"Come da patrie lontane viene dato ad ogni uomo un angelo
buono che lo segue come un compagno di strada mentre si avvia verso la
vita", scrissero una volta i fratelli Grimm e continuarono: "le fiabe
sono capaci di cogliere i puri pensieri di un'osservazione infantile del mondo,
in parte per il modo in cui sono divulgate, in parte per loro intrinseca
natura; nutrono in modo immediato come il latte, leggere e gradevoli, o come il
miele, dolci e nutrienti, senza pesantezza terrestre."
A
cosa servono le fiabe
Al giorno d’oggi quando qualcuno
desidera non essere preso in giro o non vuole gli si raccontino bugie, esprime
tutto ciò con la frase: “Non raccontarmi fiabe!”.
Da questa espressione si può
desumere quanto l’uomo moderno si sia allontanato dal mondo della fiaba mentre
invece proprio il mondo delle fiabe contiene le verità più nascoste, da sempre
occultate e però continuamente, ostinatamente ricercate dall’uomo.
Le Fiabe parlano infatti di
evoluzione già compiuta o ancora da compiere. Esse sono un presagio di lavoro
verso un’ elevazione spirituale che l’uomo deve compiere su di sé e cioè un
superamento del proprio ego, chiamato anche Io inferiore, ma sono anche al
contempo un richiamo, un ricordo delle lotte che egli ha già compiuto in tempi
remoti.
Alle tre domande che assillano
l’Umanità “Da dove veniamo, chi siamo e dove andiamo“ proprio il mondo delle
fiabe può dare risposta giacché esse contengono quella grande Saggezza Cosmica
di cui l’essere umano fa parte.
Le fiabe sono un dono artistico
proveniente, come tutto ciò che concerne la vera Arte, dal Mondo dello Spirito:
la fiaba infatti parla per immagini, simboli, indica la ricerca degli immortali
archetipi a cui l’essere umano deve sempre riferirsi per poter evolvere.
Accogliere il profondo significato
della fiaba significa accostarsi ad essa con animo aperto, pieno di fantasia,
una qualità che oggi sembra essere dimenticata o addirittura perduta per l’uomo
moderno troppo preso da un intelletto freddo, pratico, scientifico.
Uno dei compiti delle fiabe è
quello di stimolare le nostre tre forze animiche - il pensare, il sentire, il
volere - affinché facciano risorgere in noi il ricordo della nostra realtà
spirituale, affinché si possano riscoprire verità che giacciono dimenticate
nell’inconscio umano.
Nella fiaba, per mezzo di tali
immagini, il cui vero significato deve essere riconosciuto per poterlo
accettare, vive quello che ogni destino umano porta con sé: la giustizia che
porta il premio o il castigo per le azioni commesse, quello che filosofi, religioni,
poeti e scrittori hanno chiamato di volta in volta non solo destino ma anche
karma, causa, effetto, fato.
Una grande incomprensione la
relega, al giorno d’oggi, al mondo dell’infanzia poiché il mondo raziocinante
dell’adulto scambia la fantasia, di cui sono ricchi bambini e fiabe, con la
fantasticheria e non dà più nessuna importanza a questo necessario, vitale
aspetto umano.
Le fiabe quindi non sono solo
nutrimento per la fantasia dei bambini, sono anche cibo necessario per l’animo
dell’adulto.
Se analizziamo che cosa vi sia di
comune a tutte le favole, ci accorgiamo che quasi tutte iniziano con la
descrizione di una situazione armonica che viene poi distrutta. La sequenza di
scene qui abbozzata e la drammaticità della favola danno al bambino un impulso
morale altissimo per la sua fantasia. Le dure realtà di cui avrà esperienza in
seguito, le vive in anticipo sentendo, soffrendo e rallegrandosi insieme ai
personaggi delle fiabe che gli sono così vicini. Egli si immedesima
completamente in loro: il loro dolore è il suo dolore, le loro lacrime sono le
sue, la loro felicità è anche la sua. Ogni atto di bontà ha la propria
ricompensa e ogni cattiveria viene punita. È un respiro morale che passa
attraverso tutti gli avvenimenti e che aiuta a fondare e a rendere solida la
moralità nel bambino, in un passaggio delicato della maturazione della sua
coscienza. Quando il bambino sperimenta come il male possa sopraggiungere,
quando la paura tocca nel profondo la sua anima, vive allora molto più
intensamente l'immancabile vittoria della giustizia. Queste sono forze che
formano il carattere! Ascoltare più volte le favole (o più tardi leggerle) in
un'età in cui si è ancora plasmabile da immagini, immerge l'interiorità
infantile nel mondo che porta l'impronta dell'ordine divino. Chi da bambino ha
carenza di favole diventa troppo presto saccente e portato a un realismo tutto
esteriore. I bambini che a tempo debito hanno respirato le favole hanno in loro
una ricchezza di nutrimento che favorisce un'esistenza armonica e serena. Chi
ha ricevuto questo dono dalle labbra della mamma, del papà, della maestra,
porta come tesoro perenne in sé le immagini del mondo della fiaba.
