W. J. Goethe nella sua “Teoria
dei Colori” auspica che i pittori facciano tesoro dell’azione morale dei
colori, da lui rivelata, per rendere le loro opere più vive e palpitanti.
Anche Rudolf Steiner
intravide nella lezione di Goethe una miniera di conoscenze utilissime per
realizzare un rinnovamento della pittura. Egli stesso approfondì ulteriormente
la teoria di Goethe e la ampliò con altre cognizioni acquisite grazie alle sue
ricerche. A Steiner si deve, in particolare, l’importantissima scoperta di
quelle intime sensazioni che si potrebbero definire “movimenti dell’anima” e
che, nella contemplazione dei colori, vengono sperimentati nelle profondità del
subcosciente. Esse sono paragonabili a forze dinamiche di espansione e
contrazione e, se riprodotte nella stesura dei colori durante l’esecuzione del
dipinto, gli conferiscono vita e luminosità. Queste sarebbero poi dovute
nascere dall’interiorità del colore, non concepite
intellettualmente. Nacque allora un nuovo e diverso modo di fare pittura
che comportava un totale capovolgimento degli usuali procedimenti. Esso però
richiedeva, da parte degli artisti, l’acquisizione di una più raffinata sensibilità
di percezione delle qualità, natura e dinamismi dei colori. Con questi
intendeva mostrare un diverso approccio con i colori in quanto essi per la loro
scelta, come pure il loro disporsi nello spazio, non avevano la funzione di
riprodurre la realtà visibile, ma di esprimere un rapporto intimo con le
esperienze animiche suscitate nell’osservatore dall’evento raffigurato. In
questo modo l’immagine risultante poteva essere vissuta interiormente. Sulla
maniera di trattare i colori, condurre i loro movimenti, creare le forme e
quindi le figure, R. Steiner così si espresse: “La natura ci incita ovunque
a trasformare, metamorfosare le sue forme in altre. Chi semplicemente osserva
la natura e la copia cade nel naturalismo. Colui che vive la natura e non si
limita a osservare solo le linee, i colori delle piante, ma le vive
interiormente, estrarrà da ogni pianta, da ogni animale, da ogni roccia,
un’altra forma da imprimere nella materia. Noi uomini moderni dobbiamo creare
opere d’arte in cui la forma esprima di più di quella naturalistica. … Dobbiamo
giungere a vedere ciò che di artistico c’è nella natura, ciò che nella natura
fa vivere la forma, così da ottenere una vita della forma superiore a quella
esistente nella stessa natura”
Descrivono bene
l’essenza di questo nuovo modo di dipingere le seguenti parole di Steiner: “…
se ci si immergerà nel mondo fluttuante dei colori vivendolo correttamente … si
troverà che da esso scaturiranno figure che porteranno ad espressione i segreti
dell’universo, l’anima dell’universo. Dalla creatività del colore sorgerà un
mondo che si configurerà, si differenzierà interiormente, un mondo che ha una
sua essenzialità. La forma nascerà dal colore. Si percepirà che non soltanto si
vivrà nel colore, ma che il colore genererà la forma da se stesso, che cioè la
forma è opera del colore”
Steiner sintetizzò la
quintessenza del procedimento pittorico da lui proposto con il motto:
“AUS DER FARBE HERAUS
MALEN”
“DIPINGERE ESTRAENDO DAL
COLORE”
Il mezzo ideale per
questo genere di pittura è l’acquerello. Esso, per la sua luminosità e
leggerezza, nonostante le numerose sovrapposizioni e velature realizzate con
questa diversa tecnica, consente di “liberare il colore dalla
pesantezza”. Appare evidente che il metodo proposto da Steiner è del tutto
originale e certamente ancora suscettibile di inimmaginabili sviluppi. Sebbene
affiorino sovente affinità con l’impressionismo, espressionismo e astrattismo,
non si deve affatto pensare che, in qualche modo, la concezione steineriana
derivi da quelle correnti, ma che piuttosto alcuni aspetti essenziali di esse
si muovono in parallelo col pensiero steineriano. Il metodo pittorico
steineriano, antroposofico o goethiano, come lo si voglia denominare,
costituisce comunque una importante pietra miliare nell’ambito della pittura
contemporanea. Dipingere su carta con colori ad acquarello, secondo
l’insegnamento artistico-spirituale di Rudolf Steiner, non lo si può definire
un semplice dipingere: case, fiori, tramonti o anche forme astratte.
Qui la
bellezza si crea quando le cose, nate dal puro, libero incontro con l’acqua ed
il colore, rivelano l’Essenza che in esse custodiscono. Dipingere diventa così
un intenso processo di trasformazione che attraverso le forme ed il colore
trasforma noi.
Come nella filosofia orientale gli opposti yang e yin
si compenetrano, allo stesso modo in Goethe il colore nascerebbe dalla
"lotta tra luce e tenebra. Sia il mondo dell'anima che quello del colore
sarebbero strutturati polarmente: la parte buia di questi due mondi può essere rischiarata
(dalla luce della coscienza per l'anima, dai colori chiari o dalle trasparenze
in pittura). Mettere in relazione questi due aspetti polari può essere
l'occasione per veder nascere sul foglio e nell'interiorità i nostri
colori. Tutti possiamo essere artisti, basta metterci in contatto con la
parte più pura del nostro essere ed ascoltare il bambino che è in noi.
