mercoledì 13 giugno 2012

L'importanza del ritmo nella vita del bambino





Se pensiamo ad un neonato possiamo chiederci: qual è la prima cosa che fa appena nato? Piange e respira. Dapprima debolmente e senza ritmo e poi gradualmente il respiro si stabilizza in una forma regolare di inspirazione ed espirazione che durerà tutta la vita. Allo stesso modo in cui si stabilizza la respirazione anche gli stati di sonno e veglia assumono una forma regolare, così com’ è alternativamente affamato e sazio. Un neonato dorme all'incirca venti ore. Durante il primo mese si ampliano lentamente i periodi di veglia; alla fine del primo anno di vita un bambino rimane sveglio per più di metà della giornata. All'inizio del periodo scolare viene poi a cessare il sonno pomeridiano, ma solo nel periodo della pubertà la durata del sonno e la sua struttura esteriore si avvicinano a quelle dell'adulto.
Degno di nota è il nesso tra interessi finalizzati e aumento dei periodi di veglia di un bambino. Quanto più un bambino resta sveglio, tanto più egli presta attenzione al suo ambiente. Al riguardo, si può constatare un parallelismo tra veglia fisiologica e spirituale che può avere significato per la comprensione dell'apprendimento infantile e per l'insegnamento.
Per quanto questi due processi ritmici siano connessi alla realtà fisiologica, li sperimentiamo anche come direttamente relazionati allo spirito. Com'è diversa la respirazione quando aspettiamo, tesi, di vedere la fine di un'avventura rispetto a quando ascoltiamo, quasi come in sogno, le note di una sinfonia! E quanto un buon sonno influisca sulla capacità di concentrazione lo sa chiunque si metta al lavoro dopo una notte insonne. Questi due ritmi, i quali accompagnano l'uomo per tutta la vita, dalla nascita alla morte, cambiano nel corso dell'esistenza: lo si capisce comparando il ritmo del sonno di un bambino piccolo con quello di un adulto.
Sia i bambini che gli adulti sono soggetti a ritmi particolari che non possono essere regolati consciamente Dobbiamo respirare, dormire, mangiare, sopportare l’alternanza delle stagioni. E’ importante capire che ritmo e ripetizione non sono sinonimo di “monotonia”. La parola ritmo comporta qualcosa che viene ripetuto ma ogni volta in modo diverso da quella precedente.
Una buona giornata per i bambini consiste in una ritmica alternanza tra momenti di attività fissa e momenti di attività libera. Stabilire gli orari per i pasti, per andare a letto, e per altri compiti quotidiani di routine dà al bambino un senso di stabilità che lo tranquillizza. La giornata è come un paesaggio in cui si sente a suo agio. Il ritmo è come l’ordito del telaio in cui s’intessono attività di sempre diversi colori. Noi forniamo nutrimento a questa parte ritmica del bambino facendogli vedere che nell’ambiente esistono ritmi e ripetizioni.
Allo stesso modo in cui i giorni hanno ritmi fissi, così pure le settimane e l’anno sono ben scanditi. Il giorno si alterna tra pasti, attività programmate e gioco. Le attività ricorrenti sono come ganci cui appendere gli eventi del giorno. L’alternanza tra giorni lavorativi e fine settimana è pure un ritmo con cui i bambini familiarizzano. Avere ritmi fissi va sempre bene per i bambini, sanno cosa li aspetta e si sentono più sicuri. Queste abitudini ritmiche funzionano grazie alla capacità e all’impulso di imitazione del bambino. Se i tempi fissi sono ben acquisiti, anche quelli liberi saranno meglio compresi. Non è facile, ai tempi di oggi, calcolare il ritmo per il tempo fisso e quello per il tempo libero. Una delle conseguenze dello stress dei tempi odierni è che i bambini si abituino ad essere organizzati da altri.
Tutte le considerazioni fatte fino ad ora su spazio e tempo, evidenziano il ruolo fondamentale che ha oggi l’adulto vicino al bambino. Un tempo, l’ambiente circostante aiutava la crescita naturale del bambino e l’innato buon senso tramandato da generazioni era sufficiente a dare una direzione educativa. Oggi è necessario essere coscienti di ciò che è il bambino e riconoscere le sue esigenze, l’educazione non può essere spontanea, ma richiede da parte dell’adulto un continuo sforzo di volontà ed una presa di responsabilità totale. Nei primi anni di vita l’adulto deve proteggere il bambino dall’eccesso di stimoli del mondo esterno, se vuole salvaguardare quel nucleo pieno di saggezza e di forze, che provengono dal mondo spirituale.
