sabato 22 dicembre 2012

Dove c'è Famiglia c'è Casa



Abbiamo pensato a lungo all’articolo da pubblicare prima delle festività natalizie e nulla ci soddisfaceva.
Ci siamo soffermati sul messaggio che volevamo dare per Natale a chi ci segue ed ecco che l’idea si è fatta “strada”.
Una testimonianza. Una famiglia. Una scelta di fede e di amore. Una storia di accoglienza e condivisione. Nessun tentativo di indottrinare i nostri lettori o di proporre un orientamento religioso in particolare..Solo la voglia di raccontare, di portar fuori dall’ombra qualcosa di molto speciale e coraggioso. Il nostro blog è anche questo, dare voce ai mille modi di vivere la famiglia, la maternità e la paternità. Perchè essere madre e padre oggi, e nello stesso tempo essere una voce fuori dal coro non è facile. Tener fede a ciò in cui si crede, e porsi al di là del solito cerchio è difficile, tanto più quando anche i nostri figli, nel confronto con gli altri, cominciano a percepire questa diversità.
 Ma è proprio questo ciò in cui crediamo. Crediamo che più che parole, oggi, servano testimonianze, e testimoni coraggiosi che ogni giorno si assumano l'impegno, ciascuno a proprio modo, di seguire i propri valori davanti agli occhi del mondo e dei propri figli. Crediamo profondamente nella forza di tutte quelle persone "comuni" che ogni giorno sono pronte a lottare per i propri ideali. Queste persone, per noi, sono i veri "eroi", capaci davvero di muovere il mondo.  
Oggi vi presentiamo questi cari amici pugliesi. Pietro Strada, barese, e Carmela di Punzio, di Francavilla Fontana (BR).
Si incontrano nel 2001 in Puglia in una casa famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII, dopo averne fatto esperienza uno in Umbria e l’altra in Emilia Romagna. Un anno e mezzo dopo, nel 2003 si sposano. Scelgono sin da subito di essere casa famiglia! Nascono due splendide figlie e in questi anni passano da casa loro circa 40 “figli accolti”: ragazze madri, ragazze vittime del racket della prostituzione, persone con problemi psichiatrici, ragazzi e ragazze che hanno finito il programma terapeutico per tossicodipendenze, uomini e donne per un periodo più o meno lungo. Nel 2008 viene affidato loro un bimbo di 2 anni e mezzo con un ritardo psicomotorio.  Nel 2009 il responsabile generale della comunità Papa Giovanni XXIII propone loro di seguire la “missione” in Olanda. Nel 2010, le bimbe hanno sei e tre anni, il bimbo 5 e Carmela e Pietro non hanno dubbi e scelgono insieme alla propria famiglia di abbracciare questo nuovo progetto.. Bagagli alla mano, armati di fede e coraggio, si trasferiscono nel paese dei mulini a vento e dei tulipani per diventare mamma e papà di una casa famiglia in Olanda.
Vi lasciamo al loro video racconto, mettetevi comodi e ascoltate cosa hanno da dirci.

                       



L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII è stata fondata nel 1968 da don Oreste Benzi e dal 1973, anno in cui è stata aperta la prima Casa Famiglia APG23, è impegnata concretamente e con continuità per contrastare l’emarginazione e la povertà.

Oggi conta più di 500 realtà di accoglienza fra case famiglia, mense per i poveri, centri nutrizionali, Capanne di Betlemme per i senzatetto, comunità terapeutiche, cooperative sociali e centri di pronta accoglienza. E’ presente in tutti i 5 continenti ed è il primo ente di accoglienza di minori in Italia.
Questo un video molto carino che ha come protagonista un ospite della comunità!

Sapevate che è possibile adottare una Casa Famiglia?


Buon Natale a tutti!


Barbara Ladisa e Nicoletta Colaluca

martedì 11 dicembre 2012

Santa Lucia









Nel nostro percorso dell'Avvento, verso la meta del Natale, è quasi d'obbligo fermarsi alla tappa successiva, che è segnata dalla festività di Santa Lucia.
La festa di Santa Lucia ricorre il 13 dicembre, ed è celebrata un po' ovunque, dal nord al sud.
Lucia viene ritenuta la santa della Luce (dalla radice lux del suo nome, da cui appunto Lucia), protettrice degli occhi, dei ciechi e di chi soffre di problemi alla vista.
Lucia originaria di Siracusa tra il 283-304, era una giovane, orfana di padre, che era stata promessa in sposa ad un pagano. La madre di Lucia, Eutichia, da anni ammalata, aveva speso ingenti somme per curarsi, ma nulla le era giovato. Fu così che Lucia ed Eutichia, unendosi ad un pellegrinaggio di siracusani al sepolcro di Agata nel dies natalis della vergine e martire catanese, pregarono S. Agata affinché intercedesse per la guarigione della donna. Durante la preghiera Lucia si assopì e vide in sogno S. Agata in gloria che le diceva: “Lucia, perché chiedi a me ciò che puoi ottenere tu per tua madre?” Nella visione S. Agata le preannunciava anche il suo patronato sulla città di Siracusa. Ritornata a Siracusa e constatata la guarigione di Eutichia, Lucia comunicò alla madre la sua ferma decisione di consacrarsi a Cristo. Il pretendente, insospettito e preoccupato nel vedere la desiderata sposa vendere tutto il suo patrimonio per distribuirlo ai poveri, verificato il rifiuto di Lucia, la denunciò come cristiana. Erano in vigore i decreti di persecuzione dei cristiani emanati dall'Imperatore Diocleziano.


