Ed eccoci all'ultima festività stagionale del nostro percorso di conoscenza e approfondimento della pedagogia steineriana.
Il 24 giugno,
tra streghe e rugiada, sarà la magica notte di San Giovanni.
Sin dai tempi
più remoti il cambio di direzione che il sole compie, tra il 21 e il 22 giugno,
è visto come un momento particolare e magico.
In questo giorno, detto solstizio d'estate, il sole raggiunge il punto più alto e poi dopo aver superato il punto solstiziale comincia a decrescere e si concluderà con il solstizio d'inverno da dove comincia il percorso ascendente. Il solstizio è il primo giorno di una nuova stagione e in magia è associato alla festa di San Giovanni Battista che scade il 24 giugno ma inizia a caricare di energia la terra già a partire dalla notte del 20, quando, secondo un'antica credenza, il sole si sposa con la luna e dal suo sposalizio si riversano energie benefiche sulla terra. Da qui i riti e gli usi dei falo’ e della rugiada, presenti nella tradizione contadina e popolare ma anche il ruolo di tutte le piante e le erbe della terra che in questo breve ma intenso arco di tempo, vengono influenzate con particolare forza e potere.
In età precristiana questo periodo era considerato sacro al pari di un capo d’anno e da cui l’usanza di trarre dei presagi. Gli uomini vivevano i solstizi in maniera coinvolgente, ritenendoli momenti di transizione, nei quali era possibile trasformare e sviluppare la rispettiva condizione interiore: una sorta di transitio verso presupposti migliori.
In questo giorno, detto solstizio d'estate, il sole raggiunge il punto più alto e poi dopo aver superato il punto solstiziale comincia a decrescere e si concluderà con il solstizio d'inverno da dove comincia il percorso ascendente. Il solstizio è il primo giorno di una nuova stagione e in magia è associato alla festa di San Giovanni Battista che scade il 24 giugno ma inizia a caricare di energia la terra già a partire dalla notte del 20, quando, secondo un'antica credenza, il sole si sposa con la luna e dal suo sposalizio si riversano energie benefiche sulla terra. Da qui i riti e gli usi dei falo’ e della rugiada, presenti nella tradizione contadina e popolare ma anche il ruolo di tutte le piante e le erbe della terra che in questo breve ma intenso arco di tempo, vengono influenzate con particolare forza e potere.
In età precristiana questo periodo era considerato sacro al pari di un capo d’anno e da cui l’usanza di trarre dei presagi. Gli uomini vivevano i solstizi in maniera coinvolgente, ritenendoli momenti di transizione, nei quali era possibile trasformare e sviluppare la rispettiva condizione interiore: una sorta di transitio verso presupposti migliori.
Inoltre nelle
civiltà contadine, essendo il 24 giugno una data spartiacque per la maturazione
delle sementi, il giorno del solstizio era anche occasione per effettuare
riti legati alla fertilità della terra prima dell’arrivo del caldo estivo.
Una credenza
secolare è che in questa fase solstiziale dell’anno
le streghe fossero solite darsi convegno nella notte tra il 23 ed il
24 giugno attorno ad un antichissimo albero di noce, e con i frutti di questi
alberi stregati, colti ancora verdi e madidi di rugiada nella notte di San
Giovanni, si preparava il nocino, liquore considerato terapeutico, o anche il
vino “nociato” e “nocellato”.
In altre tradizioni rivivono figure di folletti, maligni o dispettosi. Molte altre erbe si raccolgono nella notte della vigilia di San Giovanni, con la convinzione che abbiano particolari poteri benefici e terapeutici grazie all’intercessione salvifica del santo: con queste “misticanze” raccolte si preparava un’acqua “magica”, da impiegare per abluzioni reputate assolutamente rigeneranti e curative.
Tra gli altri usi popolari legati a questo periodo ci sono i Fuochi di S. Giovanni, falò accesi nei campi considerati propiziatori e purificatori: l’usanza di accenderli si riscontra in moltissime regioni europee e persino nell’Africa del Nord. I contadini si posizionavano in cima alle colline, e accendevano grandi falo’ in onore del sole, per propiziarsene la benevolenza e rallentarne idealmente la discesa.
