Anche
se ormai tutti noi siamo per definizione “adulti e vaccinati” e, quindi, nell'ottica della pubblica opinione, seri, impeccabili e
poco inclini alla fantasia, chi più chi meno, almeno una volta,
abbiamo sognato di poter correre a perdifiato su un prato, di
passare la mattinata sdraiati a pancia in sù a guardare le nuvole, o
di poterci arrampicare su un albero per assaporarne i frutti. Quanti
di noi non amerebbero ancora trascorrere pomeriggi a costruire
castelli di sabbia, o a lasciarsi dondolare appesi ad un ramo di un
albero?
Troppo
spesso, ormai, mi capita di ascoltare discorsi, o più che altro
frasi smozzicate, a metà tra il detto e il non - detto, di gente
comune o di professionisti in carriera, seri e compassati, che
confessano di sognare di poter allentare le cravatte, o di buttare i
tacchi alti in un angolo, per poter ancora camminare a piedi nudi in
un prato, o nuotare in mare aperto a piene bracciate. Certo, lo si
ammette con il sorriso, con l'ironia dipinta in volto, di chi sa,
ormai, che alcuni sogni ad occhi aperti sono solo frutto di un
inconscio sottoposto a dura prova dal tran - tran quotidiano, e che
le fantasie è giusto che restino solo fantasie, appannaggio solo dei
bambini.
Certo.
Il
buon senso vuole allora che gli adulti siano adulti e che i bambini
siano bambini. Tra gli uni e gli altri, a dividerli in maniera netta
vi è quel confine ben marcato tra la realtà e la fantasia, tra la
concretezza della vita quotidiana e il sogno di una vita a cui
attingere a piene mani, tra un lavoro ripetitivo che giorno dopo
giorno inchioda l'animo, ed un gioco di fantasia che cuce ali di
sogno sulle schiene. E allora che i giochi restino ai bambini.
Ma
è poi vero che tali attività siano lasciate in mano a questi
ultimi? Può davvero un bambino riuscire ad esprimere la sua voglia
di vita attraverso il gioco?
Il
National Trust, fondazione britannica che dal 1985 si prodiga per la
conservzione e la tutela degli spazi verdi e dei luoghi storici e di
interesse culturale del Regno Unito, ha commissionato un'indagine
sulle abitudini di bambini e adolescenti fino a 12 anni. Il quadro
che ne è venuto fuori è allarmante: le ore di tempo libero sono
trascorse davanti a tv e a videogiochi.
I
bambini non sanno arrampicarsi sugli alberi, non riescono più a
giocare all'aperto e talvolta non sono capaci neanche di andare in
bici. Il rischio di obesità, pigrizia e noia è in agguato dietro
alla porta.
La
cosa incredibile è che il National Trust ha scoperto che
in realtà il desiderio di giocare fuori casa è rimasto lo stesso
delle generazioni passate. E se oggi meno di un bambino su dieci
riesce a farlo davvero, la voglia di essere a contatto con la natura
non è cambiata. A
cambiare sono stati invece i genitori, che, per eccessivo senso di
protezione, limitano la libertà di gioco dei propri pargoli
relegandoli,
di fatto, in casa.
Cosa
fare allora? Fortunatamente il desiderio di proporre soluzioni
positive, invece di limitarsi alla mera denuncia di ciò che non va,
questa volta ha avuto la meglio.
Attarverso una commissione di esperti è stata stilata una lista di
attività ed esperienze da fare a contatto con la natura. Ne è nata
la campagna:
“
50
cose da fare prima di avere 11 anni e tre quarti»,
Si
tratta di una
lista di attività e giochi da fare prima del compimento degli 11
anni e ¾, all'aria aperta e ovviamente in tutta
sicurezza.