Il processo che Lucia sostenne dinanzi all'Arconte Pascasio attesta la fede ed anche la fierezza di questa giovane donna nel proclamarsi cristiana. Minacciata di essere esposta tra le prostitute, Lucia rispose: "Il corpo si contamina solo se l'anima acconsente". Il proconsole allora ordinò che la donna fosse costretta con la forza, ma lei diventò così pesante, che decine di uomini non riuscirono a spostarla. Il dialogo serrato tra lei e l'arconte vide addirittura quasi ribaltarsi le posizioni, riuscendo a mettere in difficoltà il magistrato che, per piegarla all'abiura, la sottopose a tormenti, cavandole gli occhi.

Lucia esce illesa da ogni tormento fino a quando, inginocchiatasi, viene decapitata. Prima di morire annuncia la destituzione di Diocleziano e la pace per la Chiesa.


Da allora ogni 13 dicembre, Santa Lucia, è venerata e festeggiata un po' ovunque, anche se la sua “ area di competenza” si aggira più che altro attorno a quella della Repubblica di Venezia, ove tutt'ora riposano le sue spoglie , portatevi durante la quarta crociata (quella che non giunse mai a destinazione) dal doge Enrico Dandolo, che le aveva trafugate da Costantinopoli.
Celebrare una Santa Cattolica in prossimità del Solstizio d’Inverno aveva probabilmente la volontà da parte della Chiesa di sostituire antiche feste popolari che celebravano la luce e si festeggiano nello stesso periodo.
Altre grandi religioni festeggiano la luce in periodi vicini al solstizio d'inverno come ad esempio la festa di Hanukka ebraica, che dura otto giorni come le celebrazioni per la santa a Siracusa, o la festa di Dipvali che si celebra in India. Il martirio di Santa Lucia avvenne proprio il 13 dicembre; giorno in cui originariamente, a causa dello sfasamento tra l’anno solare e il calendario giuliano, cadeva il solstizio d’inverno. Questo, insieme alla radice “lux” del nome Lucia, ha fatto sì che, questa festa segnasse la fine del buio e l’arrivo della stagione migliore. Il 13 dicembre si festeggia quindi il giorno più corto dell’anno e l’avvento delle giornate con maggiore luce in prossimità del Natale. 
Da qui un famoso detto che recita: “La notte di S.Lucia è la più lunga che ci sia”.

Da bambini, Santa Lucia viene attesa con trepidazione a partire da molte settimane prima nelle zone d'Italia in cui si festeggia - nel Trentino e nelle province di Udine, Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi, Mantova, Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Verona.
A Verona, in Piazza Brà ogni anno vengono allestiti “I Banchéti de Santa Lussia”, banchetti di Santa Lucia, un tradizionale mercatino in cui oltre 300 banchi di venditori ambulanti propongono dolci, prodotti tipici e articoli da regalo.
Questa tradizione risale al XIII secolo, quando si diffuse a Verona una pericolosa malattia agli occhi che colpiva soprattutto i bambini. Genitori e familiari iniziarono a compiere come voto un pellegrinaggio nella chiesa di Santa Agnese per far cessare l’epidemia. Con la promessa che Santa Lucia avrebbe riempito scarpe e calze di doni e dolciumi si convincevano anche i bambini a partecipare al pellegrinaggio a piedi nudi.
L’abitudine di accompagnare i figli nella chiesa di Piazza Bra continuò fino all’ottocento e l’affluenza di tanti bambini e genitori nella piazza più grande di Verona richiamava i venditori di dolciumi e giocattoli. Da qui nacque la “Fiera di Santa Lucia”.






Anche qui a Bari, ma un po' in tutta la Puglia, santa Lucia è festeggiata e in suo onore si offrono due dolcetti di cui uno è preparato proprio in occasione della festività della Santa vergine e martire. Sono: “l' ecchie de Sanda Lecì” (piccole ciambelle glassate) e “le pèttue” (pettole dolci).

Per queste ricette legate alla nostra tradizione:

Incredibilmente questa tradizionale festa è molto sentita anche nei paesi nordici, soprattutto in Svezia, in cui viene celebrata a partire dal 1920 circa. Secondo la tradizione svedese, in ogni regione della Svezia, viene eletta una Santa Lucia che avrà l’incarico di accompagnare un corteo di bambine e bambini nelle vie della propria città. Vestita di bianco e con sul capo una corona di candele accese, ella sarà fonte di luce nel cammino di questi bambini. Inoltre il giorno della festa, la Santa Lucia di turno, in genere primogenita della propria famiglia, dovrà alzarsi molto presto al mattino e preparare biscotti, dolci, e pan pepato per tutti i suoi familiari.




Ma veniamo ai nostri bimbi, e al loro (e nostro) modo festoso di aspettare santa Lucia.

I bambini, nella notte tra il 12 e il 13 di dicembre, aspettano che Santa Lucia scenda dal cielo in groppa al suo asinello Gastaldo, per portare dolciumi e doni ai bimbi buoni. Ogni bambino la sera prima, prepara una tavola imbandita per la santa, su cui lasciare latte caldo e biscotti, affinchè Lucia possa trovare un po' di ristoro nel suo lungo viaggio. Non ci si scorda di lasciare anche un po' d'acqua e un po' di fieno (in alternativa un pezzo di pane!!!) per il suo fido Gastaldo! Inoltre, sulla tavola, vengono lasciati dei piatti vuoti affinchè la santa possa riempirli di leccornie.
Una bella fiaba da raccontare ai bambini la sera prima dell'arrivo di Santa Lucia, è questa:


Diverse sono anche le filastrocche e le canzoni dedicate alla santa.
Qui di seguito alcuni link con delle simpatiche poesie e canzoncine



Non mancano di certo i lavoretti da preparare in questa ricorrenza


e neanche le golosità, con la ricetta del tipico pane dolce allo zafferano (giallo come appunto la luce che porta santa lucia) :


Inoltre per le letterine e per altre curiosità sulla santa dei bambini vi è un sito apposta:


Auguro a tutti di poter trovare un po' di quella luce di Lucia in vista del Natale.

