affermano enfaticamente, che noi utilizziamo al massimo l'1% delle nostre potenzialità mentali. Allora il primo dovere dell'educazione deve essere quello di "tirare fuori" (dal latino e-ducere = condurre fuori) tutte quelle potenzialità addormentate nella persona in maniera da ottenere un essere umano completo in tutti i suoi aspetti. Questo è l'obiettivo dell'educazione Neoumanista: sviluppare il massimo potenziale umano in ogni bambino.
L'educazione Neoumanista educa il bambino nella sua integrità, non riempie solo l'intelletto di informazioni e nozioni, né allena lo studente a gratificare, come se fosse un robot, la propria insegnante con la risposta "giusta". Ma cosa si intende per "bambino nella sua integrità"? O meglio quali sono tutte le dimensioni della personalità che bisogna sviluppare per diventare pienamente e veramente esseri umani?
Secondo gli antichi insegnamenti dei maestri spirituali - nonché secondo le attuali teorie della fisica - l'esistenza non è una singola realtà, ma un insieme continuo di diversi livelli, da quello più denso e grossolano cioè la materia, attraverso quello più sottile dell'intelletto fino al livello ancor più sottile della coscienza. Ciò si manifesta anche nei diversi livelli della mente attraverso i sensi, l'intelletto, la creatività, l'intuizione, la spiritualità. Ciò che rende unica l'educazione Neoumanista è che essa sviluppa sistematicamente tutti gli aspetti dell'esistenza umana. Essa è una vera educazione olistica, globale poiché nessuna espressione della natura umana viene trascurata, nessun aspetto della vita viene ignorato.
L'educazione Neoumanista, usando il meglio della saggezza antica e delle più recenti scoperte psicologiche e biologiche, sviluppa tutte le facoltà dei bambini in modo armonioso e progressivo. Esistono attualmente circa 2000 scuole Neoumaniste in tutto il mondo in paesi industrializzati come in villaggi tribali; i giovani che ne escono manifestano una personalità viva e forte, creatività, felicità interiore, desiderio di conoscenza, spiccata intelligenza, senso altruistico e soprattutto una visione spirituale della vita.
«Ognuno ha in se stesso qualcosa di divino [...]. Nostro compito è trovarlo, usarlo e svilupparlo. Il primo dovere dell'educazione dovrebbe essere aiutare l'anima in crescita ad esprimere ciò che ha di meglio in se stessa e farne un ottimo strumento per un nobile uso».
Queste scuole sono un meltingpot di razze diverse, dove i bambini, aiutati ad esprimere ciò che di meglio cela la loro interiorità, possono imparare quattro lingue contemporaneamente.
Si lavora su obiettivi, contenuti e metodi di un nuovo sistema educativo, si fanno ricerche sul valore formativo delle arti, molto valorizzate, sulla cultura indiana e gli elementi nodali dello sviluppo umano e molto altro ancora. In questo piano educativo viene lasciato molto spazio, oltre che alla creatività, allo yoga, alla meditazione e al lavoro sul corpo inteso non solo come sport ma anche come esercizi di consapevolezza fisica.
Si cerca di formare persone libere, profondamente coscienti di sé. Del resto nessun cambiamento può essere fatto, nel contesto umano, fin tanto che non c'è un'autentica trasformazione nella dimensione della coscienza.

Ecco i video girati dagli stessi alunni alla Sunrise School di Londra:


Per approfondire:





Ma lo sapevate che è possibile non andare a scuola? Nel nostro ordinamento è obbligatoria l’istruzione primaria, ma non la frequentazione di una scuola, pubblica o privata.
Esiste infatti un’alternativa alla scuola che è chiamata “scuola paterna” o “scuola familiare“. Per tutto il periodo dell’istruzione obbligatoria, infatti, è possibile imparare a casa, con i genitori o con altre persone competenti. Insomma, questo istituto che sembrerebbe d’altri tempi, perso tra precettori ed istitutrici, non solo è ancora esistente, ma sta ritrovando un suo spazio culturale. I genitori devono:

- attestare di possedere i mezzi e le competenze necessarie allo svolgimento dell’incarico oppure attestare che l’incarico sarà svolto da persone competenti;

- comunicare per iscritto, entro la data prevista per l’iscrizione a scuola, alla Direzione Didattica di appartenenza, la loro decisione;
- presentare il proprio figlio agli esami, previa formale domanda di ammissione agli stessi, corredata dal programma svolto.

- presentare un “preventivo di programma”, che anticipa il lavoro del bambino e poi un programma vero e proprio, da consegnare alla scuola e che la Direzione Didattica può richiedere prima che l’anno scolastico sia terminato. Nella elaborazione del preventivo di programma si deve tenere delle direttive Ministeriali.

 Le scuole paterne non sono necessariamente rivolte ad un solo studente, nell’ambito della sua famiglia. Si ricorre a questo istituto giuridico anche per l’istruzione di piccoli gruppi di bambini, curati dai propri genitori che si riuniscono in gruppi e provvedono personalmente o dando incarico a persone qualificate all’insegnamento di diverse materie.

HOMESCHOOLING.
John Holt, il 'padre' dell'homeschooling, affronta questo tema nel suo libro 'Teach Your Own', sostenendo:
 “I genitori che desiderano istruire personalmente i propri bambini dovrebbero: innanzitutto, amare la loro compagnia, la loro presenza fisica, la loro energia, le loro sciocchezze, la loro passione. Devono apprezzarne la conversazione e le domande, ed essere felici nel cercare una risposta. 
Devono considerare i propri figli come degli amici, degli amici molto cari. Sentirsi felici quando li hanno vicini e sentirne la mancanza quando non ci sono. Devono avere fiducia in loro in quanto persone, rispettare la loro fragile dignità, trattarli con gentilezza, prenderli sul serio. Devono sentire nel proprio cuore lo stupore dei propri figli, la loro curiosità, il loro entusiasmo di fronte al mondo. E devono avere abbastanza fiducia in se stessi, scetticismo nei confronti degli esperti, desiderio di essere diversi dagli altri e di assumersi completamente la responsabilità dell’istruzione dei propri figli. I bambini non hanno bisogno, non vogliono, non possono sopportare sei ore di lezione al giorno. In questo senso, quindi, l'homeschooling diventa un felice mix tra scuola formale e scuola informale: insegna ai bambini cose concrete (matematica, storia, geografia, biologia, anatomia, fisiologia, lingue straniere, ecc...), ma lo fa attraverso l'esperienza e soprattutto la libertà. La scuola familiare non si svolge infatti solo tra le mura domestiche: l'apprendimento avviene ovunque, perchè è il mondo nella sua estensione più larga, a diventare una 'scuola'.” 



Qui trovate due video interessanti di una mamma homeschooler:
http://www.youtube.com/watch?v=kGXcGYECIuY&feature=player_embedded

La mamma è la stessa, ma il primo video mi piaceva perchè ci sono "scene di vita quotidiana"..

ed ecco dei link molto utili per approfondire:

Questi testi potranno guidarvi nel cammino verso una nuova consapevolezza del vostro ruolo di genitori e insegnanti.
John Holt
                        How Children Learn
                        Teach Your Own
                        How Children Fail
                        Learning All the Time
                        Instead of Education: Ways to Help People Do Things Better



Questo discorso mi prende moltissimo come mamma, come educatrice, come insegnante. Meritava molto di più, pertanto non sono riuscita ad essere più sintetica di così…!!!!!

Buona visione!

NICOLETTA.

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