L’esperienza se è vissuta con la necessaria libertà e in un’atmosfera di non
giudizio può portarci a scoprire capacità espressive nuove ed
inesplorate. Questi acquarelli, tratti da elementi naturali danno
percezioni e sensazioni simili a quelle che ci regala la natura e per questo
spesso risultano piacevoli da usare e carichi di emozioni: è necessario
lasciarsi andare e non voler a tutti i costi svolgere compiti tecnici precisi,
perché a volte il colore ci conduce in modo opposto alla nostra volontà. In
questo caso è importante lasciar fluire le immagini che sicuramente arrivano
nello sperimentare il colore sul foglio. È necessario non spaventarsi davanti
al foglio bianco, ascoltare ciò che viene detto a proposito dei colori dati per
ogni elaborato, provare ad accarezzare il pennello sul palmo della mano per
sperimentare la sua morbidezza e il modo in cui può essere usato sul nostro
foglio, non entrare nella forma, non arrabbiarsi se il colore va per conto suo
e provare a trovare nuove strade espressive, riempire tutti gli spazi bianchi
con il colore, capire quando il lavoro è terminato e cercare l’armonia nella
composizione, non dare giudizi estetici ma solo quelli di percezione emotiva,
amare il proprio lavoro per quello vuole dire a noi stessi, non aspettarsi
interpretazioni psicologiche, pensare che esistono altri fogli e altri colori e
che anche una prossima volta si può ricominciare…
La scelta del colore
all'acquarello nelle scuole steineriane è finalizzata al fatto che i bambini
fin dall'inizio della scuola vengano a contatto con l'essenza del colore al suo
più alto grado di purezza e vitalità, questo rappresenta un arricchimento della
loro esperienza sensoriale ed è un dato di fatto di cui gli educatori dovranno
prenderne atto per poterne misurare la portata. Quando un bambino vede apparire
sul foglio bianco dei rossi, dei blu, dei gialli o formarsi un verde ed ha modo
di disporli di sua mano, in lui si determina oltre all'impressione visiva,
anche una specifica esperienza interiore. Il
bambino può sentire attraverso il colore che cosa i colori han da raccontare
all’uomo, poiché in essi c’è un mondo intero. Ma gli si dà anche modo di vivere
che cosa i vari colori hanno da dirsi fra loro, cosa dice il verde al rosso, il
blu al giallo, il blu al verde e il rosso al blu. Sono meravigliosi i rapporti
dei colori l’uno con l’altro! In questo modo non si presentano al bambino
simboli astratti o allegorie, ma si fa tutto con arte. Allora sì che il
bambino, sull’onda dell’esperienza artistica, si metterà di buona lena a
formare immagini sulla carta, si divertirà a far saltar fuori le lettere a
partire dalle figure, proprio come hanno fatto gli uomini nel corso dei
millenni partendo da una scrittura in immagini. La
pittura è un’esperienza meravigliosa per l’animo umano e per il bambino entrare
in rapporto con il colore è un’esigenza naturale. Dall’asilo ai primi anni
della scuola elementare il bambino dipinge su carta bagnata. Stendere i colori
ad acquerello, sapientemente diluiti, utilizzando larghi pennelli fa gioire
l’intero essere del bambino. La difficoltà e la bellezza di questa tecnica sta
nel fatto che colore sulla carta bagnata si espande. Sulla carta bagnata il
colore si espande, si mischia, cambia. Il quadro è nel movimento continuo. Che
magia! Lo noterà anche il tuo bambino e chiederà ancora altri fogli da
dipingere. La meraviglia che nasce nell’osservare e sperimentare l’incontro dei
colori fondamentali che dà vita ai colori complementari, i visi stupiti e grati
dei bimbi dimostrano quanto questa esperienza sia importante. Fino ad una certa
età non si insegna la “Teoria dei Colori” ma si offre ai bambini l’opportunità
di sperimentare il nascere sulla carta delle infinite tonalità e di usarle
creativamente. Lo scopo di questi esercizi è quello di far fare ai bambini
esperienze guidate del colore, svincolato quanto più possibile dall’elemento
della forma. La conclusione della lezione viene rimandata al giorno successivo,
quando le pitture sono asciutte e vengono esposte una accanto all’altra per
essere osservate insieme. L’osservazione, parte integrante dell’esperienza
di pittura, può inizialmente essere guidata, poi i bambini saranno in
grado di cogliere molti più particolari di quanto non sappiamo fare noi.Si può
ad esempio chiedere: “Secondo voi il giallo è più chiaro (più caldo, più
freddo, più luminoso, più felice, ecc…), quando è grande o quando è piccolo?
Quando è vicino al rosso o quando è vicino al blu?”
Con i bambini la cosa
più importante di tutte è che al termine di qualsiasi attività si sentano più
ricchi e più abili, che l’esperienza insomma rappresenti per loro un successo.
Non perchè un adulto dica “Che bello!”, ma perchè loro stessi possano stupirsi
della bellezza che possono creare. Nella pittura ad acquarello bisogna uscire
dalla logica del voler ottenere un bel prodotto finito.
Lo scopo è il processo
che ha portato, quasi come effetto collaterale, alla sua realizzazione!
Fonti bibliografiche:
Gli acquerelli
Steineriani sono tratti direttamente dalla natura, come la pittura antica che
utilizzava le radici delle piante per ottenere l'indaco o il rosso. La ricerca
di utilizzare tinte vegetali è stata ripresa solo nel 1960 ed attualmente si ha
a disposizione una certa gamma di colori vegetali resistenti. Essi hanno
tonalità più morbide e smorzate, si adattano alle varie condizioni di luce e
mostrano una particolare intensità luminosa. Altro pregio dei colori vegetali è
la capacità di intonarsi tra di loro in modo armonico. I colori vegetali in
pittura hanno sulla natura sensoriale dell'uomo un effetto vitalizzante, simile
alle impressioni cromatiche che ci può dare la natura. Accanto all'aspetto
estetico perciò possiamo attribuire ai colori vegetali anche un'azione
terapeutica.
Qui è possibile
acquistarli:
Idee e tutorial per sperimentare l’acquerello steineriano con i bambini:
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