Barbara

mercoledì 5 dicembre 2012

San Nicola e i bambini


Domani si festeggia San Nicola. Inutile dire che qui a Bari è il santo per eccellenza, il patrono. Alzi la mano chi tra noi baresi non ha fatto il tradizionale “giro della colonna” nella Basilica o il classico giro in barca.. Ma forse molti non sanno che san Nicola è venerato in tutto il mondo e soprattutto che l’immagine di questo Santo è molto vicina proprio ai bambini. Ma cosa sappiamo davvero di questo personaggio e di questa festa? In questa data si celebra la festa di questo vescovo, poi diventato santo, che ha dato inizio al mito di Babbo Natale!
Ebbene sì il mito di Babbo Natale nasce proprio da San Nicola, Santa Klaus.
Babbo Natale, o almeno un personaggio molto simile è realmente esistito; si tratta di San Nicola. Nato a Patara, in Turchia, da una ricca famiglia, divenne vescovo di Myra, in Lycia, nel IV secolo. Quando morì le sue spoglie, o le presunte tali, vennero deposte a Myra fino al 1087. In quest' anno infatti vennero trafugate da un gruppo di cavalieri italiani travestiti da mercanti e portate a Bari dove sono tutt' ora conservate e di cui divenne il santo protettore. Negli anni che seguirono la sua morte, si diffusero numerosissime leggende. Una tra le più famose e confermata da Dante nel Purgatorio (XX, 31-33) è quella delle tre giovani poverissime destinate alla prostituzione. Nicola, addolorato dal pianto e commosso dalle preghiere di un nobiluomo impossibilitato a sposare le sue tre figlie perché caduto in miseria, decise di intervenire lanciando per tre notti consecutive, attraverso una finestra sempre aperta dal vecchio castello, i tre sacchi di monete che avrebbero costituito la dote delle ragazze. La prima e la seconda notte le cose andarono come stabilito. Tuttavia la terza notte San Nicola trovò la finestra inspiegabilmente chiusa. Deciso a mantenere comunque fede al suo proposito, il vecchio dalla lunga barba bianca si arrampicò così sui tetti e gettò il sacchetto di monete attraverso il camino, dov'erano appese le calze ad asciugare, facendo la felicità del nobiluomo e delle sue tre figlie. Il suo amore per i piccoli é ricordato anche da un miracolo: resuscitò tre bambini durante le persecuzioni degli ariani.
In altre versioni posteriori, forse modificate per poter essere raccontate ai bambini a scopo educativo, Nicola regalava cibo alle famiglie meno abbienti calandoglielo anonimamente attraverso i camini o le loro finestre. In ogni caso San Nicola divenne nella fantasia popolare "portatore di doni", compito eseguito grazie ad un asinello nella notte del 6 dicembre o addirittura nella notte di natale. Il nome olandese del santo, Sinter Klass, venne importato in America dagli immigrati come Santa Claus, la cui traduzione in italiano è solitamente Babbo Natale. Oggi, però, Babbo Natale ha perso ogni connotazione religiosa e grazie all'inventiva dei pubblicitari di una nota bevanda, la Coca Cola, statunitense divenne il vecchietto vestito di rosso che conosciamo.


Qui invece ho trovato una versione molto carina della storia…da raccontare magari ai bimbi più grandi quando inizieranno a chiederci ”ma esiste davvero Babbo Natale?” Una storia che in qualche modo, con una connotazione più religiosa ricollega Babbo Natale al nostro amato Santo.
http://digilander.libero.it/giardinodegliangeli2/Avvento/BabboNatale.html


Qui alcune tradizioni in Italia e nel mondo:



Come lo festeggiamo noi a casa? Ho cercato un po’in giro e ho fatto un mix di tradizioni e questa è la più acclamata a casa nostra!
Non so perché ma questo santo riscuote in mia figlia particolare simpatia, sarà per via del suo asinello, ma dacchè abbiamo introdotto questa celebrazione (ci piacciono proprio tanto tutte queste festività e questi rituali), lei lo aspetta con grande trepidazione!

Oggi pomeriggio prepareremo insieme il pane di San Nicola.

Ecco qui la ricetta del pane speziato di San Nicola.
Il Pain d’épices tradizionale veniva confezionato a partire da una pasta madre composta di farina e di miele, senza l’aggiunta di lievito. Questa pasta veniva fatta lievitare per tre-sei mesi. Esistono migliaia di ricette diverse per il Pain d’épices. Questa è una, che potrete personalizzare scegliendo le vostre spezie preferite:
250g di miele
250g di farina
½ bustina di lievito
1 cucchiaio di mix « 4 épices » (zenzero, cannella, anice, chiodi di garofano)
1 cucchiaio di cacao amaro
½ bicchiere di latte, di thé o di tisana speziata 
Potrete personalizzare la vostra ricetta aggiungendo ingredienti come noci, frutti canditi, fiori di lavanda, gocce di cioccolato, noce moscata, vaniglia, cardamomo, ecc.) Potrete, ovviamente, anche sostituire il mix « 4 épices » con una versione personalizzata contenente le vostre spezie preferite. Impastate il miele e la farina. Aggiungete il lievito, le spezie, gli altri eventuali ingredienti e il liquido da voi scelto. Lavorate fino ad ottenere un impasto omogeneo. Lasciate riposare per mezz’ora in uno stampo per cake. Infornate per un’ora a 140°.
Potrete anche cuocere il vostro impasto in porzioni individuali dalle forme più disparate, o disporne uno strato sottile (2-3 cm) su una teglia larga per poi ritagliarlo con delle formine per biscotti. In questo caso, utilizzate della carta da forno e riducete il tempo di cottura (che potrete verificare con una forchetta).