Bambini che sanno ancora
stupirsi, meravigliarsi, si collegheranno molto più intimamente con ciò che dovranno
apprendere negli anni a venire e non rischieranno di inaridirsi troppo con una
conoscenza solo intellettuale. I bambini piccoli hanno immagini, non concetti.
Bambini con una scolarizzazione precoce avranno difficoltà a crearsi immagini.
La fiaba educa il ritmo
RESPIRO-CUORE-CORPO.
Genitori non lasciatevi portar
via la cosa più bella nella vita dei bambini: raccontate ai vostri figli fiabe
e novelle! Si formeranno legami d'amore molto più saldi di quanto avvenga
accontentando i bambini nei capricci e nelle richieste che oggi si ritiene
doveroso soddisfare.
Come
scegliere le fiabe
Per quanto riguarda la scelta del
testo, alcune fiabe dei fratelli Grimm sono particolarmente consigliabili
perchè si rivolgono al sentimento e sono ancora immuni dall’atteggiamento
utilitaristico e finalistico tipico della nostra civiltà. Anche se i personaggi
appaiono irreali alla nostra mentalità materialistica, esse sono ricche di una
profonda conoscenza dell’essere umano. Per rendersene conto basti pensare a
come ci si presentano nella vita le qualità buone o cattive degli uomini. La
forma che i concetti di bene e male assumono per l’adulto è priva di immagini
e, come tali, essi non possono sussistere nel pensiero di un bambino che di
immagini invece ha bisogno. Perché l’immagine del male deve essere meno
veritiera del suo concetto astratto? Il nostro concetto di bene nella fiaba si
presenta in genere nelle vesti del principe o del cavaliere. Proprio per il
fatto di descrivere eventi interiori e non vicende esteriori, le antiche fiabe
tradizionali a volte appaiono in contrasto con lo svolgersi usuale dei fatti.
Ma proprio qui è il loro pregio. Nella fiaba ad esempio si parla di una siepe
di rovi che si apre per lasciar passare un principe che deve salvare la
principessa . Se il racconto dicesse che il principe deve lavorare giorni
interi armato di sega e ascia, corrisponderebbe senz’altro ad una logica
esteriore! E’ detto invece che egli si avvicina alla siepe con la spada e la
siepe si apre da sola. “non esiste una siepe del genere!” diciamo noi. Se siamo
consapevoli che si tratta di un evento interiore ci rendiamo conto che
l’immagine è verosimile.
Quando un bambino rivive con
l’immaginazione questa scena ed esclama pieno di entusiasmo: “Anch’io voglio
diventare come quel principe!”, il genitore non dovrà rispondergli: “Ma no
caro, principi si nasce, non si diventa!”. Se il genitore ha compreso che i
personaggi delle fiabe sono aspetti della vita interiore e che quindi il
principe in questione non ha nulla a che vedere con i diritti ereditari ma
possiede qualità come la purezza di cuore e l’intraprendenza, allora la sua
risposta sarà: “Sì bambino mio, spero che tu da grande potrai aiutare chi ha
bisogno e diventerai proprio come il principe della storia!”. Raccontare fiabe non
è un passatempo è uno strumento pedagogico essenziale che tocca in profondità
la loro delicata vita interiore!
Esse vanno sì raccontate ai
bambini, ma con l’avvertenza di usare una certa cautela giacché occorre
imparare a conoscere tempi, e modalità, quali siano adatte all’età, al suo
momento evolutivo giacché esso ripercorre tutta l’evoluzione già percorsa da
un’Umanità non ancora capace di un pensiero razionale come quella attuale.
E’ compito dell’adulto saper
riconoscere i vari profondi significati educativi e tener conto del rapporto
esistente tra la fiaba scelta ed il momento evolutivo che il bambino sta
ripercorrendo.
Si può comprendere allora perché,
ad esempio, solo circa verso i nove anni il bambino richieda racconti di miti e
leggende di eroi con insistenza, anche se non li disdegna in altri momenti.
