mercoledì 5 dicembre 2012

San Nicola e i bambini


Domani si festeggia San Nicola. Inutile dire che qui a Bari è il santo per eccellenza, il patrono. Alzi la mano chi tra noi baresi non ha fatto il tradizionale “giro della colonna” nella Basilica o il classico giro in barca.. Ma forse molti non sanno che san Nicola è venerato in tutto il mondo e soprattutto che l’immagine di questo Santo è molto vicina proprio ai bambini. Ma cosa sappiamo davvero di questo personaggio e di questa festa? In questa data si celebra la festa di questo vescovo, poi diventato santo, che ha dato inizio al mito di Babbo Natale!
Ebbene sì il mito di Babbo Natale nasce proprio da San Nicola, Santa Klaus.
Babbo Natale, o almeno un personaggio molto simile è realmente esistito; si tratta di San Nicola. Nato a Patara, in Turchia, da una ricca famiglia, divenne vescovo di Myra, in Lycia, nel IV secolo. Quando morì le sue spoglie, o le presunte tali, vennero deposte a Myra fino al 1087. In quest' anno infatti vennero trafugate da un gruppo di cavalieri italiani travestiti da mercanti e portate a Bari dove sono tutt' ora conservate e di cui divenne il santo protettore. Negli anni che seguirono la sua morte, si diffusero numerosissime leggende. Una tra le più famose e confermata da Dante nel Purgatorio (XX, 31-33) è quella delle tre giovani poverissime destinate alla prostituzione. Nicola, addolorato dal pianto e commosso dalle preghiere di un nobiluomo impossibilitato a sposare le sue tre figlie perché caduto in miseria, decise di intervenire lanciando per tre notti consecutive, attraverso una finestra sempre aperta dal vecchio castello, i tre sacchi di monete che avrebbero costituito la dote delle ragazze. La prima e la seconda notte le cose andarono come stabilito. Tuttavia la terza notte San Nicola trovò la finestra inspiegabilmente chiusa. Deciso a mantenere comunque fede al suo proposito, il vecchio dalla lunga barba bianca si arrampicò così sui tetti e gettò il sacchetto di monete attraverso il camino, dov'erano appese le calze ad asciugare, facendo la felicità del nobiluomo e delle sue tre figlie. Il suo amore per i piccoli é ricordato anche da un miracolo: resuscitò tre bambini durante le persecuzioni degli ariani.
In altre versioni posteriori, forse modificate per poter essere raccontate ai bambini a scopo educativo, Nicola regalava cibo alle famiglie meno abbienti calandoglielo anonimamente attraverso i camini o le loro finestre. In ogni caso San Nicola divenne nella fantasia popolare "portatore di doni", compito eseguito grazie ad un asinello nella notte del 6 dicembre o addirittura nella notte di natale. Il nome olandese del santo, Sinter Klass, venne importato in America dagli immigrati come Santa Claus, la cui traduzione in italiano è solitamente Babbo Natale. Oggi, però, Babbo Natale ha perso ogni connotazione religiosa e grazie all'inventiva dei pubblicitari di una nota bevanda, la Coca Cola, statunitense divenne il vecchietto vestito di rosso che conosciamo.


Qui invece ho trovato una versione molto carina della storia…da raccontare magari ai bimbi più grandi quando inizieranno a chiederci ”ma esiste davvero Babbo Natale?” Una storia che in qualche modo, con una connotazione più religiosa ricollega Babbo Natale al nostro amato Santo.
http://digilander.libero.it/giardinodegliangeli2/Avvento/BabboNatale.html


Qui alcune tradizioni in Italia e nel mondo:



Come lo festeggiamo noi a casa? Ho cercato un po’in giro e ho fatto un mix di tradizioni e questa è la più acclamata a casa nostra!
Non so perché ma questo santo riscuote in mia figlia particolare simpatia, sarà per via del suo asinello, ma dacchè abbiamo introdotto questa celebrazione (ci piacciono proprio tanto tutte queste festività e questi rituali), lei lo aspetta con grande trepidazione!

Oggi pomeriggio prepareremo insieme il pane di San Nicola.

Ecco qui la ricetta del pane speziato di San Nicola.
Il Pain d’épices tradizionale veniva confezionato a partire da una pasta madre composta di farina e di miele, senza l’aggiunta di lievito. Questa pasta veniva fatta lievitare per tre-sei mesi. Esistono migliaia di ricette diverse per il Pain d’épices. Questa è una, che potrete personalizzare scegliendo le vostre spezie preferite:
250g di miele
250g di farina
½ bustina di lievito
1 cucchiaio di mix « 4 épices » (zenzero, cannella, anice, chiodi di garofano)
1 cucchiaio di cacao amaro
½ bicchiere di latte, di thé o di tisana speziata 
Potrete personalizzare la vostra ricetta aggiungendo ingredienti come noci, frutti canditi, fiori di lavanda, gocce di cioccolato, noce moscata, vaniglia, cardamomo, ecc.) Potrete, ovviamente, anche sostituire il mix « 4 épices » con una versione personalizzata contenente le vostre spezie preferite. Impastate il miele e la farina. Aggiungete il lievito, le spezie, gli altri eventuali ingredienti e il liquido da voi scelto. Lavorate fino ad ottenere un impasto omogeneo. Lasciate riposare per mezz’ora in uno stampo per cake. Infornate per un’ora a 140°.
Potrete anche cuocere il vostro impasto in porzioni individuali dalle forme più disparate, o disporne uno strato sottile (2-3 cm) su una teglia larga per poi ritagliarlo con delle formine per biscotti. In questo caso, utilizzate della carta da forno e riducete il tempo di cottura (che potrete verificare con una forchetta).