In alternativa ecco le ricette di altri dolcetti tipici per questa festa:
Dall’Olanda gli  Speculaas o Saint Nicholas Cookies:
Dalla Svizzera i Grättimaa:

Per cena ci riscalderemo con questa buona minestra antica:
E poi viene la parte preferita da Sara. Dopo cena leggiamo accoccolati sul divano il racconto di san Nicola:
“Nel lontano oriente viveva un uomo molto buono, il vescovo Nicola.  Un giorno sentì dire che lontano lontano, in occidente, c’era una grande città dove tutti gli uomini pativano la fame, perfino i bambini piccoli. Chiamò allora tutti gli abitanti della città e chiese loro di portargli  i migliori frutti dei loro orti e dei loro campi. Questi tornarono poco dopo con grossi cesti pieni di mele e di noci, sacchi di grano dorato per fare la farina, pane bianco e dolcetti al miele.  Il vescovo Nicola fece caricare tutto su una nave. Era una nave imponente e maestosa, blu come il cielo, ed aveva una grande vela bianchissima che splendeva sotto i raggi del sole.  Iniziarono il viaggio verso occidente, e il vento si mise subito ad aiutarli, soffiando sempre nella direzione giusta. Ci impiegarono sette giorni e sette notti, e quando giunsero alle porte della città stava calando la sera.  Per le strade non si vedeva anima viva, ma qua e là brillava qualche lucetta alle finestre. Il vescovo Nicola bussò ad una di esse.  In quella povera casetta viveva una mamma coi suoi cinque bambini. La donna, sentendo bussare, disse ai figlioletti di andare ad aprire la porta, pensando si trattasse di qualche poverello bisognoso di ospitalità. I bambini obbedirono, ma non trovarono nessuno; anche la mamma venne a controllare, e poi tornarono tutti insieme a casa. Vicino alla stufa a legna la mamma aveva messo le scarpine dei suoi bimbi ad asciugare, perchè nel pomeriggio erano andati a far legna nel bosco.  Rientrando in casa, sentirono tutti un delizioso profumino provenire proprio dalla stufa, si avvicinarono e trovarono le loro scarpe traboccanti di noci, mele rosse, mandarini, pane e dolcetti al miele. E lì vicino c’era anche un grande sacco pieno di chicchi di grano. Tutti poterono finalmente mangiare, ed i bimbi crebbero sani e vivaci. Così San Nicola ogni anno, nel giorno del suo compleanno, si mette in viaggio per venire da noi. Monta sul asinello e cavalca di stella in stella, e porta ogni anno i suoi doni per ricordare ai bambini che presto sarà Natale”.

Tratto da “Come sviluppare tutti i talenti dei bambini” AA.VV- Edizioni RED

Ed ecco che comincia la preparazione in attesa dell’arrivo del Santo. Sara è sempre eccitatissima, quasi non andrebbe a dormire!!!! Sistemiamo le pantofoline davanti al camino. Siccome San Nicola deve camminare molto, indossa grossi stivali, e come  richiamo al suo tanto camminare, è tradizione che al suo passaggio, la notte prima i bimbi lascino le loro scarpe e ciabatte davanti al camino.
Allestiamo la tavola per il santo. Ha fatto un lungo viaggio al freddo e sarà stanco e affamato! Una bella tovaglia di Natale, una tazza fumante di tisana e il nostro pan speziato. E non ci dimentichiamo mai delle carote per l’asinello..Accanto al cibo lasciamo anche una letterina per San Nicola, scritta sotto dettatura della bimba.
Il giorno dopo sveglia all’alba e di corsa al camino per trovare le pantofoline piene di doni: biscotti al miele, mandarini, monete di cioccolato e mandorle, e c’è anche una lettera che san Nicola “in persona” ha scritto per rispondere a Sara…. E sulla tavola non è rimasto più nulla, il pane sparito, la tazza vuota e in giro pezzi di carota sgranocchiati dall’asinello (e questa è la parte che diverte di più Sara…).
E' davvero una bella tradizione per la nostra famiglia che ci riscalda e ci accompagna verso il Natale e poi ci piace anche l'idea di non far trovare alla bimba i soliti giocattoli..ma doni semplici per ritrovare un po' di quella frugalità di un tempo che oramai si è persa..

Qui trovate per i bimbi più grandi una storia di san Nicola da stampare, leggere e colorare:

Qui un’idea carinissima per realizzare san Nicola con i mestoli di legno..

E qui altre creazioni in cartoncino!





Buon San Nicola!

NICOLETTA.