L’Io del bambino inizia a nove anni circa a volersi sempre più manifestare e
affermare nel mondo esterno; perciò è opportuno offrirgli a quell’età l’esempio
di eroi capaci di inserirsi con forza e vigore nella realtà terrestre.
Prima di allora occorrono invece
fiabe dove, proprio come farebbe una levatrice, il bambino viene condotto
gradualmente dal Mondo spirituale da cui proviene alla conoscenza della realtà
terrestre, dei compiti, delle difficoltà da superare in questo mondo.
Condurre gradualmente significa
che il bambino, circa fino ai 2 anni, ha principalmente bisogno dei suoni del
linguaggio, di vocali e consonanti e quindi non di fiabe vere e proprie ma di
filastrocche, ninne nanne, tiritere, poesiole ritmiche e rimate, o anche
semplici raccontini inventati su persone, animali, su cose di uso quotidiano
che fanno cioè parte della vita del bambino.
Perciò ha bisogno di voci
armoniose, non di concetti o contenuti profondi che altrimenti gli sottrarrebbero
forze di crescita.
Il bambino, all’incirca fino ai
tre, talvolta fino ai quattro anni, gradisce delle fiabe abbastanza semplici,
capaci di sdrammatizzare, di scherzare su varie situazioni come ad esempio “La
pappa dolce” ,“ll principe ranocchio” ,“ Occhietto, due occhietti, tre
occhietti” e così via.
Solo dai cinque agli otto anni
circa, il bimbo può recepire fiabe che comprendano elementi di moralità
conquistata, di giustizia, di lotte vere, di conquiste e di contrasti.
Per dare solo qualche esempio
possono essere raccontate fiabe come: “Cappuccetto rosso“, “Pollicino“, “I tre
capelli d’oro del diavolo“, “Il soldatino di piombo“ e così via.
Tra le varie fiabe sono
consigliabili sempre quelle classiche dei fratelli Grimm, Andersen, Perrault,
ecc.
Queste naturalmente sono solo
indicazioni generali giacché le fiabe vanno comunque sempre scelte tenendo
conto non solo dell’età ma della sensibilità individuale del bambino, del suo
temperamento o, in certi casi, delle situazioni difficili che sta vivendo per
malattia o difficoltà familiari e così via.
Non bisogna lasciarsi ingannare
dalla capacità di apprendimento o di espressione del bambino. Sono modi di
comportamento o di parlare ricevuti da esempi di adulti che erroneamente
stimolano le grandi capacità d’ imitazione e le sue ancora intatte riserve di
forze vitali.
Conoscendo la vera natura del
bambino, che prevede gravosi impegni di crescita intellettuale nel tempo,
l’adulto non lo forzerà impiegando anzitempo le sue capacità intellettive, come
invece un certo tipo di moderna educazione tenderebbe a fare ed invece lo
proteggerà, risparmiando, preservandone le forze.
Se gli vengono trasmesse in modo
giusto, più tardi le saprà anche leggere in modo adeguato, partendo cioè da un
giusto atteggiamento di meraviglia.
Come
si racconta
L’atmosfera nella quale si narra e si ascolta non è
meno importante del contenuto della storia. Le fiabe sono in un certo senso
un’attività crepuscolare, quando siamo in uno stato sognante, piuttosto diverso
dalla mattina , quando ci svegliamo pronti per essere attivi. È perciò molto
più naturale dedicare del tempo alle fiabe prima di andare a letto, è il
momento migliore anche per noi adulti. Nel racconto della fiaba si esce per un
momento, ogni giorno, dal tempo frenetico del quotidiano, dando spazio alla
parola calma di chi narra e al silenzio ci coloro che ascoltano.
È sempre preferibile raccontare
piuttosto che leggere, ma si può accompagnare la narrazione libera con la
visione di un libro illustrato che i bambini sfogliano. L’impressione prodotta
dal racconto sui bambini in età prescolastica è legata all’azione. Con ogni
frase l’intreccio deve progredire, contenendo abbastanza particolari da
interessarli, ma non più di quanti siano strettamente necessari. I bambini assorbono
l’atmosfera creata durante il tempo del racconto. Quest’atmosfera calda
influisce sul ritmo corporeo dei bambini: il loro respiro è calmo e pacifico,
quasi come se stessero per addormentarsi. Ai bambini di circa un anno piace
moltissimo sentire le stesse storie più e più volte; la ripetitività li aiuta a
imparare a conoscere il loro ambiente: possono mettersi in relazione a qualcosa
di familiare. Ripetere una fiaba farà in modo che essa entri gradualmente a far
parte del mondo interiore del bambino che così potrà comprenderla appieno,
senza dover ricorrere a inopportune spiegazioni intellettuali.