In alternativa ecco le ricette di altri dolcetti tipici per questa festa:
Dall’Olanda gli  Speculaas o Saint Nicholas Cookies:
Dalla Svizzera i Grättimaa:

Per cena ci riscalderemo con questa buona minestra antica:
E poi viene la parte preferita da Sara. Dopo cena leggiamo accoccolati sul divano il racconto di san Nicola:
“Nel lontano oriente viveva un uomo molto buono, il vescovo Nicola.  Un giorno sentì dire che lontano lontano, in occidente, c’era una grande città dove tutti gli uomini pativano la fame, perfino i bambini piccoli. Chiamò allora tutti gli abitanti della città e chiese loro di portargli  i migliori frutti dei loro orti e dei loro campi. Questi tornarono poco dopo con grossi cesti pieni di mele e di noci, sacchi di grano dorato per fare la farina, pane bianco e dolcetti al miele.  Il vescovo Nicola fece caricare tutto su una nave. Era una nave imponente e maestosa, blu come il cielo, ed aveva una grande vela bianchissima che splendeva sotto i raggi del sole.  Iniziarono il viaggio verso occidente, e il vento si mise subito ad aiutarli, soffiando sempre nella direzione giusta. Ci impiegarono sette giorni e sette notti, e quando giunsero alle porte della città stava calando la sera.  Per le strade non si vedeva anima viva, ma qua e là brillava qualche lucetta alle finestre. Il vescovo Nicola bussò ad una di esse.  In quella povera casetta viveva una mamma coi suoi cinque bambini. La donna, sentendo bussare, disse ai figlioletti di andare ad aprire la porta, pensando si trattasse di qualche poverello bisognoso di ospitalità. I bambini obbedirono, ma non trovarono nessuno; anche la mamma venne a controllare, e poi tornarono tutti insieme a casa. Vicino alla stufa a legna la mamma aveva messo le scarpine dei suoi bimbi ad asciugare, perchè nel pomeriggio erano andati a far legna nel bosco.  Rientrando in casa, sentirono tutti un delizioso profumino provenire proprio dalla stufa, si avvicinarono e trovarono le loro scarpe traboccanti di noci, mele rosse, mandarini, pane e dolcetti al miele. E lì vicino c’era anche un grande sacco pieno di chicchi di grano. Tutti poterono finalmente mangiare, ed i bimbi crebbero sani e vivaci. Così San Nicola ogni anno, nel giorno del suo compleanno, si mette in viaggio per venire da noi. Monta sul asinello e cavalca di stella in stella, e porta ogni anno i suoi doni per ricordare ai bambini che presto sarà Natale”.

Tratto da “Come sviluppare tutti i talenti dei bambini” AA.VV- Edizioni RED

Ed ecco che comincia la preparazione in attesa dell’arrivo del Santo. Sara è sempre eccitatissima, quasi non andrebbe a dormire!!!! Sistemiamo le pantofoline davanti al camino. Siccome San Nicola deve camminare molto, indossa grossi stivali, e come  richiamo al suo tanto camminare, è tradizione che al suo passaggio, la notte prima i bimbi lascino le loro scarpe e ciabatte davanti al camino.
Allestiamo la tavola per il santo. Ha fatto un lungo viaggio al freddo e sarà stanco e affamato! Una bella tovaglia di Natale, una tazza fumante di tisana e il nostro pan speziato. E non ci dimentichiamo mai delle carote per l’asinello..Accanto al cibo lasciamo anche una letterina per San Nicola, scritta sotto dettatura della bimba.
Il giorno dopo sveglia all’alba e di corsa al camino per trovare le pantofoline piene di doni: biscotti al miele, mandarini, monete di cioccolato e mandorle, e c’è anche una lettera che san Nicola “in persona” ha scritto per rispondere a Sara…. E sulla tavola non è rimasto più nulla, il pane sparito, la tazza vuota e in giro pezzi di carota sgranocchiati dall’asinello (e questa è la parte che diverte di più Sara…).
E' davvero una bella tradizione per la nostra famiglia che ci riscalda e ci accompagna verso il Natale e poi ci piace anche l'idea di non far trovare alla bimba i soliti giocattoli..ma doni semplici per ritrovare un po' di quella frugalità di un tempo che oramai si è persa..

Qui trovate per i bimbi più grandi una storia di san Nicola da stampare, leggere e colorare:

Qui un’idea carinissima per realizzare san Nicola con i mestoli di legno..

E qui altre creazioni in cartoncino!





Buon San Nicola!

NICOLETTA.

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