venerdì 30 novembre 2012

L'AVVENTO CON I BAMBINI




Per molti potrà sembrare forse bigotto..ma l'Avvento ha un significato univoco e non si può ovviare dal simbolo religioso..Avvento significa "Arrivo". Il nome proviene dalla parola latina advenire - arrivare (giungere). Il periodo dell'avvento è il periodo della preparazione e per i bambini in particolare, è il periodo di gioiosa attesa all'adempimento, che vorrebbe giungere con la festa di Natale, nascita di Gesù. Quattro domeniche ci separano dal fatidico 25 Dicembre!
Perchè dovremmo dedicare cura e attenzione a questo periodo?Io credo ci sia tanto bisogno di recuperare i significati autentici e di coltivare le capacità dell'attesa, dell'ascolto e dello stupirsi soprattutto nei bambini! La capacità di stupirsi è il primo passo dell’apprendimento, e sullo stupore possiamo imparare molte più cose noi dai bambini, che non i bambini da noi! L’avvento è attesa. Spesso nel mese di dicembre siamo intrappolati in una spirale di immagini natalizie, canti, vetrine illuminate, corsa ai regali, recite e recitine, preparazione di pranzi luculliani...Accade perciò che i bimbi, ma in realtà anche i grandi, arrivino al momento del Natale già esausti. Occorre recuperare la calma e la tranquillità interiore, che sono la condizione essenziale per un qualsiasi intimo divenire.
Come?
Cercando in famiglia momenti speciali che possano scandire lo scorrere di queste settimane di preparazione, creando la giusta atmosfera per entrare nello spirito del Natale. I bambini piccoli possiedono una sorprendente capacità e disponibilità ad entrare rapidamente nel flusso. Anche in questo caso sono tante le proposte in giro che che simbolicamente contengono qualche cosa che sta per “divenire", per cui sarebbe opportuno che ciascuno si fermasse a scegliere consapevolmente ciò che dovrebbe essere colto. 
Ecco alcune proposte, tratte da quello che noi facciamo a casa da qualche anno, ispirandoci anche alla tradizione steineriana..

LA CORONA D'AVVENTO
E' un uso che data dalla fine del 19° secolo e che si è espanso velocemente e probabilmente viene dal "Rahuens Haus" una casa per la cura e l'educazione di giovani vicino ad Amburgo. Probabilmente allora era ancora decorata con 24 candele, una candela per ogni giorno di dicembre, ma questo uso che richiede una corona molto grande si è velocemente ridotto a 4 candele.
Noi l'abbiamo fatta di legno (perchè abbiamo papà mastro Geppetto..) con 4 buchi per le candele intervallate da 4 figure di legno disegnate dalla piccola. Ma in realtà esistono tante versioni più semplici da realizzare, il web ne è pieno!!Diciamo che la corona classica è quella con rami di pino o abete. Per farla basta legare tra loro con del nastro robusto (magari rosso) i rami scelti, a formare una lunga fila, che poi si curva e si modella facilmente nella misura che si desidera. Una volta fissata, bisognerà forse accorciare un po’ i rametti troppo sporgenti, ma non serve altro. Può essere completata con quattro candele. Ogni domenica si accenderà una candela in più, di colore diverso facendo l’esperienza di una luce che diventa sempre più intensa man mano che il Natale si avvicina, mentre nello stesso tempo la luce del sole diminuisce. E' davvero un esperienza gioiosa per i bimbi e dà molto calore alla famiglia...
qui un articolo che vi farà da guida nella presentazione dei colori ai vostri bimbi. http://www.rudolfsteiner.it/articoli.html
IL PRESEPE
Come già detto, l’avvento è l’attesa di una nascita. Dacchè la bimba ne è stata più consapevole è stato davvero molto bello dedicarsi alla composizione graduale del presepe. Ogni domenica ci si dedica a curare un aspetto e ad introdurre nuovi elementi. E' bello perchè i bimbi aspettano quel momento con molta gioia e curiosità! Sarebbe opportuno mettere il presepe a portata di mano dei bambini, di modo che possano ammirarlo e cogliervi ogni volta dei particolari nuovi. Se il bambino è più piccolo è carino che i genitori preparino dal giorno prima la sorpresa, di modo che il piccolo possa, svegliandosi scoprire da solo che qualcosa è cambiato! Magari è comparso un piccolo cristallo, o è fiorita una rosa in un roseto, oppure un agnellino sbuca da una roccia sporgente.
 
Rudolf Frieling conduce le quattro ricchezze della natura in connessione, con le quattro domeniche dell'avvento. "Quattro è il numero del mondo nel quale noi normalmente ci troviamo, del mondo come esso è diventato fino ad oggi. Il regno delle pietre cioè delle cose inorganiche sotto, sopra c'è il mondo vegetale, sopra ancora il mondo degli animali ed infine tutto è coronato dal regno dell'uomo. Questo è il "nostro" mondo."
La prima domenica si metteranno sul tavolino un semplice telo verde piccole e grandi pietre e cristalli. I bambini possono aggiungere dai loro "tesori" quello che per loro è più prezioso. La seconda domenica segue il mondo vegetale. Muschio, pigne, fiori secchi, roselline, tutto ciò che sta bene e armonizzerà con le pietre del paesaggio. In questo paesaggio poi verrà aggiunto, la terza domenica, il mondo degli animali, chiocciole di lumachine, conchiglie, un pezzettino di alveare e animali fatti con le proprie mani. A questo punto possono essere aggiunte anche le pecorelle. La quarta domenica poi appaiono i pastori, e costruiscono, forse insieme, la stalla come una grotta o una casa. 


LA PREPARAZIONE DEI REGALI.
La mia piccola crede a Babbo Natale, spero ancora per un bel po'...però le abbiamo anche spiegato che poichè il nonnetto in rosso deve accontentare tutti i bambini del mondo..ha bisogno di una mano..e così ci dedichiamo a realizzare dei piccoli doni per parenti e amici! Il periodo di avvento offre una ottima occasione per introdurre i bambini in questa preparazione amorevole dei regali. E' bello cercarsi questo spazio con i bambini, c'è quasi una solennità in questo tempo lento, delicato e intimo...Quando l'attività del bambino nel preparare i suoi piccoli regali viene riempita di gioia, calore ed amore per il ricevente, il bambino stesso si sente arricchito. In questi giorni di preparazione è proprio bello dedicarsi anche al "fare artistico"! Costruire candele, cuocere biscotti natalizi, creare oggettini per l'albero di Natale e molto altro ancora. 
Sono moto belli tutti i regali che hanno a che fare con la luce meravigliosa che risplende dal cielo attraverso l'oscurità, così tipica di questo periodo dell'anno.