L’iniziativa è stata lanciata, in allegato con The
Guardian, con un quaderno in cui raccogliere le memorie delle
proprie esperienze di gioco. Allo stesso tempo, è stato istituito il
Trust’s Free Weekend durante il quale, speciali figure esperte –
gli Elite Rangers- hanno aiutato i partecipanti a riappropiarsi del
gioco all’aperto. Inoltre, per stimolare i ragazzi a sperimentare
questa tipologia di attività, all’interno del sito promotore della
lista, è stata aperta una competizione, con l'obiettivo di spuntare
l’elenco delle 50 cose da fare prima del compimento dei fatidici 11
anni e ¾, ricevendo premi e medaglie per “i migliori”.
Qui
di seguito la lista delle 50 cose da fare prima di avere 11 anni e ¾
- Arrampicarsi su un albero
- Rotolare giù da una grande collina
- Accamparsi all’aperto
- Costruire un rifugio
- Far rimbalzare i sassi sull’acqua
- Correre sotto la pioggia
- Far volare un aquilone
- Pescare con il retino
- Mangiare una mela appena colta dall’albero
- Giocare a conker, un gioco tradizionale inglese in cui un partecipante munito di una castagna attaccata a uno spago cerca di staccare dal filo o far cadere la castagna dell’avversario
- Lanciare palle di neve
- Partecipare a una caccia al tesoro sulla spiaggia
- Fare una torta di fango
- Costruire una diga su un ruscello
- Andare sullo slittino
- Seppellire qualcuno sotto la sabbia
- Organizzare una gara di lumache
- Stare in equilibrio su un albero caduto
- Dondolarsi da una corda
- Giocare a scivolare nel fango
- Mangiare more raccolte dai rovi
- Guardare dentro un albero
- Esplorare un’isola
- Correre a braccia aperte facendo l’aeroplano
- Fischiare usando un filo d’erba
- Andare in cerca di fossili e ossa
- Guardare l’alba
- Scalare un’enorme collina
- Visitare una cascata
- Dar da mangiare a un uccello dalla mano
- Andare a caccia di insetti
- Cercare uova di rana
- Catturare una farfalla con il retino
- Inseguire animali selvatici
- Scoprire cosa c’è in uno stagno
- Richiamare un gufo imitando il suo verso
- Osservare le strane creature tra le rocce di un lago
- Allevare una farfalla
- Dare la caccia a un granchio
- Fare una passeggiata nel bosco di notte
- Piantare qualcosa, coltivarla e mangiarla
- Nuotare in mare, in un fiume, insomma, non in piscina
- Fare rafting
- Accendere un fuoco senza fiammiferi
- Trovare la strada servendosi solo di mappa e bussola
- Arrampicarsi sui massi
- Cucinare in campeggio
- Fare discesa in corda doppia
- Giocare a geocaching una Caccia al tesoro con il GPS
- Andare in canoa su un fiume
Essere
adulti e soprattutto essere genitori ci carica di responsabilità
enormi. Tutelare la salute dei nostri figli è quello che più ci
sta a cuore. E' quasi impossibile riuscire a non vedere pericoli
nascosti ovunque, ed è tanta la tentazione di iper-proteggere i
nostri bambini.
Ma
la nostra paura non accechi la capacità di discernere quello di
cui loro hanno davvero bisogno. Sforziamoci di capire che se ci
chiedono di correre, saltare e di arrampicarsi, probabilmente, è
perchè davvero l'esuberanza della loro età chiede di poter
alimentare così la loro fantasia e la loro libertà di espressione.
Il
contatto con la natura è vitale per i nostri figli. Non
neghiamoglielo per la nostra troppa paura, travestita da amore
soffocante.
Antoine
De Saint -Exupérie ha detto “ Tutti
i grandi sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne
ricordano”
(Il Piccolo
Principe).
Cerchiamo
di far in modo che non sia solo una bella frase.
Barbara
http://attraversogiardini.it/2012/04/19/50-cose-da-fare-prima-dei-12-anni-secondo-il-national-trust/
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