Il raccontare fiabe crea un più
forte, caldo, intenso rapporto quando, accesa una piccola candela prima
dell’addormentarsi del bimbo, l’adulto racconta ed il bimbo a bocca aperta
ascolta, riuscendo molte volte a rafforzare legami che divengono più
affettuosi.
È meglio raccontare una storia
imparata a memoria. In questo caso, si fanno anche delle pause e si respira più
naturalmente, cosa che forse non accade quando si legge. Si può avere il
contatto oculare, il che rende più facile creare un’atmosfera intima e
fiabesca. La vicinanza che si sente tra adulto e bambino durante il racconto
della storia è come un’onda di calore.
I bambini di oggi hanno fame di
immagini. Nelle fiabe viaggiano da un’immagine alla successiva. I bambini più
piccoli amano in particolare sentir raccontare qualcosa che hanno sperimentato
loro stessi. Le spiegazioni e i moralismi sono solo un disturbo.
Quando i bimbi hanno circa
quattro anni notiamo dal loro gioco e dai loro discorsi che la loro
immaginazione si è risvegliata. Le loro fantasie sono ricche. Spesso i bimbi
fanno sogni spaventosi, vogliono tenere la luce accesa, oppure si svegliano. Il
loro crescente potere immaginativo crea immagini nelle loro menti. Ascoltano le
fiabe in un modo diverso, è più facile per loro entrare nelle immagini della
storia. Si potrebbe quasi dire che “la vera età delle fiabe” inizia tra i 4
anni e mezzo e i 5 (e dura fino ai 9).
Molti genitori sono preoccupati
del fatto che i loro figli si spaventino. Molto dipende dal modo in cui le
fiabe vengono raccontate, se con gesti o toni drammatici. Certamente le favole
racchiudono anche paura e timori come frutti delle tenebre. Se chi narra li
accentua troppo o addirittura li sfrutta, tanto che nell'evolversi della
vicenda le ombre non si rischiarano del tutto, lascia indietro un problema non
risolto. La stessa cosa avviene quando per ignoranza si minaccia il bambino
piccolo con lo spauracchio dell'uomo cattivo o dell'uomo nero che lo verrà a
prendere se non si comporta bene. Com'è bello il gioco infantile "chi ha
paura dell'uomo nero" che vuole acchiappare i bambini e che chiede
appunto: "Chi ha paura dell'uomo nero!" Giubilando la schiera risponde:
"Nessuno". E tutti scappano. Il "male" viene superato nel
gioco: lo stesso accade nella favola se è raccontata nel modo giusto. Pedagoghi
che intendono essere molto teneri affermano che nelle favole vi sono crudeltà
che non andrebbero raccontate ai bambini. La strega viene bruciata, la regina
cattiva deve ballare con le scarpe roventi, la pancia del lupo viene riempita
di sassi e così via. Se però si guardano più da vicino queste e altre immagini
crudeli, ci si accorge che è sempre "una maschera del male" ad essere
bruciata e distrutta. È l'immagine della perfidia che deve ballare fino
all'assurdo nelle scarpe roventi, non un essere umano in carne e ossa. Sono
figure del male, creature e maschere delle tenebre che vengono vinte e
annientate. Trascinarle nel realistico sarebbe un completo fraintendimento
della favola. Devono rimanere immagini nella sequenza delle immagini, in tal
caso la distruzione del male non spaventa, è anzi un momento liberatorio per il
bambino che spesso, anche esteriormente, gioisce quando il male viene
castigato. Tali esperienze rafforzano il carattere morale. Il racconto delle
fiabe esige da chi le narra un senso di responsabilità verso il bambino: deve
sentire che per mezzo della sua parola esercita un'azione che penetra
profondamente attraverso porte spalancate nell'anima dei più piccoli. Quanto
viene dal cuore, raggiungerà i cuori. Si dovrebbe evitare assolutamente di dare
alle fiabe un'atmosfera sensazionalistica, che va disapprovata anche per quanto
riguarda certe illustrazioni e film fiabeschi per bambini. Non dovrebbero
neppure essere raccontate con leggerezza, solo per passatempo. Si noti il tono
semplice e caldo che scorre nelle fiabe dei fratelli Grimm. La stessa favola
può essere esposta in modo diverso per bambini diversi. Una madre avrà un tono
differente con un tenero bambino malinconico o con un collerico ribelle. Il
bambino in età prescolare è ancora del tutto dipendente dalle fiabe narrate.