 Praparare un quadretto con carta velina colorata e attaccarlo alla finestra è una bellissima attività prenatalizia, perchè permette di fare esperienze interessanti di luce e colore.
Qui alcune idee per questi regalini home-made facili facili..

ma se spulciate lo stesso sito ne trovate tante altre ancora!


LEGGERE DELLE FIABE
Noi da qualche anno ci affidiamo ad un libro davvero molto bello da leggere ogni sera fino a Natale. E' un rituale molto particolare..e la bimbetta lo aspetta con gioia ogni sera..è anche un modo per percepire il senso del tempo che ci porta alla notte di Natale!
http://www.rudolfsteiner.it/shop/libri/natale/la-luce-nella-lanterna

Se invece avete un libro di fiabe dei Grimm quelle consigliate per il periodo sono: La chiave d’oro (dai 4 anni);
 L’oca d’oro (dai 6 anni);
 La guardiana delle oche (dai sei anni);
 Biancaneve e Rosarossa (dai sei anni);
 Biancaneve e i sette nani (dai sei anni);
 Gli gnomi, la prima fiaba (dai tre anni);
 I sette corvi (dai sei anni);
 La pioggia di stelle (dai sei anni).

COSTRUIRE CALENDARI DELL'AVVENTO

Anche con il calendario dell'avvento noi abbiamo una tradizione familiare...appendiamo una corda lunga lunga con 24 sacchetti di stoffa vuoti appesi con delle semplici mollettine. Ogni sera Sara lascia dietro la sua porta un cartuccio con delle noci per gli gnomi che aiutano Babbo Natale a preparare i regali..La mattina dopo trova solo bucce (e noi ci facciamo per un mese intero una "spanzata" di noci..) e il primo dei sacchettini con una sorpresa dentro che gli gnomi hanno lasciato per ringraziarla del lauto pasto offerto...e così via fino a Natale!!! Non occorre spendere una fortuna..Andando nei "millemania" trovi tante cosine simpatiche anche a soli 50 cents. Io per esempio ci metto dentro anche un pacchetto di crackers o un semplice sticker o una barretta di sesamini, oppure un paio di colori a cera, un bigliettino con su scritto "giochiamo a....con mamma e papà"(tanti di questi!), o ancora dei giochi in carta da assemblare (sul web ne trovate tanti da stampare)!


Bibliografia

“Via di Damasco, il nuovo avvento” di Rudolf Steiner
"Per una rinascita del Natale" di Rudolf Steiner


Vi auguro una buona preparazione lasciandovi con questo pensiero delicato..


Solstizio
L'anima della terra s'addormenta nell'afa dell'estate; chiaro s'irradia il riflesso del sole nello spazio. Ma della terra l'anima si desta nel gelo dell'inverno; e dentro il cuore spiritualmente luce il vero sole. Il luminoso giorno dell'estate è e' sonno per la terra; del Natale l'oscura sacra notte è per la terra giorno.
 Tratto da “Parole di verità” R. Steiner




NICOLETTA.

martedì 20 novembre 2012

La Giornata Universale dei Diritti dei Bambini






Il 20 novembre 1959 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, attraverso la Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo, focalizzava l'attenzione sui diritti dei bambini e degli adolescenti. Nel 1989 tale dichiarazione fu revisionata, per diventare in seguito la Convenzione sui Diritti dell'Infanzia.
Da allora il 20 novembre ricorre la Giornata Universale dei Diritti dei Bambini.
Si tratta di una pietra miliare nella storia dei diritti dei bambini, in quanto per la prima volta questi non sono più visti come oggetti passivi, bensì come soggetti pensanti in grado di partecipare attivamente alle decisioni da prendere. La Convenzione riesce ad integrare in sé differenti esperienze culturali e giuridiche, ed enuncia per la prima volta, i diritti fondamentali che devono essere riconosciuti e garantiti a tutti i bambini e a tutte le bambine del mondo.

Tra i principi a fondamento della convenzione, quattro sono i più importanti:



  • Non discriminazione (art. 2): i diritti sanciti dalla Convenzione devono essere garantiti a tutti i minori, senza distinzione di razza, sesso, lingua, religione.
  • Superiore interesse (art. 3): in ogni legge, provvedimento, iniziativa pubblica o privata e in ogni situazione problematica, l'interesse del bambino/adolescente deve avere la priorità.

  • Diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo del bambino (art. 6): gli Stati devono impegnare il massimo delle risorse disponibili per tutelare la vita e il sano sviluppo dei bambini, anche tramite la cooperazione tra Stati.

  • Ascolto delle opinioni del minore (art. 12): prevede il diritto dei bambini a essere ascoltati in tutti i processi decisionali che li riguardano, con il dovere da parte degli adulti di tenere in considerazione le loro opinioni.


Nel 1991 anche l' Italia ha ratificato la Convenzione con la legge n.176 del 27 maggio


In questa giornata memorabile per il bambino, in cui tali conquiste sanciscono l'importanza del suo essere considerato Persona a tutti gli effetti, vogliamo ricordare anche un altro tipo di diritti. Si tratta di quelli che Gianfranco Zavalloni definisce come Diritti Naturali dei Bambini e che ben si accordano ai primi.
Sono diritti dei bambini e soprattutto per i bambini affinchè ci venga restituita una loro immagine non falsata, e che permetta loro di potersi esprimere nella totale autenticità e nella piena libertà.