Ciò che inizialmente appare all’individuo adulto come un sacrificio, si manifesta nel corso degli anni come una fonte di forza di rinnovamento. Questa disposizione ad agire in favore di un altro è una parte del lavoro di autoeducazione dell’adulto che vive accanto ai bambini, quando poi come adulti comprendiamo che il nostro mondo animico, fa parte dell’ambiente che offriamo ai bambini, il lavoro interiore di presa di coscienza dei nostri pensieri, sentimenti ed azioni diviene immenso, ed il bambino si nutre del nostro sforzo di migliorare.
Rudolf Steiner ci invita ad educare attraverso un respiro, ci esorta ad insegnare a respirare al bambino. E’ importante agire su questo ritmo determinando la salute del bambino fin nei suoi aspetti corporei, oltre che animico-spirituali.
L'apprendimento ha bisogno di un respiro; dunque, proponiamo momenti di espansione creativa insieme a momenti di concentrazione, poi di nuovo, momenti di interiorizzazione dei contenuti alternati a manifestazioni espressive di qualità artistica.
Il ritmo individuale ci parla attraverso il temperamento.
Nella pedagogia Waldorf i ritmi dell'anno vengono vissuti con attenzione ed occorre creare le atmosfere adatte a far vivere ai nostri bambini lo spirito di quel particolare periodo dell'anno. L'avvicendarsi delle stagioni, solstizi ed equinozi, vengono così vissuti come momenti ritmici di intenso significato.Il lento ritmo delle stagioni è contrassegnato dalle varie festività in connessione con i solstizi e gli equinozi che ci danno un obiettivo principale a cui finalizzare le nostre attività quotidiane.
Quando l’uomo guarda il mondo con il suo occhio fisico osserva i fenomeni, il succedersi delle stagioni, il regno animale, il regno vegetale, il regno minerale. Ma dietro a questa atmosfera illuminata dal Sole vi è un altro mondo accessibile in modo superiore che va oltre la stessa vita che si svolge “storicamente” sulla terra. Il corso dell’anno deve essere considerato innanzitutto esteriormente come avveniva sin dall’antichità, in modo istintivo, con feste e riti. L’uomo per sentirsi arricchito, deve partecipare con la sua esperienza interiore a questo secondo aspetto, più simbolico, del corso dell’anno. Ciò al fine di educare il suo cuore e la sua anima a partecipare agli avvenimenti esterni del corso dell’anno, del corso della giornata sentendo in tutto questo anche come si sperimenta il corso della giornata nell’essere svegli all’alba, pronti al lavoro al mattino, nel sentire più tardi gli stimoli della fame, nell’essere stanchi alla sera; preparare l’anima a diventare davvero recettiva e sensibile per ciò che vive e trama nel corso dell’anno. Oggi l’uomo crede di partecipare alla vita della natura solo quando sperimenta il germogliare, il fiorire, il crescere, il fruttificare, ma noi per fare bene ciò, dobbiamo saper partecipare anche al decadere, all’appassire, al paralizzarsi e al morire di ogni vita quando l’estate declina e sopravviene l’autunno, con il volgersi della coscienza verso sé.
Spesso le festività stagionali coincidono con quelle dei santi. Celebrare le feste dei santi significa ricordarci che esiste un mondo soprasensibile, oltre quello materiale, quotidiano, che ci tiene sempre più legati alla terra e alle cose in modo individuale.
Questa pedagogia non vuole convertire od orientare verso una particolare concezione del mondo, ma intende educare alla libertà di pensiero. E’, però, presente in tutto l’insegnamento, con differenze nel linguaggio e nei contenuti a seconda dell’età, un atteggiamento di religiosità che, svincolato da qualsiasi confessione religiosa, porta a vivere la divinità celata dietro ai fenomeni del mondo materiale. In questo contesto possono quindi convivere le più disparate posizioni e tradizioni familiari. San Michele, Natale, Pasqua e San Giovanni sono feste sempre da rinnovare, il cui contenuto universale può essere condiviso da tutti.