In altre tradizioni rivivono figure di folletti, maligni o dispettosi. Molte altre erbe si raccolgono nella notte della vigilia di San Giovanni, con la convinzione che abbiano particolari poteri benefici e terapeutici grazie all’intercessione salvifica del santo: con queste “misticanze” raccolte si preparava un’acqua “magica”, da impiegare per abluzioni reputate assolutamente rigeneranti e curative.
Tra gli altri usi popolari legati a questo periodo ci sono i Fuochi di S. Giovanni, falò accesi nei campi considerati propiziatori e purificatori: l’usanza di accenderli si riscontra in moltissime regioni europee e persino nell’Africa del Nord. I contadini si posizionavano in cima alle colline, e accendevano grandi falo’ in onore del sole, per propiziarsene la benevolenza e rallentarne idealmente la discesa.
Con le feste del
solstizio estivo il Santo è visto come protettore dalle influenze malefiche:
nel momento in cui inizia la fase “oscura” del cielo annuale e le minacce delle
forze del male e delle tenebre sembrano farsi più forti, si sente la necessità
di qualcuno che assicuri la rinascita della luce.
In molte
occasioni Rudolf Steiner presentò il
momento solstiziale di San Giovanni come un evento di natura misteriosa, che fu
assai significativo in un remoto passato e di nuovo, solo in un lontano futuro,
si svelerà nelle sue profondità.
“La risposta dei mondi spirituali agli
uomini di allora era una sorta di illuminazione, come un annunzio che essi
potevano ricevere – in tale coscienza sognante –, un solare presagio dell’io che
una volta all’anno scendeva su di loro. Sognavano l’io. A quei tempi tali
uomini primitivi e poetici non potevano ancora attribuirlo a se stessi, ma lo
ponevano nel grembo dell’elemento divino spirituale, sapendolo in relazione con
tutto il cosmo e con il mondo intero. In particolare essi sentivano di dover
accogliere quanto si rivelava loro in piena estate – quando luce e calore
piovono copiosi –, essi attendevano con fiducia che si manifestasse ciò che i
cieli pretendevano dagli uomini in campo morale: la saggezza spirituale
operava, appunto, come una rivelazione e trasmetteva loro impulsi per l’agire.
Tuttora, durante l’estate, l’anima e lo
spirito della Terra si alzano verso le lontananze cosmiche – come avviene
all’uomo quando dorme profondamente – per andare a incontrare gli archetipi,
gli ideali, i pensieri degli Esseri spirituali. È come un lunghissimo
respiro: al momento del solstizio estivo, diciamo così, la Terra ha esalato
tutto il suo fiato, quell’aria che aveva tratto entro di sé prima di Natale.
Allora a San Giovanni si attende una nuova inspirazione.
Insieme alla Terra pure noi facciamo
questa esperienza, siamo, nel pieno senso della parola, più fuori che dentro:
usciamo di casa e ci godiamo la vita all’aria aperta o andiamo in vacanza; ma
siamo fuori anche con la coscienza, risulta più difficile concentrarsi, o
studiare, e siamo richiamati dal calore a vivere fisicamente la nostra estate.
Questa esperienza estiva è anche entrare in una sorta di sonno rispetto
all’elemento spirituale. Con l’arrivo dell’autunno ci ritroveremo più inclini
all’introspezione, a ritirarci in quell’interiorità che durante la bella
stagione abbiamo in qualche modo liberato.
Questa espansione nel cosmo permette alla
Terra di incontrare i pensieri divini e per noi – donne e uomini del
nostro tempo – luce e calore possono restituire ali al pensiero, affinché
non irrigidisca ma possa ritrovare vita e movimento.