I DIRITTI NATURALI
di bimbi e bimbe

IL DIRITTO ALL'OZIO
a vivere momenti di tempo non programmato dagli adulti

IL DIRITTO A SPORCARSI
a giocare con la sabbia, la terra, l'erba, le foglie, l'acqua, i sassi, i rametti

IL DIRITTO AGLI ODORI
a percepire il gusto degli odori, riconoscere i profumi offerti dalla natura

IL DIRITTO AL DIALOGO
ad ascoltatore e poter prendere la parola, interloquire e dialogare

IL DIRITTO ALL'USO DELLE MANI
a piantare chiodi, segare e raspare legni, scartavetrare, incollare,
plasmare la creta, legare corde,accendere un fuoco

IL DIRITTO AD UN "BUON INIZIO"
a mangiare cibi sani fin dalla nascita, bere acqua pulita e respirare aria pura

IL DIRITTO ALLA STRADA
a giocare in piazza liberamente, a camminare per le strade

IL DIRITTO AL SELVAGGIO
a costruire un rifugio-gioco nei boschetti, ad avere canneti in cui nascondersi,
alberi su cui arrampicarsi

IL DIRITTO AL SILENZIO
ad ascoltare il soffio del vento, il canto degli uccelli, il gorgogliare dell'acqua

IL DIRITTO ALLE SFUMATURE
a vedere il sorgere del sole e il suo tramonto, ad ammirare, nella notte, la luna e le stelle

Per saperne di più:

Barbara

venerdì 9 novembre 2012

San Martino



Tra pochi giorni sarà S. Martino, l' 11 novembre. Avrete notato che le giornate sono diventate molto più corte, nell'oscurità è possibile intravedere i profili dei rami degli alberi spogliati dalle loro foglie, i semi riposano piano piano.
 In questi giorni di Novembre si registra anche un miglioramento delle condizioni climatiche. La meteorologia lo spiega come una inversione di tendenza nella corsa dell’autunno verso l‘inverno.
 E' come se, partito velocemente verso il freddo del Natale si sia ad un certo punto rivolto nostalgico alla primavera..La tradizione attribuisce al Santo il dono del buon tempo, ricordando il gesto di San Martino di generosità e di calore. Sembra infatti che, non appena Martino fece dono della metà del suo mantello, subito spuntò il sole che illuminò ed intiepidì le giornate successive. Da ciò deriva l’uso di definire questo periodo dell’anno come “l’estate di San Martino“.
San Martino è un personaggio molto amato dalla tradizione in tutto il mondo. : si contano più di 4000 Chiese in suo onore in Francia e svariate nel resto nel mondo, ed il suo nome è stato dedicato a diverse cittadine.
E’ la prima grande festività in vista del periodo natalizio; un modo ulteriore per coltivare  i valori dell’empatia, della generosità e della condivisione, ed al tempo stesso uno strumento utile per trasmettere e lasciar memoria ai bambini delle tradizioni che rischiano di essere perdute, in modo particolare quelle legate al mondo rurale ed alla vita contadina cui la festa di San Martino è legata.
Ogni zona del paese ha le sue tradizioni. Un po’ ovunque, San Martino si ricorda, al di là della sua connotazione religiosa, perché in corrispondenza di questo giorno si concludeva il lavoro dei contadini nei campi e si era soliti aprire le botti per il primo assaggio di vino novello solitamente gustato con le castagne arrostite, cosa che si continua a fare ancor oggi. Se il padrone del campo non chiedeva ai contadini di restare a lavorare per lui anche l’anno dopo, questi dovevano traslocare e andare a cercare un altro padrone e un altro alloggio. Anche nella città divenne abituale, per chi aveva un alloggio in affitto, cambiare casa proprio a San Martino, perciò “fare San Martino” è diventato un modo per dire “cambio casa”. Va ricordato anche che in passato il periodo di penitenza e digiuno che precede il Natale cominciava il 12 novembre e quindi, anche per questo motivo il giorno prima, per San Martino appunto, si faceva una grande mangiata d’oca o di tacchino; era una specie di capodanno contadino e l’oca era considerata il maiale dei poveri.

Conoscete la leggenda di questo Santo? E' bella da raccontare ai bambini. Eccola qui:

La leggenda di San Martino
“Una compagnia di cavalieri stava cavalcando al servizio dell'Imperatore per le strade di Francia, in direzione di Amiens. Venivano dall'Italia per dare il cambio alla guardia.
Mentre cavalcavano, cominciò a piovere ed era così freddo che la pioggia congelò e diventò ghiaccio, rendendo le strade scivolose.
I compagni di Martino incitavano i loro cavalli con la frusta, ma Martino non frustava il suo perché non voleva che cadesse. Il cavallo lo aveva servito bene per tanto tempo. Raggiunse la porta della città, ma il cavallo rifiutò di passarla, arrestandosi improvvisamente fuori dalle mura della città.
Martino vide un povero mendicante seduto davanti al muro, tutto infreddolito. Scese da cavallo e con la sua spada tagliò in due il suo mantello, senza esitazioni, offrendone poi metà al mendicante. Quindi risalì a cavallo ed entrò in città.
Quando più tardi Martino incontrò i suoi compagni in un'osteria, essi lo derisero e lo presero in giro. Ma nella notte, mentre Martino dormiva, apparve dietro di lui una figura splendente con indosso il suo mantello, che gli disse: "E' me che hai aiutato". Era Gesù.
Martino non dimenticò mai questa esperienza e decise che, da allora in poi, avrebbe servito un Signore più potente dell'Imperatore.”

