Siamo
appena tornati dalla nostra bella parentesi pasquale, che, con una
coppia di cari amici, ci ha rivisti in un luogo non molto conosciuto
eppure tanto ricco da esplorare: il parco Regionale del Matese. Ora,
a questa affermazione molti mi hanno chiesto:” e dove è? ”
Effettivamente di quella porzione di Parco che abbraccia i territori
in un angolo tra Molise e Campania non tutti ne sanno qualcosa. Il
Parco Regionale del Matese è delimitato appunto dai monti del
massiccio del Matese ed è una delle zone di
maggiore interesse naturalistico e ambientale dell'Appennino
centro-meridionale tra il territorio Casertano e la direttrice
molisana di Benevento-Isernia.
Quest'anno
siamo stati ospiti del bellissimo agriturismo “Il casale dei
Murandi” , ad Alife, dove l'ospitalità di Antonio e Carolina e dei
suoi figli ci ha accolto e coccolato. Siamo arrivati di venerdì e lì
ci siamo fermati fino a Pasquetta.
A
parte l'inclemenza del tempo, al casale dei Murandi abbiamo avuto
tutta la disponibilità possibile. Il Casale è uno splendido
agriturismo immerso nel silenzio e nella bellezza della natura del
Matese, circondato dai monti e dai verdi prati. Il cibo ottimo e
soprattutto genuino preparato da Carolina e dai suoi figli, ha
abbracciato appieno i nostri gusti , soddisfacendo anche le esigenze
di una vegetariana incallita come me. Le stanze belle e comode sono
state trasformate subito in campo di battaglia piene dei gicohi di
Francesco, il mio bimbo di 20 mesi e della sua amichetta Giulia di 17
mesi.
Francesco e Giulia non
hanno perso tempo e si sono dedicati completamente alla scoperta di
quel luogo così nuovo ed affascinante per loro.
Antonio poi,
proprietario dell'agriturismo, ci ha guidati alla scoperta del loro
orto e mostrato i loro animali ai nostri due piccolini, che
guardavano ammirati a bocca aperta conigli, galline, pulcini, oche e
vitello.
In
quel posto lontano dal caos frenetico che ben conosce chi ogni giorno
vive in città, la natura è regina.
La
natura, di per se, permette ai bambini di ricevere il giusto
nutrimento affettivo, esperienziale e spirituale, attraverso
l’immaginazione, l’osservazione, la bellezza, il rispetto,
attraverso la sperimentazione dei sensi e del contatto con gli
elementi: con la terra, l'acqua, il sole e il vento.
Purtroppo
e sempre più spesso, i bambini di oggi, vivono nella freddezza: la
freddezza delle cose materiali, della plastica, della televisione,
dei computer. Richard Louv,
psicopedagogista americano, ha parlato di sindrome
da defict di natura.
Questo disordine
è legato soprattutto alla mancanza di contatto con gli ambienti
naturali e con gli spazi all'aperto, talvolta vissuti dai soggetti in
questione con ansia e senso di minaccia.
Eppure
noi genitori dovremmo insegnare ai nostri figli a fermarsi davanti
al palcoscenico di Madre Terra, cercando di risvegliare anche un po’
in noi il bambino che abbiamo dentro per reimparare a sorridere, a
stupirci e ad emozionarci, davanti allo spettacolo che la Natura
costantemente ci offre.
E'
una sorta di grande viaggio interiore da intraprendere con i nostri
bambini , un viaggio che necessita di un percorso da parte nostra,
già avviato, per riuscire poi a trasmettere loro questo amore per
ogni essere vivente.
Ma,
per quella che è stata la nostra esperienza, l'approccio alla natura
non è stato subito facile per Francesco, che inizialmente era un
po' sorpreso ed intimorito dall'erba del prato, così diversa dal
solito asfalto grigio a cui (ahimé!) è abituato. Per questo
all'inizio ci guardava un po' smarrito, incerto se avanzare e
raggiungerci tra l'erba, o aspettare sul ciglio del prato.
E
lì, davanti allo sguardo di mio figlio così perplesso, ho capito
davvero quanto sia artificiale la nostra vita in città. Davanti a
quello sguardo, un senso di colpa mi ha pervaso. E' giusto,
dopotutto, obbligare un bambino a vivere come noi, sballottati dal
tran- tran quotidiano, sempre di corsa, tra nonni, asili e mamme
super impegantate al lavoro? E' possibile che un bambino debba
“temere” l'erba, la terra, il sole e il vento, angustiato dalle
mille fobie dei genitori: “non toccare o ti sporchi” “non
correre, perchè poi cadi” ,“non stare al sole altrimenti sudi
e ti ammali”? Davanti a mio figlio che mi guardava sul ciglio del
prato, incerto se procedere o no, confesso, mi sono posta in un
attimo tutte queste domande. E poi...il miracolo.
Francesco
si è chinato a terra, ha toccato con la manina l'erba che si muoveva
al vento e che deve avergli solleticato il palmo e mi ha guardato
arricciando il naso. E poi ha mosso i suoi primi passi in quel mare
verde; da principio piccoli ed incerti e poi sempre più sicuri. E da
allora non lo ha fermato più nessuno. Tutto era fonte di ammirazione
e di stupore: le nuvole,il cielo, i soffioni nel prato sui quali
soffiare per vederli volare. A volte si muoveva così, vagando quasi
sovrappensiero in quella distesa verde e non capivo a cosa potesse
pensare quella sua mente ancora così semplice. E credo sia
semplicemente il miracolo
dell'incontro tra natura e bambino che si compie, perchè il binomio
bambino- natura, penso sia il più spontaneo e sincero possibile. I
bambini sono attratti dalla natura e da questa ispirati nelle loro
scoperte, perchè questa a loro si offre in tutta la sua immensa
bellezza. Vi è qualcosa di sacro,in questo incontro, una sorta di
Spiritualità dell'animo che spontaneamente si rinnova. E' un inno
alla vita, un canto perpetuo che i loro piccoli cuori privi di
strutture e preconcetti riescono a cogliere e vivere completamete.
E
allora io mamma e adulta, mi faccio un tantino da parte per lasciarli
parlare insieme e semplicemente sorridere di questa loro unione.
BARBARA.
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