Ora siamo in estate, no? Qual è il nostro
passato? L’uomo durante la primavera si è potuto sentire uno con tutta la
natura germogliante: dalla durezza delle radici è salito aprendosi al ritmo
delle foglie, poi ancora si è raccolto nei fiori in boccio che finalmente si
sono schiusi con i loro colori e profumi. Quando il fiore si espande ancora
oltre nel frutto, ricondensandosi poi nel seme, è come se si fosse a un nuovo
ciclo di vita: in noi nasce una realtà tutta solare, ma che è il frutto della
nostra terra. Questo frutto, in una dolcezza sognante, si offre fiducioso al
creato, sciogliendosi per permettere un nuovo inizio.”
Nelle scuole
steineriane si festeggia il 24 giugno, giorno di san Giovanni. Il 24 giugno è
il compleanno di S. Giovanni Battista. Per i bambini è facile e bello sentire
parlare di S. Giovanni che era l'amico più intimo del Cristo. Uno di questi quadri
è, perciò, adatto al "tavolo delle stagioni" o Regno, su cui è steso
un telo giallo. Durante il gioco libero la maestra farà delle farfalle
variopinte di lana non filata da appendere ai fiori, o da usare per decorare il
telo steso sul tavolo delle stagioni, o Regno. Naturalmente verranno dei
bambini che potranno, imitando la maestra, partecipare a quest’ attività. I
bambini faranno, con semplici battufolini o fili di lana, delle api o dei bombi
da sospendere in aria o da tenere in mano e far svolazzare accompagnandoli con
dei canti o delle poesie. Si intrecciano le
ghirlande di san Giovanni, cantando una canzoncina.
“Lega, lega una ghirlanda.
Noi leghiamo una ghirlanda.
Lottie, Lottie, buono e gentile,
noi tessiamo una ghirlanda.”
Per la Festa d'Estate, i bambini possono portare in testa ghirlande di fiori. Queste poi verranno lasciate dietro le porte di casa per proteggere la famiglia dagli spiritelli dispettosi nella magica notte.
Alcuni genitori hanno preparato delle 'stelle cadenti', realizzate in questo modo: alla spiaggia si raccolgono dei sassi rotondi grandi all'incirca come il tuorlo di un uovo. Ogni sasso viene avvolto con un po' di fieno, poi con uno strato di lana cardata. Si preparano quindi delle strisce di carta crespa che vengono attaccate al sasso. Il tutto viene poi ricoperto con dei quadrati di stoffa di misura adeguata in modo che, lanciando il sasso in aria, l'effetto sia quello di una bella stella cadente con una coda che sibila nell'aria. Fare le stelline è un modo per recuperare un canale di comunicazione tra gli Uomini e le Entità Spirituali. Noi riusciamo a scorgere la loro presenza attraverso il “fuoco” delle stelle e Loro da lassù vedono ed apprezzano i nostri piccoli fuochi di san giovanni.
“Lega, lega una ghirlanda.
Noi leghiamo una ghirlanda.
Lottie, Lottie, buono e gentile,
noi tessiamo una ghirlanda.”
Per la Festa d'Estate, i bambini possono portare in testa ghirlande di fiori. Queste poi verranno lasciate dietro le porte di casa per proteggere la famiglia dagli spiritelli dispettosi nella magica notte.
Alcuni genitori hanno preparato delle 'stelle cadenti', realizzate in questo modo: alla spiaggia si raccolgono dei sassi rotondi grandi all'incirca come il tuorlo di un uovo. Ogni sasso viene avvolto con un po' di fieno, poi con uno strato di lana cardata. Si preparano quindi delle strisce di carta crespa che vengono attaccate al sasso. Il tutto viene poi ricoperto con dei quadrati di stoffa di misura adeguata in modo che, lanciando il sasso in aria, l'effetto sia quello di una bella stella cadente con una coda che sibila nell'aria. Fare le stelline è un modo per recuperare un canale di comunicazione tra gli Uomini e le Entità Spirituali. Noi riusciamo a scorgere la loro presenza attraverso il “fuoco” delle stelle e Loro da lassù vedono ed apprezzano i nostri piccoli fuochi di san giovanni.