Una giornata scandita dai ritmi genera la volontà. Questo dà al bambino un senso di stabilità che lo tranquillizza. Il bambino immerso in una condizione simile al sogno lentamente prende contatto con il fluire della vita, cadenzata dalla natura, che gli viene incontro, nel tentativo di dargli una forma. L’esercitazione e l’elaborazione artistica allenano la volontà.
Ogni bambino sano ha una grande gioia di fronte al mondo dei colori. E’ felice quando può vedere dei fiori rossi, gialli o azzurri, un prato verde, un suo vestitino colorato. Ha il suo colore preferito col quale vuole vivere, che volentieri vorrebbe avere attorno a sé nella sua stanza o sulla parete. Afferra ogni colore possibile per dar vita al suo stimolo creativo e si dà da fare su un pezzo di carta, sul pavimento, sul tavolo o sulla parete.
E’ però ancora più felice se trova un barattolino di colore liquido, dove può intingere profondamente un pennello e ricoprire col colore una vasta superficie.
Il bambino vive, in questo caso, una sensazione veramente corretta e salutare, poiché innanzi tutto il colore, quando si trova nell’acqua, è completamente nel suo elemento; le sue onde, il suo bagliore, il suo scintillio e il suo splendore più belli si manifestano nell’elemento acqueo. E’ infatti nell’acqua che il colore perde la sua pesantezza, il suo essere terrestre, la sua durezza. Per questo è positivo e salutare per il bambino quando gli si sciolgono i colori conservandoli in bottigliette e versandone un po’, per l’uso, in barattolini puliti dai quali egli può attingere.
Quando il bambino vuole dipingere, allo stesso modo, si può sciogliere il colore direttamente in una ciotolina. Ora, il bambino ha un pennello nelle mani, si accorge subito che il pennello non è una matita, che i suoi peli non sono appuntiti ma giacciono in una superficie piatta.
I colori, diluiti nell'acqua, si espandono sul foglio, precedentemente inumidito, unendosi tra loro, facendo emergere immagini inaspettate.
Il fluttuante mondo del colore permette al bambino di vivere, nella luminosità e nella meraviglia, stati d'animo molteplici. Fino al cambiamento dei denti, i bambini piccoli sono degli esseri che imitano; il dipinto diventa più bello quando mamma e papà siedono loro vicino e dipingono qualcosa di bello per conto loro. Il bambino osserva e vuole fare altrettanto.
Egli però vuole anche familiarizzarsi con il mondo, fare con lui conoscenza in tutte le particolarità; per questo ne imita volentieri le immagini, dipinge anche disegnando un albero, una casa, il gatto, il cane, l’uomo.
Nel disegno dipinto egli acquisisce delle conoscenze di cui non dovrebbe essere privato. Egli con ciò non imita soltanto l’esteriorità, ma vive ancora con la natura delle cose, afferra la loro “caratteristica mobile”.
Se un bambino è rimasto molto indietro nel suo sviluppo intellettuale, se non è mai molto sveglio ma sempre sognante, quasi addormentato, lo si porta a svegliarsi sedendo accanto a lui e dipingendo assieme con partecipazione e vivacità quello che è stato sperimentato, visto, durante una passeggiata o quello che si fa in casa insieme a lui. Lì c’è la mamma che lava, là il papà che spacca la legna, là il bimbo stesso che ne porta i ciocchetti su di una catasta, il gatto che osserva: questa è una vita dai mille aspetti!
Se il bambino, però, è molto sviluppato intellettualmente, troppo sveglio per la sua età, allora gli fa bene godere dei colori per quello che sono. Sia le superfici di colore, come i suoi movimenti, questo penetrarsi a vicenda e non irrigidirsi in forme troppo fisse, riporta il bimbo troppo saputello e intellettualizzato, nella giusta atmosfera un po’ sognante del bambino.
Non dobbiamo inoltre aver paura che il bambino si imbratti; egli vuole provare, sperimentare, vuole anche sfogarsi nel colore, e con esso saltare e giubilare. Per questo, egli ha bisogno di un grembiulino da poco, al quale non nuoce più niente e un posto in cui non dispiacciano le tracce della sua attività.