Probabilmente saranno più spaventati dal narratore o dall’atmosfera che lui
crea! Raccontare la fiaba in modo calmo mentre allo stesso tempo ci mostriamo
coinvolti, è la cosa migliore per i bambini. I bambini hanno bisogno di queste
immagini, del bene e del male, perché corrispondono a quel che avviene nel loro
sviluppo:paura dell’ignoto, paura dei sentimenti strani. Le fiabe li aiutano a
sviluppare tutto questo.. E’ un peccato che tanti personaggi delle fiabe siano
stati recentemente sdrammatizzati! Si stanno addomesticando e rendendo innocui
elementi che erano spaventosi e cattivi, privando i bambini dell’opportunità di
identificarli con qualcosa che loro sentono dentro di sé. Nelle fiabe il male
viene vinto . Il lieto fine dà ai bambini la speranza che la lotta e il duro
lavoro porteranno a un lieto fine anche per loro. Le fiabe parlano più al cuore
che alla ragione: è probabilmente per questo che piacciono ai bambini. Le fiabe
popolari sono quelle più ricche di espressioni vivide e ricche. Le immagini
nelle fiabe popolari sono in movimento, piene d’azione e immaginative e
permettono ai bambini di creare le proprie rappresentazioni dentro di sé.
Questo è importante per il bambino perché pone le fondamenta per un pensiero
flessibile, innovativo e creativo in età più adulte.
La fiaba per l’anima, che per sua
natura vive nei contrasti, deve essere come un benefico massaggio: la paura, il
male non devono essere evitati giacché fanno parte della vita. La fiaba insegna
che esistono ma che possono essere vinti. La tensione provata deve potersi
sciogliere e trasformare sapendo suscitare sentimenti di giustizia, di amore
per il Vero, il Bello, il Bene.
Deve essere la viva voce umana,
non una qualsiasi voce registrata sia pure di validi attori, a raccontare fiabe
al bambino, giacché la fiaba non solo è un nutrimento spirituale per l’anima,
ma fa parte dell’educazione, quella vera, quella che ottiene risultati positivi
e validi nel tempo e che può passare solamente da essere umano ad essere umano.
Solo un essere umano vivente
possiede infatti dei sentimenti e poiché sono i sentimenti che educano, le
fiabe vanno raccontate da esseri umani, non da un’ inanimato apparecchio.
Una qualsiasi macchina, un
qualsiasi mezzo artificiale, sia esso meccanico od elettrico, sia registratore,
televisione, computer od altro ancora non può educare perché privo di
sentimenti. Inoltre immagini e voci uscenti meccanicamente sempre uguali in
qualsiasi situazione, per qualsiasi bambino non può andare incontro alle
individuali esigenze, alle differenti personalità e sensibilità infantili.
Questi attrezzi non possono né
recepire né dosare, al momento del racconto, le sfumature animiche. lo stupore,
la sorpresa, i timori in una parola le diverse emozioni suscitate in un bambino
quando la fiaba ne tocca l’anima.
Chi racconta la fiaba deve
crederci!
Esercizi utili per i genitori per
allenare quest’ abilità di lettura potrebbero essere:
-a fine giornata ripercorrere
quanto ci è accaduto attraverso immagini, come una sequenza cinematografica.
Questo ci aiuta a sviluppare la capacità di leggere una fiaba al bambino
rendendo un immagine, trasmettendola al bambino.
-prendere una fiaba classica e
riscriverla oppure scrivere una favola ex novo.
-allenarsi da soli nella lettura
con enfasi. Questo ci aiuterà in seguito nella lettura “piana” più adatta ai
bimbi più piccoli.
Riferimenti
bibliografici
“LA FIABA: IMMAGINI DI REALTA' INTERIORI” di Maddalena Lena http://www.disinformazione.it/
“I BAMBINI HANNO BISOGNO DI FIABE” di Jacob Streit
“LA POESIA DELLE FIABE ALLA LUCE DELLA SCIENZA DELLO
SPIRITO” di Rudolf Steiner- Editrice Antroposofica
“IL MONDO DELLE FIABE. IMMAGINI PER CRESCERE” di Pietro
Archiati – Edizioni Archiati
“LE FIABE, UNA
FONTE DI GIOVINEZZA” di MIchaela Gloeckler- Aedel Edizioni
Ecco invece alcuni siti
dove potete acquistare libri di fiabe illustrate per i vostri bambini!
Fiabe illustrate per i più piccoli:
Poesie e filastrocche:
Fiabe fratelli Grimm:
Buona lettura!
NICOLETTA.
Nessun commento:
Posta un commento
Lascia un commento!