I vasi sono
riempiti di rose, che fioriscono proprio in questo periodo. E i bambini poi porteranno
mazzolini di fiori estivi, e a volte troveranno un nido vuoto.
Come una
benedizione in questo periodo crescono le piante dalla terra in vigorose volute
e masse verdeggianti e sfavillanti di sfumature e colori. Il canto degli
uccelli s’irradia attraverso il cielo e ritorna riflesso per rendere fertile la
vita terrena. Tutto esce dalla terra a San Giovanni, come un’aspirazione al
ritorno alla patria celeste di ogni essere. Dai campi di grano fluiscono verso
l’alto luminose onde dorate; dai fiori e dai fieni essiccati al sole effluvi
aromatici riempiono l’aria. La rugiada dei mattini di San Giovanni imperla ogni
foglia.
Si è soliti fare belle passeggiate in campagna, sulle spiagge, nei prati fioriti e nei boschi.
L‘intento è che i bambini sperimentino gli elementi della natura, e l'estate è la stagione più favorevole. Si può giocare con la sabbia e con l'acqua, dondolarsi sull'altalena, saltare e giocare a palla all'aria aperta o arrampicarsi sugli alberi.
Si prepara il succo di tarassaco e raccolgono tanti mazzi di fiori. Si intrecciano le ghirlande di san Giovanni, cantando una canzoncina. Alcuni genitori preparano le 'stelle cadenti'.
Si è soliti fare belle passeggiate in campagna, sulle spiagge, nei prati fioriti e nei boschi.
L‘intento è che i bambini sperimentino gli elementi della natura, e l'estate è la stagione più favorevole. Si può giocare con la sabbia e con l'acqua, dondolarsi sull'altalena, saltare e giocare a palla all'aria aperta o arrampicarsi sugli alberi.
Si prepara il succo di tarassaco e raccolgono tanti mazzi di fiori. Si intrecciano le ghirlande di san Giovanni, cantando una canzoncina. Alcuni genitori preparano le 'stelle cadenti'.
Si organizzano i
giochi con la palla. I giochi a palla dei bambini stanno scomparendo: i giochi
in cui la palla viene presa con le braccia e con le mani creano una dimensione
di freschezza, sia in senso sociale sia in senso spaziale. Oggi molti bambini
non sanno più afferrare una palla, ed è un vero peccato.
Durante la Festa vera e propria, si fanno girotondi all'aperto, attorno all'albero in mezzo al prato, che rappresenta il punto centrale. Il calore del sole, i fiori sul prato, le api che volano di fiore in fiore succhiando il nettare, le farfalle e tutte le meravigliose danze degli insetti rappresentano la base di ciò che si fa nel cerchio. Alla fine i bambini possono invitare a danzare anche i loro genitori.
Quando ci si sente circondati di luce e di calore, allora si possono spalancare i sensi, celebrando e danzando con ritmi e poesie la grande avventura dell'Estate.
I bambini rappresentano il loro spettacolo di marionette. Si fa poi insieme una merenda estiva, e quindi si consegnano ai bambini i quaderni delle pitture e dei disegni che hanno fatto durante l'anno, graziosamente rilegati.
Durante la Festa vera e propria, si fanno girotondi all'aperto, attorno all'albero in mezzo al prato, che rappresenta il punto centrale. Il calore del sole, i fiori sul prato, le api che volano di fiore in fiore succhiando il nettare, le farfalle e tutte le meravigliose danze degli insetti rappresentano la base di ciò che si fa nel cerchio. Alla fine i bambini possono invitare a danzare anche i loro genitori.
Quando ci si sente circondati di luce e di calore, allora si possono spalancare i sensi, celebrando e danzando con ritmi e poesie la grande avventura dell'Estate.
I bambini rappresentano il loro spettacolo di marionette. Si fa poi insieme una merenda estiva, e quindi si consegnano ai bambini i quaderni delle pitture e dei disegni che hanno fatto durante l'anno, graziosamente rilegati.