...negli asili steineriani
Ancora una volta, lo scopo di questa festa è quello di portare la luce in un periodo dell'anno in cui questa viene a mancare e il fuoco ci aiuta a far fronte al freddo e alle tenebre.  Si prepara nel cuore la luce del Natale per illuminare le tenebre. 
La ricorrenza non è solo di carattere religioso, ma semplicemente ritmica, in questo periodo dell'anno, di tutti gli anni, con ritmicità, si ripete questa esperienza, tutte le volte simile ma diversa. E proprio questo ritmo ci rassicura e ci accoglie. Nelle scuole steineriane ogni giorno, ogni settimana, ogni periodo dell'anno è scandito da ritmi e pensandoci bene non solo in queste scuole. Tutto intorno a noi ha un ritmo ben preciso, il giorno e la notte, le stagioni, il nostro respiro, il nostro cuore, la natura stessa segue un ritmo.
Negli asili steineriani nel giorno di San Martino si celebra la Festa delle Lanterne. In questi asili riveste molta importanza riportare i bambini alle atmosfere e alla riscoperta di feste della tradizione.
C'è molto lavoro di manualità e creatività, si creano insieme ai bimbi fantasiose lanterne porta lumini con le quali si sfilerà sotto il cielo stellato la notte di San Martino.  I bimbi si divertono a fare delle lanterne per illuminare le tenebre.
 Costruire la propria lanterna è un divertimento meraviglioso.
I bambini sono molto presi da queste attività. È bene costruire lanterne semplici, per potersi gustare i momenti che si trascorrono fabbricandole senza bisogno di correre per riuscire a finirle in tempo.
 La fiamma della lanterna non è esposta, ma protetta all'interno: l'idea è di avere una calda luce interiore da accendere. Le lanterne ricordano San Martino che sentiva dentro di sé una luce interiore così forte che, incontrando in una fredda notte d'inverno un mendicante infreddolito alle porte della città, si offrì di condividere con lui il suo mantello. Questa luce la possediamo tutti noi, va solo a volte nutrita! leggono storie e leggende su San Martino e si cantano canzoni e filastrocche.

Perché le lanterne?
 La leggenda delle lanterne narra che san Martino, ormai smessi i panni del soldato e convertitosi al Cristianesimo, dopo aver declinato l'invito a diventare vescovo si nascose in un'aia piena di oche (legata a questa leggenda è anche la tradizione di mangiare l'oca nei giorni della festa di san Martino). I suoi fedeli lo cercarono alla luce delle lanterne e le oche con le loro grida li guidarono fino a lui. 
Da allora tradizione vuole che si tenga una lanterna accesa ogni sera come rito della buonanotte fino a Natale. Il fuoco della lanterna simboleggia il calore dell'estate che ci resta accanto, nel cuore, e ci riscalda anche d'inverno. Quindi, in questo periodo di cambiamento, in cui si sentono l'autunno e il freddo in maniera poco amichevole e il pensiero è già rivolto al periodo di natale, costruire le lanterne e accenderle la sera riscalda i pensieri.. In ogni modo la scelta del grasso volatile come cibo tipico della festa di San Martino non è casuale perché dietro la popolare usanza gastronomica si celano vestigia di antiche credenze religiose che deriverebbero dalle celebrazioni del Samuin Celtico: l'oca di san Martino sarebbe dunque una discendente di quelle oche sacre ai Celti, simboli del Messaggero divino, che accompagnavano le anime dei defunti nell'aldilà.

Qualche idea di cosa fare a casa in preparazione di San Martino:
1)    Preparare le lanterne. Qui trovate tanti progetti:


Ed ecco alcune idee semplici e veloci da realizzare con i più piccini:
LANTERNA RICICLOSA
1 bottiglia di plastica, 1 candela e dei cartoncini colorati.
Per prima cosa tagliare un pezzo del fondo della bottiglia, l’apertura ci servirà per far passare aria e permettere alla candela di rimanere accesa; poi disegnare su diversi cartoncini colorati la sagoma di una stella. Con la colla attaccare le sagome alla bottiglia; accendere la candela e far colare della cera all’interno del tappo dove avete appoggiato la candela che si è attaccata. Il risultato sarà più d’impatto quando avrete spento la luce… che magia!

LANTERNA DI VETRO

LANTERNA FREDDOLOSA

LANTERNA A TEMPERA (interessante perché trovate anche il link per realizzare colori a tempera di una consistenza tale da sembrare “effetto olio”!)

2)    
Appendere foglie e trasparenze ai vetri.
3)    Colorare disegni su San martino  o realizzare figure con la plastilina
4)     
Raccontare la Leggenda di San Martino.
Questa qui è una versione alternativa per i più piccini.

5)    Fare i canti di San Martino.


6)    Preparare i biscotti di San Martino.

Ecco qualche ricettina buona:
Questa è la ricetta classica dei biscotti di San Martino, che risultano particolarmente duri. Nella tradizione siciliana, ogni commensale dispone di un bicchiere di moscato di Pantelleria, in cui intingerà il proprio biscotto per renderlo più morbido e gustoso.
E qui trovate alcune varianti…

E non potevamo farci mancare la versione vegan della pasta frolla:
200 gr di farina di farro (ma potrete sostituirla con qualsiasi farina a vostro piacere, ricordando che quelle integrali richiedono più latte)
4 cucchiai di olio d’oliva
50 grammi di zucchero
mezza bustina di cremortartaro
mezzo cucchiaino di vaniglia in polvere
un pizzico di sale
latte vegetale quanto basta
Il risultato è una pasta davvero velocissima da preparare, leggera, digeribile, e non particolarmente dolce, soprattutto se è vostra intenzione poi glassarla.

Qui trovate un modello, che potete scaricare e stampare gratuitamente  modello per biscotto di San Martino e i bambini li decorano con caramelle, cioccolata, marzapane e altro.



BUON SAN MARTINO A TUTTI!

NICOLETTA.