E noi dovremo avvicinarci al bambino mentre dipinge, possibilmente con il minimo dei ben pensati principi pedagogici, aspettare, osservare quel che egli stesso produce, aderire alle sue intenzioni, aiutarlo pieni di comprensione, correggerlo dolcemente, in definitiva riuscire a fare con lui, ciò che soddisfa entrambi. Il bambino vuole spesso essere lasciato solo a lavorare per conto suo, è vero, a verificare i suoi piani, ma d’altro canto egli conviene, così legato con le persone amate del suo ambiente, che è completamente soddisfatto soltanto quando essi prendono parte con molta discrezione alla sua attività creativa e non lo lasciano del tutto solo, ma partecipano attivamente al suo lavoro. Un bambino è felice quando ha creato qualcosa completamente da solo, ma la sua gioia è ancor più intima quando può dire: “Ho dipinto questa pittura assieme a papà!”.
Anche la scultura è un’attività artistica che viene promossa nell’educazione Waldorf. L'abilità nelle mani non è propria solo delle mani: è attenzione, memoria, lungimiranza, forza d'invenzione e di partecipazione, capacità selettiva ed organizzativa; è impulso di pensiero che entra fin nella volontà.
Il modo in cui si porta incontro a bambini tutto ciò che è legato al "fare" e all' "agire" influenzerà per sempre la loro capacità di risolvere problemi e difficoltà da adulti. I bambini possono lavorare inizialmente con la cera, poi con la creta e infine con il legno.
L'educazione alla manualità deve occupare un posto di grande rilievo. E' la manualità la qualità artistica che permea tutte le altre e che oggi si trova sempre più spesso assente in giovani ed adulti.
E' sempre più frequente nella nostra epoca incontrare individualità che, pur sviluppando talenti e capacità professionali, li esplicano in modo unilaterale e disanimato, distante da quell' elemento di profonda moralità che dovrebbe trovarsi alla base di ogni realizzazione umana. I bambini, maschi e femmine, dovrebbero usare materiali semplici e naturali e iniziare da piccolissimi con la lavorazione del pane macinandone la farina, con piccoli lavori di tessitura a telaio, con la realizzazione di cordoncini e maglie da dita.
Poi cominceranno con l'intaglio del legno e la costruzione di piccoli giochi ed utensili: realizzeranno essi stessi i ferri di legno per il lavoro a maglia, bambole di lana e stoffa via via più complesse. A ciò si accompagna sempre, anche per i più piccoli, la cura durante l'anno di un pezzo di terra in giardino.
Si dovrebbe cercare di coltivare gradatamente la capacità manuale dei ragazzi, facendo in modo che prestino attenzione soprattutto ai processi di realizzazione degli oggetti e questo non solo perché diventino adulti abili, ma perché diventino individui coscienti e padroni del loro agire.
Se il bambino ha imparato ad amare l’arte, nella sua propria natura, egli ritroverà la bellezza nuovamente nella natura circostante e la osserverà con occhi dai quali risplende un senso artistico. Essa rivive nella sua anima, poiché, fin da piccolino, gli è familiare. L’uomo in crescita non diventerà mai schiavo imitatore della natura ma si svilupperà, se il suo destino così vorrà e diventerà un artista laborioso, oppure una persona che saprà godere intimamente e con comprensione. Egli, di fronte al mondo, è sveglio, non cupo; rispettoso, non altezzoso.
Così il mondo dell’arte è una delle porte attraverso la quale possiamo guidare il bambino alla comprensione e all’essere attivo nel mondo. Non vengono curati solamente gusto e senso artistico, ma anche una sveglia opinione e una devozione religiosa, una risolutezza creatrice morale.
Poiché ciò che ci viene regalato dalla vera arte, anche quando non la esercitiamo proprio come artisti, non è mai un lusso, ma una forza e un incremento alla nostra più profonda natura umana nel suo rapporto con il mondo spirituale circostante.

Riferimenti bibliografici.


“L’educazione dei figli” di Rudolf Steiner- Oscar Mondadori
“Educare alla libertà” di Frans Carlgren e Arne Klingborg- Filadelfia Editore

“Come sviluppare tutti i talenti del bambino”Arve Mathisen – Edizioni RED

“Il corso dell’anno come respiro della terra e le quattro grandi festività” Rdolf Steiner- Editrice Antriposofica Milano


Per vivere il ritmo delle stagioni con i vostri piccoli, organizzando alcune attività :













Per sperimentare l’arte del colore con i piccoli:

http://www.lapappadolce.net/?cat=84, dove potrete scaricare interessanti e-book!


 Nicoletta.

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