Un avvenimento
particolare, in questo giorno, è il piccolo fuoco di S. Giovanni. Per questo
fuoco, nei giorni precedenti, si prepareranno dei pezzetti di legno tagliati a
dovere e si andranno a prendere le vecchie cose dalla cantina. Che gioia
proveranno poi nel vedere accendere il fuoco, le scintille, sentire il rumore
dei ciocchi di legno che bruciano, e quando ad esempio la vecchia spazzola, le
pigne vecchie e scelte, di abete o pino, la scopa vecchia o un vecchio cesto
bruceranno per lasciare posto a qual cos'altro. E' importante che i bambini non
comincino a giocare con il fuoco: devono mantenere il rispetto necessario nei
suoi confronti e le giuste distanze. Anche la maestra si comporterà di
conseguenza. Prenderà con attenzione e solamente í pezzi di legno che le danno
i bambini e li metterà sul fuoco. I bambini faranno qualche passo indietro nel
sentire il calore del fuoco. E quando tutto è bruciato, le fiamme saranno
sempre più basse e poi ci sarà solo la brace da vedere e il profumo aromatico
da annusare. Si racconta la fiaba vicino al fuoco che si sta spegnendo o, come
al solito, nel Regno.
Il periodo di
San Giovanni, in agricoltura biodinamica, viene considerato il momento più
importante dell’anno in quanto, come ci ricorda Rudolf Steiner, in questo
giorno viene severamente valutato il lavoro svolto dall’agricoltore nei primi
sei mesi dell’anno ed in relazione a quanto e come avrà “seminato”
l’agricoltore otterrà il suo raccolto per i prossimi sei mesi. Un momento
quindi di analisi, di giudizio inappellabile, una cosciente presa d’atto e di
riflessione, oltre che al momento di massima durata della luce dell’anno;
infatti dopo S. Giovanni i giorni ricominciano ad accorciarsi, sintomo di un
inizio di “morte” della Natura, l’inizio del processo di inspirazione di
Demetra, di Madre Terra.
Lo stesso fuoco che nelle campagne viene acceso
nella notte di S. Giovanni vuole essere un messaggio chiaro e forte, un
bruciare, uno smaterializzarsi delle sostanze terrestri che grazie all’azione
purificatrice del fuoco si elevano verso il cielo, verso le dimore delle Entità
Spirituali per portare un messaggio cosciente e riconoscente dagli Uomini agli
Dei, ma potremmo dire che è anche un riverbero della nostalgia della
comunicazione diretta che esisteva un tempo tra gli Uomini e le Entità Spirituali.
Noi oggi riusciamo a scorgere la loro presenza attraverso il “fuoco” delle
stelle e Loro da lassù vedono ed apprezzano i nostri piccoli fuochi, la materia
che brucia impregnata dei nostri pensieri che rivolgiamo alle Altezze.
“Tutto questo serve per ricordarci che
tutto è venuto dallo spirito e tutto risale allo spirito. Nostro compito è
accompagnare il ritorno, col libero amore. Quando inizia l'estate vera e
propria e il sole ha raggiunto il suo punto più alto, quando la terra ha
respirato a fondo e l'anima della terra, come se avesse superato se stessa, si
dà alle forze cosmiche, allora anche l'uomo sente di essere trascinato verso
l'aria, il sole, la luce. Mentre durante il Natale l'essere umano volge tutto
se stesso verso la propria interiorità, la propria anima, per riscoprirne ogni
volta l'essenza, il proprio destino, ricercando ispirazione e suggerimenti
nelle dodici notti sante, così a San Giovanni l'uomo volge tutta la sua
attenzione alle meraviglie del creato: colori, gioia, allegria, leggerezza si
accompagnano all’anima umana portando un magico equilibrio, una stupenda
armonia tra interiorità ed esteriorità umana ed è in questo incontro che
l'essere diviene cosmico, che può abbracciare dentro di sé l'intero creato e
compiere il proprio cammino di trasformazione”.
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